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Gino Bruni

Il mio blog

Mese

gennaio 2020

Nel 2030 l’auto elettrica sorpasserà quella tradizionale.

Tra dieci anni le vendite globali di veicoli elettrici saranno il 51% del totale, più di quelle di veicoli a combustione interna. Un quarto del mercato sarà costituito da auto elettriche a batteria e ibride plug-in.  E’quello che è scritto nel Report BCG “Who Will Drive Electric Cars to the Tipping Point”:

Le vendite di veicoli elettrici crescono più velocemente del previsto: arriveranno a un terzo del mercato mondiale dell’auto entro il 2025 e toccheranno il 51% entro il 2030, quando supereranno quelle di veicoli alimentati da motori a combustione interna. Lo evidenzia il report di Boston Consulting Group “Who Will Drive Electric Cars to the Tipping Point?” che ha corretto al rialzo le precedenti stime del 2017 (secondo cui l’elettrico avrebbe raggiunto un quarto del mercato entro il 2025 per restare sotto il 50% entro il 2030). Un’accelerazione dovuta al sostegno degli incentivi statali, alle regolamentazioni sempre più severe sulle emissioni che spingono i produttori a concentrarsi sull’elettrico, ma anche alla sensibile diminuzione dei costi delle batterie e all’aumento della soddisfazione dei consumatori.

Mentre nel 2030 la quota di mercato del diesel è destinata a contrarsi dal 14% del 2019 al 4% e quella della benzina dal 78% del 2019 passerà al 44%, il futuro dell’automobile guarda all’elettrico. Secondo BCG, il mix delle diverse tipologie – tra veicoli a batteria elettrica BEV (battery electric vehicle), ibridi elettrici plug-in PHEV (plug-in hybrid electric vehicle), ibridi completi HEV (hybrid electric vehicle) e ibridi leggeri MHEV (mild hybrid electricvehicle) – varierà a seconda dei mercati. Tra dieci anni ben un quarto del mercato mondiale dell’auto sarà costituito da elettrici a batteria BEV (18%) e ibridi plug-in PHEV (6%), le due tipologie in maggiore crescita, che accelereranno nella seconda metà del prossimo decennio. Il calo dei prezzi delle batterie porterà a un punto di non ritorno il costo totale di possesso (TCO) a cinque anni di un’auto BEV nel 2022 o 2023 (a seconda della regione e alle dimensioni dell’auto) e una spinta verrà anche da taxi e servizi di trasporto passeggeri. La crescita delle vendite di PHEV sarà più lenta, ma sostenuta dai produttori e dagli incentivi.

Anche l’interesse dei consumatori per l’elettrico sta crescendo rapidamente: nel 2018 i sondaggi statunitensi mostrano quasi il 40% in più di persone interessate a un veicolo PHEV e il 20% in più a un BEV rispetto al 2010, mentre il 70% dei proprietari di veicoli elettrici intende acquistarne di nuovi. In questo scenario, l’industria può guardare in modo più strutturato al futuro: i primi ventinove produttori OEM (Original Equipment Manufacturer) prevedono di investire oltre 300 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni per la produzione di veicoli elettrici ed entro il 2025 dovrebbero essere lanciati circa 400 nuovi modelli. Entro il 2023, sarà il mercato a guidare le vendite dell’elettrico, fino ad allora per mantenere lo slancio serve una spinta pubblico-privato, sostenuta da incentivi e normative ad hoc.

La diffusione di auto elettriche contribuirà a ridurre la quantità di gas serra. Seppure diversi studi abbiano dimostrato che, a seconda della regione di produzione del veicolo e delle dimensioni della batteria, la produzione di un veicolo BEV può generare più emissioni di CO2 rispetto a quella di un veicolo a combustione interna ICE, una volta in funzione gli elettrici garantiscono migliori emissioni nel ciclo completo well-to-wheel. E l’impatto positivo globale è destinato ad aumentare nel prossimo decennio con l’aumento della percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Per queste ragioni, l’accelerazione dei veicoli elettrici ha implicazioni importanti per tutti gli stakeholder e per l’intero pianeta. Gli Original Equipment Manufacturer e i fornitori dovranno investire in nuove tecnologie, capacità e modelli di business. I governi e le autorità di regolamentazione dovranno valutare con attenzione come l’elettrificazione dei veicoli cambierà i requisiti di trasporto e come possono contribuire a questa evoluzione attraverso politiche e normative adeguate.

ETSC – European Transport Safety Council: pedoni e ciclisti

Nel 2018, pedoni e ciclisti – i cosiddetti “utenti vulnerabili” – hanno rappresentato il 29% del totale delle vittime di incidenti stradali in Europa e il 25% in Italia. Tra 2010 e 2018, sulle strade europee sono morti 51.300 pedoni e 19.450 ciclisti.

Sono i dati salienti che emergono dal rapporto ETSC (European Transport Safety Council: Consiglio Europeo della Sicurezza dei Trasporti), che sottolinea come, nel periodo 2010-2018, i decessi tra i ciclisti abbiano subito una riduzione annua dello 0,4%: riduzione ben otto volte inferiore rispetto a quella degli occupanti di veicoli a motore (- 3,1%).

Secondo l’ETSC, si tratta di dati, molto probabilmente, sottostimati. Non sempre, infatti, decessi e lesioni gravi di ciclisti e pedoni vengono registrati nelle statistiche in maniera corretta.

In Italia, nel 2018 (ultimo dato disponibile), hanno perso la vita 612 pedoni (-1,4%, ma in aumento negli ultimi 2 anni) e 219 ciclisti (-17,3%, a fronte di una diminuzione media pari a -19%): nello stesso periodo, i decessi a bordo di autovetture sono diminuiti del 21,9%.

Nel nostro Paese, nel 2018, i pedoni “over 65” deceduti in incidenti stradali sono stati 364  (59,5% del totale); 112, invece, quelli in bicicletta (51,1% del totale).

Anche in UE, la metà delle vittime tra gli utenti vulnerabili aveva più di 65 anni.

La maggior parte degli investimenti dei pedoni avviene dopo le ore 18, momento in cui la visibilità, per alcuni mesi dell’anno, è inferiore.

Secondo il rapporto ETSC, il crescente uso della bicicletta nei centri urbani, impone a Governi, Autorità locali e produttori di autoveicoli di investire maggiormente nelle misure di protezione degli utenti vulnerabili. Il rapporto suggerisce, inoltre, che la pianificazione urbana, soprattutto nei centri medio -piccoli, privilegi la possibilità di muoversi a piedi, in bicicletta e con mezzi di trasporto pubblico piuttosto che con auto private, e consiglia l’istituzione di ‘Zone 30’ nelle aree altamente frequentate da pedoni e ciclisti.

Secondo Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, “La sicurezza stradale è frutto, soprattutto, della convivenza civile tra i diversi utenti della strada”, convivenza – ha spiegato – “che si raggiunge soltanto se tutti rispettiamo le regole del Codice della Strada, noi stessi e gli altri”.

“Per quanto riguarda, in particolare, pedoni e ciclisti – ha aggiunto il Presidente dell’ACI – un fondamentale elemento di sicurezza è rendersi il più possibile ‘visibili’, soprattutto nel buio e in condizioni di scarsa visuale, con accorgimenti che devono riguardare sia l’abbigliamento che le biciclette”.

“È fondamentale, infine – ha concluso Sticchi Damiani – un’attenta pianificazione delle strade e degli spazi urbani, che deve tenere conto della presenza degli utenti vulnerabili e, tra essi, delle fasce più deboli: bambini, anziani e disabili”.

TomTom Traffic Index 2019

Traffico globale in crescita, Bangalore incoronata come “la città più trafficata al mondo”.

 TomTom lo specialista delle tecnologie di localizzazione, ha annunciato i risultati del TomTom Traffic Index, un report dettagliato sulla situazione del traffico in 416 città in cinquantasette nazioni.

Bangalore in India si aggiudica il podio e i suoi autisti si aspettano di passare in media più del 71% percento di tempo in più bloccati nel traffico.

Nella classifica globale ci sono la capitale delle Filippine Manila (71%); Bogotà in Colombia (68%); la città più trafficata dello scorso anno, Mumbai (65%); e Pune, altra città in India (59%) – che fanno così la top cinque delle città più trafficate al mondo.

L’area metropolitana di Mosca è la peggiore in Europa (59%) con Istanbul poco dopo (55%). La Top cinque europea è poi composta da Kiev (53%), Bucharest (52%) e San Pietroburgo (49%).

Parigi (39%), Roma (38%) e Londra (38%) sono, rispettivamente, al 14°, 15° e 17°.posto.

Le città più congestionate del Nord America sono Los Angeles (42%), New York (37%), San Francisco (36%), San Jose (33%) e Seattle (31%).

 La congestione del traffico è aumentata a livello globale nell’ultimo decennio e 239 città (57%) del centro abitato incluse nel nuovo studio hanno registrato un aumento del livello di congestione tra il 2018 e il 2019, con solo sessantatré metropoli che mostrano diminuzioni misurabili.

Quest’aumento globale della congestione, nonostante sia da un lato indicatore di una forte economia, costa anche miliardi.

Ralf-Peter Schäfer, di Traffic Information in TomTom, ha commentato: “A livello globale, c’è ancora molta strada da percorrere prima che i livelli di congestione siano controllati. Col tempo, l’ascesa di veicoli autonomi e servizi di car sharing contribuirà ad alleviare la situazione ma urbanisti e politici non possono permettersi di sedersi e aspettare. È necessario utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per analizzare i livelli di traffico e gli impatti, in modo da poter prendere decisioni critiche sull’infrastruttura. E anche i conducenti hanno un ruolo da svolgere: piccoli cambiamenti nei comportamenti di guida possono fare una grande differenza.”.

Per quanto riguarda Genova dallo studio risulta che nel 2019 il giorno con il traffico maggiore è stato venerdì 22 novembre. L’ora di punta più critica è stata dalle 8 alle 9 del giovedì.

 Il livello di congestione è stato del 30% con un -1 rispetto al 2018.

Il Fiat 500 Club Italia ad Automotoretrò

Ad Automotoretrò, uno dei più importanti appuntamenti dedicati alle auto storiche, in programma dal 30 gennaio al 2 febbraio nei padiglioni del Lingotto Fiere di Torino, ci sarà anche il Fiat 500 Club Italia che porterà il suo contributo con un elegante stand che ospiterà vari modelli di Fiat 500 storiche tra i quali una splendida Fiat 500 D del 1960 e una 500 Giardiniera, modello amato dalle famiglie, che proprio quest’anno compie sessanta anni.

I campioni di PG corse Pista Ronco Kart

Tre genovesi e un pilota di Pietra Ligure, tutti affiliati PG Corse di Ronco Scrivia, si sono classificati per la finale del campionato mondiale Sodikart, che quest’anno si svolgerà a Dubai (UAE) dal 16 al 18 aprile sul kartodrome United Arab Emirates. I loro nomi sono: Rosanna Marziano di Pietra Ligure; Marco Cremona di Genova; Stefano Cadoni di Genova (studente di quindici anni) e il promettente Gianluca Cadoni di Genova — studente di diciassette anni già due volte finalista mondiale.

La Sodykart è il più grande costruttore mondiale di kart da noleggio e produttore di kart da competizione con i quali partecipano con successo ai vari campionati mondiali.

La finale per adulti si correrà su kart due tempi con motore Rotax da 29cv, lo stesso disponibile anche sulla Pista di Ronco Scrivia per tutti i clienti PG corse.

A Dubai sarà una sfida d’importanza mondiale ad altissimo livello in cui correranno 300 piloti di cinque continenti e novantotto paesi, che hanno gareggiato su oltre 455 piste con Kart Sody e hanno ottenuto i migliori risultati tra più di 62000 piloti iscritti.

“Il 2019 è stato un anno particolarmente impegnativo – dichiara la responsabile Carolina Percivale dallo staff PG corse -. Nel corso dell’anno abbiamo registrato un afflusso record di partecipanti.

Per il 2020 ci sono diverse novità per i nostri piloti che sicuramente ritorneranno a sfidarsi nei vari campionati PG corse (adulti, under 15, femminile, baby endurance) che organizziamo da vari anni”.

Per Informazioni si può visitare il sito web: www.pistaronco.it

 

Foto dalla pagina Facebook di Entella Kart

Skoda celebra nel 2020 il 125° Anniversario.

Fondata nel 1895, oggi Škoda è una delle più longeve case automobilistiche in attività.

Nel 2020 ricorrono anche i 115 anni dall’inizio della produzione automobilistica.

Per Škoda il 2020 è un anno d’importanti traguardi: l’Azienda celebra, infatti, i 125 anni dalla fondazione e i 115 anni dall’inizio della produzione di automobili.

Nella prima metà dell’anno sarà presentato il primo modello elettrico su base MEB che segnerà l’inizio di un nuovo importante capitolo per la Casa boema.

Bernhard Maier, CEO di Škoda Auto, sottolinea: “Škoda è una delle cinque più longeve case automobilistiche oggi ancora attive. Il talento e l’ingegno che hanno distinto i fondatori Laurin e Klement sono il caposaldo di questa storia di successo e allo stesso tempo sono un incentivo a guidare l’azienda verso un futuro ancora più prosperoso. Questo sarà un aspetto importante della nostra Strategia 2025, che ci sta trasformando da casa automobilistica a “Simply Clever Company per le migliori soluzioni di mobilità”.

Per raggiungere quest’obiettivo, Škoda proseguirà nel percorso verso l’elettro – mobilità presentendo, nella prima metà dell’anno, la versione di serie del concept Vision iV.

Il 125° Anniversario del Brand segnerà così l’inizio di una nuova era: il nuovo SUV elettrico sarà il primo veicolo Škoda realizzato sulla piattaforma modulare elettrica (MEB) del Gruppo Volkswagen.

Tra il 2019 e la fine del 2022, Škoda presenterà trenta nuovi modelli, di cui più di dieci saranno parzialmente o totalmente elettrificati.

Un po’ di storia

Václav Laurin e Václav Klement hanno dato il via alla storia di successi Škoda nel dicembre 1895, cominciando a occuparsi della riparazione e della produzione di biciclette a Mladá Boleslav. Inizialmente denominata Laurin & Klement (L&K), l’azienda iniziò a produrre anche motociclette nel 1899. La prima automobile Laurin & Klement, la Voiturette A, fece il suo debutto nel 1905. In seguito L&K ampliò la gamma con veicoli sportivi e commerciali. Momento fondamentale di questa storia di successo è stata la fusione, avvenuta nel 1925, tra Laurin & Klement e il gruppo d’ingegneria meccanica Škoda, che assicurò il capitale necessario per l’espansione. Da allora, la freccia alata, simbolo di L&K, è presente nel logo della Casa di Mladá Boleslav. Oggi, a distanza di centoquindici anni, la Casa automobilistica boema è attiva in più di 100 mercati e, nel 2019, ha consegnato nel mondo più di 1,24 milioni di veicoli ai suoi Clienti.

Automobilismo: StartrallyTeam – un corso co piloti rally 2020.

La StartrallyTeam di Gianluca Accinelli, organizzerà nel prossimo mese di Febbraio (nei giorni 20 – 22 – 27 e 29) presso la propria sede di Ferrada di Moconesi, nell’entroterra Chiavarese, un corso per co piloti rally.

Per garantire un’adeguata preparazione di tutti i futuri rallysti, è obbligatoria la prenotazione al corso che si compone di quattro lezioni teoriche e una di pratica.

Al termine delle lezioni teoriche, due delle quali tenute da un commissario sportivo Nazionale ACI Sport, ci sarà una piccola verifica di apprendimento che attribuirà un punteggio utile alla classifica finale.
La prova pratica si terrà a bordo di un’auto da rally modificata con tre posti nell’abitacolo.

Alla guida ci sarà un pilota qualificato e, sul sedile posteriore, un co pilota con esperienza.

Per informazioni o prenotazioni è possibile inviare un’e-mail mail a startrallyteam@gmail.com

o telefonare 3472951725 (Nicolò).

Blocchi del traffico: anche l’Aci scende in campo

“L’Automobile Club d’Italia è assolutamente contrario all’assurda demonizzazione dei diesel Euro6, al centro del mirino di tante Amministrazioni – a cominciare da Roma – con blocchi del traffico ingiustificati, che non hanno alcun fondamento scientifico e non garantiscono risultati certi”. Lo dichiara il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, che boccia senza riserve ogni limitazione alla mobilità con provvedimenti “privi di logiche comprensibili ed accettabili”.

“Queste misure – continua Sticchi Damiani – non producono alcun reale vantaggio ambientale ma creano solo svantaggi, in termini di disagi economici e sociali per i cittadini, a fronte di non si sa quante polveri sottili risparmiate. Le auto di ultima generazione, anche diesel, hanno un impatto ambientale irrisorio, notevolmente inferiore ad altre motorizzazioni. Con provvedimenti irrazionali come questi, non si danno risposte serie alle importanti istante degli ambientalisti e si creano disagi inutili a milioni di cittadini”.

“È assurdo – sottolinea il Presidente dell’ACI – che, da un lato, si blocchino le Euro6 e, dall’altro, si incentivino con sgravi fiscali la conservazione e la circolazione di 4,2 milioni di auto – il 10,77% del parco circolante italiano – che hanno da 20 a 30 anni”.

Sticchi Damiani si dice, infine “seriamente preoccupato per l’impatto negativo sul mercato  e il forte rischio di perdita di posti di lavoro, sia nella produzione che nella vendita di queste auto”. “Tali provvedimenti – conclude – presentano costi certi, per quanto riguarda danni a cittadini e imprese, a fronte di benefici assolutamente incerti, per quanto riguarda, invece, qualità dell’aria e dell’ambiente”.

Honda celebra i 400 milioni di motoveicoli prodotti.

Honda ha raggiunto la produzione complessiva di 400 milioni di motoveicoli, tra moto e scooter.

Un traguardo sensazionale raggiunto dopo settanta anni di storia.

La prima fabbrica fuori dal Giappone è stata aperta in Belgio, nel 1963.

Settant’anni dopo la prima D-Type prodotta nel 1949, Honda celebra oggi la produzione di 400 milioni di motoveicoli in tutto il mondo.

Honda è stata fondata nel 1948 e la produzione di massa di motocicli fuori dal Giappone è avvenuta per la prima volta in Belgio nel 1963. Da allora Honda ha, nel corso della sua storia, costantemente ampliato la propria produzione e il numero d’impianti produttivi, arrivando ad avere trentacinque fabbriche in venticinque paesi diversi tra Europa, Asia, Africa, Nord America e Sud America.

Adesso Honda produce un’ampia gamma di #moto e scooter per il mercato mondiale: divertenti scooter 50 cc come il dunk, performanti moto da cross come la crf450r, icone Touring come la gl1800goldwing,  moto leggendarie come la crf1100lafricatwin, supersportive “born to race” come la nuovissima CBR1000RR-R Fireblade da 217 CV.

Sin dalla sua Fondazione, Honda ha prodotto e sviluppato motoveicoli sulla base delle richieste del mercato e rispettando il principio per cui “scopo ultimo della tecnologia è quello di aiutare le persone. Ciò ha permesso alla Casa dell’Ala di raggiungere il traguardo di 100 milioni di unità prodotte nel 1997, 300 milioni nel 2014 e 400 milioni oggi.

Nel 2018 Honda ha raggiunto, per la prima volta nella sua storia, la produzione di 20 milioni di veicoli annui garantendo costantemente massima assistenza e supporto a tutti i suoi clienti in giro per il mondo.

“Per oltre 70 anni Honda ha offerto ai clienti di tutto il mondo motocicli che rendessero la loro vita più semplice e divertente – ha dichiarato Takahiro Hachigo, Chief Executive Officer, Honda Motor Co., Ltd –

Il risultato è stato raggiungere l’incredibile traguardo di 400 milioni di unità prodotte in così poco tempo. E di questo voglio ringraziare tutti i nostri clienti e dipendenti coinvolti nello sviluppo, nella produzione, nella vendita e nell’assistenza di tutti i nostri prodotti. Continueremo a impegnarci sempre al massimo per offrire motoveicoli che siano in grado di soddisfare i desideri e le esigenze delle persone”.

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