Nel mese di aprile continua il trend discendente del mercato dell’auto in Italia, sui cui numeri hanno ancora scarsissimo peso le vendite dei veicoli elettrici nonostante il loro costante aumento. Nel mese appena trascorso sono state registrate 145.033 nuove immatricolazioni, pari a una riduzione del -17,1% rispetto alle quasi 175.000 unità dello stesso mese del 2019 – mentre non è attendibile il confronto con le 4.295 immatricolazioni di aprile 2020 che equivarrebbe a un aumento a quattro cifre. Nel 1° quadrimestre sono andate perse oltre 120.000 vetture, con 592.181 unità immatricolate, in calo del 16,9% sul 2019.
L’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, stima che in assenza di
rifinanziamento degli incentivi, nel prosieguo dell’anno, potrebbero essere a rischio ben oltre
300.000 immatricolazioni.
In circa tre mesi e mezzo, i fondi stanziati hanno consentito la rottamazione di 185.000
vecchie auto, per il 95% sostituite con nuove vetture della fascia 61-135 g/km più sicure e pulite, risparmiando all’ambiente circa 115 mila tonnellate di CO2 l’anno e consentendo
un’aggiuntività d’introiti IVA e IPT per l’erario di circa 160 milioni di euro.
“Il PNRR del Governo – ha commentato il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – sembra
aver trascurato il settore dell’auto, uno dei principali mercati d’Europa per volumi che
rappresenta pure una componente importante della transizione ecologica del Paese. E’
importante, perciò, che siano presto trovati altri strumenti normativi per rendere strutturali gli Ecobonus per le vetture ‘green’ con emissioni fino a 60 g/km CO2”.
“Nel breve periodo, invece – ha aggiunto Crisci – è urgente il rifinanziamento degli
incentivi per le vetture della fascia 61-135 g/km di CO2 che finora, sempre nell’ottica della sostenibilità, hanno dato il contributo più rilevante”.
Il Presidente dell’UNRAE ribadisce infine “l’urgenza di rimediare all’ulteriore forte
penalizzazione di cui sono oggetto in Italia le auto aziendali in fringe benefit perché, a causa del mancato adeguamento della tassazione ai nuovi valori di emissione WLTP, sia i dipendenti sia le aziende che concedono il benefit pagano, un’imposta maggiore in quanto ancora calcolata su valori di emissione non aggiornati (NEDC correlato) ”.
L’analisi della struttura del mercato del mese di aprile, anche in questo caso confrontata con
il 2019 per la comparazione non attendibile con l’analogo mese 2020, sotto il profilo degli
utilizzatori mostra un rallentamento dei privati che perdono l’8,1% delle immatricolazioni, per
l’affievolirsi del contributo degli incentivi, con una quota che nel mese copre il 59,6% del totale
rispetto al 63,3% del 1° quadrimestre (entrambi comunque in netta crescita rispetto al 2019).
In aprile, con 13.000 unità, le autoimmatricolazioni vedono scendere ulteriormente la loro penetrazione, all’8,9% del totale (10% nel 1° quadrimestre).
Sotto il profilo delle alimentazioni prosegue la drastica riduzione di diesel e benzina che si
fermano rispettivamente al 31,9% e 22,8% di share (32,8% e 24,8% in gennaio-aprile). Il Gpl
nel mese copre il 6,5% delle preferenze e il 6% nel quadrimestre, mentre il metano conferma
il 2,2% nel mese e 2,3% nel quadrimestre. In fortissima ascesa, le vetture ibride salgono al 28,7%
di quota, a poco più di tre punti di distacco dal motore a benzina, e chiudono il quadrimestre al
27,3% del totale. Forte espansione anche per le plug-in e le elettriche: le PHEV raggiungono
nel mese il 4,3% del totale (3,9% di share nel quadrimestre), le BEV il 3,3% (3,0% in gennaio aprile), grazie anche al supporto degli acquisti del noleggio.
In calo tutte le aree geografiche rispetto al 2019, con il Nord Est che sale al 34,1% di quota
(tre punti in più della rappresentatività archiviata dal 1° quadrimestre) grazie alla spinta del
noleggio, senza il quale scenderebbe al 23,2%. In seconda posizione il Nord Ovest al 29,3% in
aprile e 29,8% in gennaio-aprile. L’area centrale conferma un 21,1% nel mese e 22,2% nel
cumulato, il Sud si ferma al 10,4% (11,3 nel quadrimestre) e le Isole rappresentano in aprile il
5,1% delle immatricolazioni (5,5% nel cumulato).

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