Ricerca

Gino Bruni

Il mio blog

Mese

settembre 2022

Rispetto agli altri grandi paesi europei gli italiani – e le loro vetture – fanno meno km.

È ben noto che l’Italia, tra i cinque Major Markets europei, gode di due primati poco invidiabili: il tasso di motorizzazione più elevato, con 642 auto per 1.000 abitanti contro una media di 553 degli altri quattro Paesi, e il parco più vetusto a eccezione della Spagna, con un’età media di 12,2 anni. Gli italiani, con più di un’auto in famiglia, usano più vetture rispetto agli automobilisti dei maggiori paesi europei, tenendole per più tempo.

Meno noto è il fatto che gli italiani vantino una più bassa percorrenza media, sia per persona sia per vettura: 6.680 km l’anno pro-capite verso una media di 7.052 km per gli altri quattro Paesi, e 10.712 km l’anno per vettura contro 12.743 km di media fra gli altri quattro paesi. I tedeschi invece battono tutti, con 7.811 km l’anno pro capite e 13.602 per vettura.

Sono alcuni dei dati, anche inaspettati, contenuti nello studio UNRAE “L’automobile: italiani a confronto”, realizzato per Quattroruote e disponibile da oggi in forma sintetica sul numero di ottobre della rivista, e – in forma integrale – su Quattroruote.it e sul sito di UNRAE.

Spesso considerati “schiavi dell’auto” perché usano più auto degli altri, in realtà gli italiani “usano meno l’auto”, ossia percorrono meno chilometri con ciascuna auto, vuoi per minori necessità vuoi per risparmiare carburante: di conseguenza la tengono più a lungo, esponendola a un’obsolescenza tecnologica più pronunciata. Un uso meno efficiente sotto il profilo economico, data la maggiore incidenza dei costi fissi per km, con pesanti conseguenze ambientali e sociali dovute all’invecchiamento del parco. Secondo i dati UNRAE, al momento della rottamazione le autovetture in media raggiungono la veneranda età di diciotto anni.

Ma quanti italiani, grandi appassionati di motori, possiedono una patente di guida? Da noi è munito di patente il 72% degli adulti, un valore intermedio fra quelli – più bassi – di Germania (61%) e Spagna (65%) e quelli – più alti – di Regno Unito (82%) e Francia (90%). Considerando invece il numero di patenti per vettura, l’Italia con un indice di 0,95 – sempre dovuto all’elevato tasso di motorizzazione – si posiziona al di sotto di Regno Unito e Francia (1,20) e della Spagna (0,99), ma al di sopra della Germania (0,87).

È noto poi il divario con gli altri paesi in tema di auto con la spina: nel parco circolante l’Italia ha una quota di vetture elettriche (BEV) dello 0,3%, la più bassa insieme alla Spagna, lontana dall’1,4% di Germania e Francia e dall’1,1% del Regno Unito. Stessa quota dello 0,3% le ibride plug-in (PHEV), superata dagli altri quattro paesi con quote variabili dallo 0,4% della Spagna all’1,3% della Germania.

Le diverse intensità e modalità di utilizzo dell’auto, nel confronto con gli altri Paesi considerati, possono trovare le loro cause in molteplici e concomitanti fattori, della natura più varia: da quelli di natura socio-economica, in particolare reddituale, a quelli geomorfologici e urbanistici.  Al di là delle possibili spiegazioni, che richiederebbero un’analisi molto più approfondita, i dati dello studio UNRAE confermano ancora una volta la situazione emergenziale di un parco circolante vetusto, inquinante e insicuro. Una situazione peraltro in progressivo degrado, con l’età media delle auto italiane che nell’ultimo decennio è salita addirittura del 44%.

Commenta Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote: “Come purtroppo previsto, si va creando un fenomeno che potremmo chiamare di mobility divide: mentre l’industria investe nella direzione di una sofisticazione tecnologica sempre più marcata, un numero enorme di persone è spinta ai margini del mercato. Per questo, abbiamo voluto dedicare – nel fascicolo di Quattroruote in edicola – un ampio reportage su quanto sta accadendo a Milano, dove a moltissimi proprietari di auto relativamente anziane dal primo ottobre sarà impedito l’ingresso in città. Ferma restando la priorità da dare ai temi ambientali, negare il diritto alla mobilità privata a chi non ha i soldi per cambiare la macchina è profondamente iniquo”.

Un quadro ancor più drammatico in prospettiva, con un ciclo di sostituzione – a volumi di mercato attuali – di durata pari a 27 anni: quasi 5 in più della media degli altri quattro maggiori Paesi europei. Un periodo esageratamente lungo, data la velocità di trasformazione richiesta dalla decarbonizzazione dei trasporti: nel 2050, 15 anni dopo il previsto stop alla vendita di auto endotermiche, circolerebbero ancora vetture presenti già oggi sulle nostre strade.

In Italia, inoltre, si registrano fortissime disparità territoriali per tutti gli indicatori: rispetto al Trentino-Alto Adige – la regione più virtuosa (anche al netto del noleggio) – l’età media del parco risulta del 50% più alta in Campania, e la quota di vetture con oltre 15 anni di età risulta quasi doppia in Calabria. E sempre in Calabria, la quota di BEV è poco più di 1/10 di quella in Trentino-Alto Adige, mentre la quota di vetture ante Euro 4 è 2,3 volte più alta.

Tutto ciò – nota Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – dimostra la necessità e l’urgenza di robuste politiche di sostegno a un cambiamento radicale del parco auto: dallo stimolo alla domanda di privati e aziende sino alla capillare infrastrutturazione per la ricarica elettrica, pubblica e privata, e per il rifornimento di idrogeno, passando per una revisione strutturale della fiscalità sia privata che aziendale, senza dimenticare le esigenze di equità sociale e coesione territoriale”.

Veteran Car Club Ligure:  fine settimana con  la rievocazione storica della Pontedecimo Giovi.

Nata il 20 aprile del 1922 grazie all’Auto Moto Club, che poi diventerà dell’Automobile Club di Genova, che a tutt’oggi ne detiene il marchio,  la Pontedecimo – Giovi può essere considerata la veterana delle corse liguri.

Il primo pilota a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro fu Armando Rabagliati alla media di quasi sessantaquattro chilometri orari (63,399 per la precisione) su di una Hispano Suiza. Soltanto nel 1926, Federico Valpreda su Chiribiri, riuscì a battere questo record con una media di 63,582 chilometri orari.

Tra i vincitori famosi della gara va ricordato Piero Ghersi (su Maserati) che arrivò, pari merito, con il mitico Tazio Nuvolari (alla guida di un’Alfa Romeo) nell’edizione del 1931 alla media oraria di 85,03.

Nel 1965, con la potenza dei motori sempre più elevata, si decise di accorciare il chilometraggio della gara.

Quell’edizione fu vinta da Franco Rovetta su Abarth 2000. L’anno successivo, il 1965, a scalare per primo il valico dei Giovi fu l’allora semi sconosciuto, Sandro Munari su Lancia Flavia Sport.

L’ultima edizione della gara di velocità in salita si disputò nel 1967. A scrivere il proprio nome nell’albo d’oro fu Peter Schetty a bordo di un’Abarth 2000.

Il Veteran Car Club Ligure, che ne ha sempre curata la rievocazione, non poteva mancare  nella celebrazione del centenario.

L’evento, che è stato inserito a calendario ASI,  è aperto alle vetture costruite entro il 1967 nel rispetto di quella che fu l’ultima edizione della storica cronoscalata.

Ulteriori informazioni e programma completo della manifestazione nella pagina nella pagina internet: https://www.vccligure.com/pontedecimo-giovi

Questo il programma della  manifestazione:

Domani sabato 1 ottobre

Ore 14,30 partenza della prima vettura dalla località Ponterosso, per la salita verso il Passo dei Giovi che si ripeterà poi alle 16.

Dalle 17,30 i partecipanti  si sposteranno per il percorso turistico toccando Busalla, Montoggio, Gattorna per arrivare a Santa Margherita Ligure.

Domenica 2 ottobre

Ore 9 la carovana delle auto storiche si sposterà verso Zoagli per poi rientrare a Genova dalle ore 11. Alle 16,30 è prevista la cerimonia della premiazione.

Aperta  oggi la seconda edizione della Fiera Internazionale Fuoristrada

Il taglio del nastro dell’Aerea Expo di Viareggio a cura delle Autorità apre le porte ufficialmente al lungo fine settimana dedicato alla passione integrale e all’outdoor fortemente voluta dalla Federazione Italiana Fuoristrada con una partecipazione molto significativa di Espositori, anteprime nazionali di accessori e nuovi modelli, booked out registrato ai Tour ed occasioni di aggregazione a 360 gradi. Da oggi venerdì 31 settembre  a domenica 2 ottobre ingresso gratuito per tutti gli appassionati di off-road, ad ogni livello, e di outdoor. (nella foto allegata da sinistra: Simona Barsotti, Sindaca di Massarosa, Alessandro Russo, Comandante della capitaneria di Porto di Viareggio, Alessandro Meciani Assessore al Turismo di Viareggio, Marco Pacini, Presidente della F.I.F., Massimo Capozza, Vice Comandante del VI reparto mobile).

Grande soddisfazione espressa da Marco Pacini che, coadiuvato da circa 80 tra Istruttori e Assistenti volontari della Federazione Italiana Fuoristrada, nell’anno in cui la Scuola Federale compie 40 anni di attività, è riuscito a far crescere la manifestazione che si conferma punto di riferimento del mondo del fuoristrada a tutto tondo con oltre 70 espositori ospitati in un’area EXPO raddoppiata rispetti all’anno scorso (quasi un Km di lunghezza) tra  cui Accessoristi di altissimo livello e tutto il meglio del Mondo del 4×4 e del Mondo outdoor, in costante crescita innovativa.

Boom di iscrizioni anche ai Tour alla scoperta delle Cave del Corchia durante tutto il fine settimana e grande interesse dimostrato per i Tour Bio in 4×4 alla scoperta dei gusti, sapori, colori ed eccellenze toscane, senza dimenticare l’importanza del settore storico che culminerà, domenica 2 ottobre, con la seconda edizione del Tour Storico dedicato ai veicoli 4×4 con almeno 25 anni di età. 

L’assessore al Turismo e alle attività produttive del Comune di Viareggio Alessandro Meciani ha commentato “Una manifestazione completa, dinamica, in crescita con espositori che credono in questo evento che mette il territorio al centro del mondo del 4×4 che i Comuni della Versilia accolgono con entusiasmo e che, grazie alla Federazione Italiana Fuoristrada può scoprire ed apprezzare anche il nostro territorio”.

Una seconda edizione, cresciuta in numeri ed importanza, che grazie alla collaborazione dei comuni limitrofi permetto di far conoscere i valori ambientali, sportivi e culturali del nostro territorio – chiosa Simona Barsotti, Sindaca di Massarosa. Massarosa ha individuato un’area specifica adatta ad ospitare la passione del fuoristrada consapevole e nel rispetto della natura, non più da demonizzare ma al contrario da valorizzare come momento di aggregazione per intraprendenti fuoristardisti e famiglie intere, invitati alla scoperta delle ricchezze paesaggistiche e delle tradizioni enogastronomiche e culturali della Toscana”.

Curiosando tra gli stands della prima giornata di manifestazione oltre alle anteprime delle Case Auto, Moto e Quad scopriamo delle chicche che meritano una menzione particolare.

Nel settore Outdoor, per una camperizzazione accessibile a tutti CampUp ha ideato una piattaforma semplice e leggera, di solo 30 kg, che si installa sulle barre porta-tutto di qualsiasi auto o van e funge sia da portapacchi che da porta-tenda, proponendo una camera da letto mignon con vista dal tetto.

In fiera un esempio di Panda camperizzata, dotata anche di minuziosa personalizzazione interna.

Lato off-road duro e puro, invece, 4Tecnnique espone un modello assolutamente unico ed introvabile, giunto direttamente dagli USA: l’unico esemplare attualmente presente sul suolo italiano di FORD BRONCO, che sta spopolando negli stati Uniti. Un’esclusiva per il pubblico della manifestazione che ha l’occasione di ammirare, in anteprima, una vera rarità.

Questi gli orari di domani, sabato 1 ottobre 2022

Ore 09.00 apertura di tutte le Aree

Ore 18.00 chiusura delle Aree Experience 1 e 2

Ore 19.00 chiusura dell’Area Expo

Audi Motorsport: una leggenda che guarda al futuro.

Dopo aver dominato nei rally e a Le Mans, Audi mira alla conquista della Dakar. Dal 2026, l’Audi parteciperà al Campionato di Formula 1 con una Power unit appositamente sviluppata

Da oltre quaranta anni, la Casa Automobilistica sviluppa, nelle competizioni, tecnologie avanguardistiche in vista della produzione di serie

Presenti al Festival dello Sport di Trento le auto che hanno scritto la storia dei rally, dell’endurance e dei raid: Audi Sport quattro, Audi R18 e-tron quattro e Audi RS Q e-tron

A fianco delle vetture i campioni protagonisti dell’evoluzione sportiva Audi: Allan McNish, Tom Kristensen, Dindo Capello ed Emil Bergkvist

Il motorsport rappresenta il banco di prova Audi per le soluzioni tecniche del futuro. Da oltre quaranta anni, il Marchio dei quattro anelli è impegnato ai massimi livelli per testare tecnologie avanguardistiche in vista della produzione di serie. In occasione del Festival dello Sport di Trento, il Brand conferma il proprio impegno nel mondo delle competizioni esponendo alcune vetture che hanno scritto pagine indelebili del motorsport quali Audi Sport quattro, Audi R18 e-tron quattro e l’avanguardistico prototipo elettrico con range extender Audi RS Q e-tron.

La trazione quattro, icona tecnologica Audi divenuta famosa in tutto il mondo grazie ai successi nel Mondiale Rally negli Anni ’80, il motore TFSI, al debutto in pista nel 2001 a Le Mans e oggi adottato da pressoché tutte le gamme dei quattro anelli, e ancora la tecnologia TDI, best seller del Brand diventata sempre più efficiente e performante grazie all’impegno nell’endurance, sono solo alcuni degli esempi di come Audi sviluppi soluzioni avanguardistiche nelle competizioni per poi destinarle alla produzione di serie. Un approccio condiviso dalla costruzione con materiali leggeri, dai gruppi ottici a LED, dai proiettori con tecnologia laser e da molteplici innovazioni che hanno dovuto dimostrare di essere all’altezza in gara prima di approdare alla strada.

Audi, prima Casa automobilistica ad aver vinto la 24 Ore di Le Mans con un modello a propulsione ibrida, ora concentra la propria attenzione sulla tecnologia e-tron, favorendo il travaso di soluzioni hi-tech a vantaggio della nuova gamma full electric. Nel 2023, Audi punterà alla vittoria assoluta alla Dakar, il rally raid più difficile al mondo, schierando al via la seconda generazione del prototipo elettrico Audi RS Q e-tron, nel 2022 in grado di conquistare 4 vittorie e 10 podi di tappa al debutto assoluto in gara.

La Dakar conferma l’approccio pionieristico Audi alle competizioni, in quanto teatro dell’introduzione della propulsione elettrica con range extender, una tecnologia mai utilizzata prima in un frangente tanto probante, in attesa del debutto in Formula 1, previsto nel 2026. Audi affronterà la massima serie dell’automobilismo sportivo con un propulsore hi-tech caratterizzato da un elevato livello di elettrificazione rispetto allo standard odierno e dall’utilizzo d’innovativi carburanti sostenibili.

Evoluzione continua: la trazione quattro dai rally alla pista

Escludendo il periodo antecedente la Seconda Guerra Mondiale, caratterizzato dai successi nei Grand Prix degli Anni ‘30 delle monoposto Auto Union con al volante piloti del calibro di Hans Stuck, Bernd Rosemeyer, Achille Varzi e Tazio Nuvolari, la storia Audi nel motorsport inizia con Audi quattro.

Nel 1981, Audi quattro esordì nei rally in occasione dello Jänner Rallye in Austria. Fu la prima vettura 4WD a schierarsi al via del Mondiale. Dal 1982 al 1984 Audi conquistò quattro titoli – due piloti e due costruttori – nel Campionato del Mondo Rally.

Dopo aver rivoluzionato i rally e aver ottenuto dal 1985 al 1987 vittoria e record alla Pikes Peak (USA) – la cronoscalata più celebre al mondo – per tre volte consecutive con Audi Sport quattro, la Casa dei quattro anelli decise di scendere in pista: prima con Audi 200 quattro e Audi 90 quattro IMSA-GTO negli Stati Uniti, poi nel 1990 e nel 1991 con Audi V8 quattro, con la quale furono conquistati due titoli piloti nel DTM, il Campionato Tedesco Turismo, e infine con Audi A4 nella serie Super Touring dedicata alle vetture strettamente derivate dalla serie. Nel 1996, Audi A4 quattro vinse il campionato in sette Paesi.

Dopo la decisione di ritirare la trazione quattro dalle competizioni Turismo, Audi si dedicò ai prototipi dando lustro al claim “All’avanguardia della tecnica” nei 18 anni di presenza nella categoria. Nel 1999 debuttò con Audi R8 Sport a Le Mans, la gara endurance più difficile al mondo, conquistando il terzo gradino del podio al primo tentativo. Negli anni successivi Audi R8 dimostrò di essere la vettura da battere. Dal 2000 al 2002 la Casa dei quattro anelli mise a segno una storica tripletta, grazie anche alla tecnologia TFSI – turbo a iniezione diretta della benzina – utilizzata per la prima volta nel 2001 e in seguito introdotta nella produzione di serie. Nel 2004 e nel 2005 le vetture affidate ai team privati regalarono ad Audi altre due vittorie sul circuito di Le Mans. Con 63 vittorie complessive in 80 gare, Audi R8 si è guadagnata di diritto un posto nella storia del motorsport.

Tecnologia Audi TDI: la prima vittoria del Diesel a Le Mans

L’approccio avanguardistico del Brand all’attività sportiva trovò ulteriore conferma nel 2006, quando Audi R10 TDI fu la prima vettura da competizione con motore Diesel a trionfare alla 24 Ore di Le Mans. Nel complesso, a Le Mans la tecnologia Audi TDI s’impose per ben otto volte. Con Audi R10 TDI, la Casa dei quattro anelli vinse ancora sul circuito de la Sarthe nel 2007 e nel 2008. Non solo, il prototipo Diesel conquistò tre volte di seguito l’American Le Mans Series e nel 2008 anche la Le Mans Series europea.

Con Audi R15 TDI, nel 2010, Audi festeggiò una tripletta nella 24 Ore di Le Mans più veloce di tutti i tempi, stabilendo il nuovo record sulla distanza, tuttora imbattuto. La tecnologia Audi TDI ha vinto a Le Mans anche nel 2011, nel 2012, nel 2013 e nel 2014, anno in cui il Marchio ha festeggiato la tredicesima vittoria su 16 gare disputate. Successi ottenuti anche grazie ai continui primati in materia d’efficienza energetica: durante l’epoca TDI, nell’arco di un decennio, Audi ha ridotto il consumo di carburante del 46%.

Dal punto di vista tecnico, molte sono state le innovazioni, in primis le Audi laser light. Gli abbaglianti laser, dalla portata straordinaria, hanno debuttato a Le Mans nel 2014 con Audi R18 TDI e sono oggi disponibili per molteplici modelli dei quattro anelli di gamma media e superiore, spaziando dalla supercar Audi R8 all’ammiraglia Audi A8, dal SUV full size Audi Q7 alla coupé a cinque porte Audi A7 Sportback, passando per la gamma Audi A5 e le icone sportive Audi RS 6 Avant, Audi RS 7 Sportback e, in ambito full electric, Audi e-tron GT.

Endurance e Formula E: l’inizio dell’era e-tron

Con la prima vittoria di una sportiva ibrida alla 24 Ore di Le Mans del 2012, Audi ha dimostrato ancora una volta la propria vena pionieristica. Sul circuito de la Sarthe, Audi R18 e-tron quattro è rimasta imbattuta per tre anni di seguito: 2012, 2013 e 2014. I titoli piloti e costruttori conquistati dal prototipo ibrido nel Campionato del Mondo Endurance (WEC) 2012 e 2013 sono gli ultimi vinti da Audi che, nel 2016, ha abbandonato le gare di durata.

Nella stagione 2017 la Casa dei quattro anelli ha rinnovato la propria presenza in ambito sportivo. Il Brand ha dimostrato di essere al vertice non solo nel DTM, ma anche in due discipline entrate per la prima volta nel portfolio del Marchio. Audi ha infatti sostenuto il team di rallycross di Mattias Ekström, che nel 2016 ha dominato il Campionato Mondiale Rallycross FIA, e nella stagione 2017/2018 è subentrata in veste ufficiale al team ABT in Formula E, massima serie dell’automobilismo sportivo a zero emissioni. Prima Casa tedesca a correre nella serie, dopo il titolo piloti nel 2016/2017, vinto dal pilota Lucas di Grassi, Audi ha conquistato nel 2017/2018 il titolo costruttori.

Il presente-futuro: Dakar e Formula 1

Parallelamente all’evoluzione sostenibile dell’offerta di serie, Audi prosegue nell’elettrificazione dell’impegno sportivo: un processo iniziato nel 2012 nell’endurance, proseguito in Formula E. Ora è giunta la sfida del deserto. Dopo aver conquistato quattro vittorie e dieci podi di tappa alla Dakar 2022, esordio assoluto per l’innovativo prototipo elettrico con range-extender Audi RS Q e-tron, a marzo 2022 è arrivato il primo, storico, successo nei rally raid, una disciplina motoristica totalmente nuova per il Brand, trionfando all’Abu Dhabi Desert Challenge.

A settembre ha debuttato lo step evolutivo di Audi RS Q e-tron, la vettura da competizione Audi più evoluta e complessa di sempre, denominato E2: una sigla che evoca la fase finale di sviluppo della leggendaria Audi Sport quattro Gruppo B degli Anni ’80. Audi RS Q e-tron E2 correrà a ottobre nel Rally del Marocco, per poi schierarsi al via della Dakar 2023. La carrozzeria, totalmente nuova, è caratterizzata da un’aerodinamica affinata e contribuisce al contenimento delle masse e al ribassamento del baricentro. L’elettronica alla base del sistema di gestione dell’energia garantisce una superiore efficienza, anche in condizioni limite, mentre gli equipaggi possono contare su di un abitacolo più spazioso e funzionale.

Parallelamente all’impegno nei rally raid, Audi ha annunciato l’entrata in F1, classe regina del motorsport. Dal 2026, la Casa dei quattro anelli parteciperà al Campionato mondiale FIA di Formula 1 con una Power unit appositamente sviluppata. Il progetto avrà come centro nevralgico il Competence Center Audimotorsport di Neuburg, nei pressi di Ingolstadt. È la prima volta da oltre dieci anni che un propulsore di Formula 1 è realizzato in Germania.

Fattori determinanti per la partecipazione di Audi alla classe regina del motorsport sono le nuove regole tecniche, che si applicheranno dal 2026 e che prevedono un livello superiore di elettrificazione rispetto allo standard odierno e l’utilizzo d’innovativi carburanti sostenibili.

McNish, Kristensen, Capello e Bergkvist: a Trento il gotha del motorsport Audi

Il trasferimento di soluzioni avanguardistiche dalle competizioni alla strada, caratteristico dell’approccio Audi al motorsport, passa attraverso figure cardine che, oltre ai risultati sportivi, hanno apportato un contribuito determinante allo sviluppo delle tecnologie dei quattro anelli. Un coinvolgimento testimoniato dalla presenza al Festival dello Sport di Trento di Allan McNish, Director Coordination Motorsport Activities Audi Group, incluso il progetto Formula 1. In 32 anni di carriera agonistica, McNish ha ottenuto i principali successi al volante dei prototipi Audi ed è arrivato per ben 9 volte sul podio di Le Mans. Un palmares che gli è valso il titolo di “Le Mans legend”. A Trento, McNish ritrova l’Audi R18 e-tron quattro con la quale ha conquistato il Campionato del Mondo Endurance (WEC) nel 2013.

Al titolo 2013 ha contribuito anche “Mr. Le Mans”, al secolo Tom Kristensen. Specialista dell’endurance, il pilota danese ha conquistato ben 9 volte, di cui 6 consecutivamente – dal 2000 al 2005 – la 24 Ore. Nel 2004 in team con Rinaldo “Dindo” Capello, l’ultimo italiano a trionfare, nel 2008, nella competizione di durata più celebre al mondo. Come Kristensen, anche Capello, salito in carriera 10 volte sul podio di Le Mans e per questo insignito del titolo di “Le Mans legend”, è tra i protagonisti a Trento.

All’esperienza in pista dei quattro anelli si affianca l’anima rallystica del Brand, rappresentata al Festival dello Sport dalla leggendaria Audi Sport quattro, mattatrice negli Anni ’80, e da una vettura destinata a diventare un’icona del motorsport: la prima generazione di Audi RS Q e-tron. Il prototipo elettrico con range extender, vincitore di 4 tappe alla Dakar 2022, è affiancato da Emil Bergkvist, navigatore di Mattias Ekström e tra i principali artefici dello sviluppo dell’auto, in particolar modo delle funzioni di bordo. Grazie a Bergkvist, le novità tecniche introdotte dallo step E2 della vettura garantiscono un minore impegno psicofisico a vantaggio della concentrazione e delle performance degli equipaggi.

Il palmarès Audi nel motorsport

Rally

1981: Audi quattro esordisce in occasione dello Jänner Rallye, in Austria. È la prima vettura 4WD a schierarsi al via del Mondiale

Anni ’80: dal 1982 al 1984 quattro titoli (due piloti e due costruttori) nel Campionato del Mondo

Innovazione tecnologica: trazione integrale quattro

Dal 1985 al 1987 tre vittorie nella celebre cronoscalata americana Pikes Peak

Pista

Successi negli USA nelle competizioni Trans Am e IMSA GTO

Anni ’90: nel 1990 e nel 1991 titoli piloti nel DTM, nel 1996 sette titoli nella categoria Super Touring

WEC (endurance)

Audi attiva dal 1999 al 2016

1999: debutto a Le Mans con Audi R8 Sport e conquista del terzo gradino del podio

2000-2002 e 2012-2014: storiche triplette consecutive a Le Mans

2010: con Audi R15 TDI, Audi monopolizza il podio della 24 Ore di Le Mans più veloce di tutti i tempi, stabilendo un nuovo record sulla distanza, tuttora imbattuto

Complessivamente 13 vittorie assolute alla 24 ore di Le Mans con le tecnologie TFSI, Diesel, ibrida e affidandosi alla trazione posteriore o integrale quattro

Dal 2012, anno d’istituzione del WEC, 4 titoli piloti/costruttori con Audi R18 e-tron quattro

Innovazioni tecnologiche:

Tecnologia TFSI. Turbo a iniezione diretta della benzina dal 2001

Tecnologia Diesel. Audi R10 TDI è la prima racing car con motore Diesel a trionfare alla 24 Ore di Le Mans (2006). Complessivamente, 8 vittorie e record di distanza a Le Mans per la tecnologia TDI

Tecnologia ibrida. Audi R18 e-tron quattro prima sportiva ibrida a vincere a Le Mans (2012)

Per la prima volta, proiettori Audi Matrix LED in gara (2012)

Audi laser light, portate al debutto da Audi R18 TDI a Le Mans (2014)

Formula E

2014, Audi prima Casa tedesca a partecipare al Campionato di Formula E

Audi schierata inizialmente a fianco del team ABT Sportsline e dal 2017 al 2021 in veste ufficiale

Vittoria del titolo piloti nel 2017 e del titolo costruttori nel 2018

Dakar

2022: a quarant’anni dal debutto in gara di Audi quattro, la Casa di Ingolstadt torna ai rally rivoluzionando nuovamente il panorama del motorsport

I rally raid costituiscono la settima disciplina motoristica nella quale si cimenta Audi Sport

Audi RS Q e-tron è il primo prototipo elettrico con range extender al mondo a schierarsi al via della Dakar. Adotta tre MGU di derivazione Formula E la trazione full electric

Grazie all’efficacia della trazione integrale quattro elettrica, Audi RS Q e-tron conquista 4 vittorie e 10 podi di tappa alla Dakar 2022. Un exploit cui fa seguito il primo successo assoluto nei rally raid, ottenuto a marzo all’Abu Dhabi Desert Challenge

All’inizio di settembre debutta Audi RS Q e-tron E2, evoluzione più leggera, aerodinamica ed efficiente del prototipo Audi

Innovazioni tecnologiche:

Propulsione elettrica con range extender. Unicum nel panorama del motorsport

Inedita lavorazione dei compositi

Formula 1

2026, Audi entrerà nella classe regina del motorsport con una Power unit appositamente sviluppata

Il propulsore dei quattro anelli sarà realizzato presso il Competence Center Audimotorsport di Neuburg

I nuovi regolamenti, orientati alla sostenibilità e all’efficientamento – prevedono un livello superiore di elettrificazione rispetto allo standard odierno e l’utilizzo d’innovativi carburanti sostenibili – alla base della partecipazione Audi

I 40 anni di Citroën BX.

Citroën festeggia il 40° compleanno della BX, presentata a settembre 1982 sotto la torre Eiffel.

Vettura familiare degli anni ’80 dallo stile straordinario, disegnata dal carrozziere italiano Bertone, prodotta in oltre 2,3 milioni di esemplari, la BX è stata un grande successo commerciale e ha contribuito alla crescita di Citroën nel segmento delle medie superiori tra il 1982 e il 1994.

La BX ha una storia ricca e inaspettata nell’epopea di Citroën e dell’automobile, che riflette il successo commerciale ottenuto nei suoi 12 anni di vita. Oggi, naturalmente, ha un posto speciale nel cuore degli automobilisti e dei collezionisti, che non mancheranno di festeggiare con entusiasmo il suo 40° #anniversario. Per l’occasione, gli esperti dell’associazione L’Aventure Citroën hanno invitato tutti gli appassionati a riscoprire la BX sabato 24 settembre presso il Conservatoire Citroën di Aulnay-sous-Bois.

Il debutto sotto la torre Eiffel

Era il 23 settembre 1982 e, al calar della sera, una folla immensa era assiepata nei giardini di Champ de Mars, con lo sguardo rivolto al primo piano della torre Eiffel dove si trovava, sospesa, una gigantesca cassa di legno con la scritta “Voilà la nouvelle Citroën”. In un vertiginoso spettacolo di luci e suoni, la cassa fu calata verso terra, dove fu finalmente aperta per svelare la BX, che iniziò così la sua favolosa carriera tra applausi entusiastici, mentre la torre Eiffel era adornata con i double chevron e illuminata da fuochi d’artificio.

Pochi giorni dopo, il 30 settembre 1982, il 69° Salone dell’Automobile di Parigi, a Porte de Versailles, apre i battenti e segna l’inizio della commercializzazione della BX, una delle protagoniste indiscusse del salone.

Il progetto «XB»

Lanciato nel 1978 con il nome in codice “XB”, il progetto della Citroën BX fu completato nel novembre 1979. Tra i principali obiettivi del progetto c’era quello di rendere la futura bx, un veicolo moderno e non convenzionale, ponendo l’accento sull’innovazione. La BX doveva essere un’auto a trazione anteriore, con motore trasversale e un peso ridotto per garantire una buona accelerazione e limitati consumi di carburante, ai tempi un importante indice di efficienza. Come tutte le vetture Citroën di alta gamma dell’epoca, la BX fu dotata di un sistema di sospensioni idropneumatiche per garantire il comfort e una tenuta di strada ineccepibile. BX aveva una carrozzeria a due volumi con 5 porte, incluso portellone posteriore.

Lo sviluppo fu affidato al centro tecnico di Vélizy, che investì molto nel CAD (Computer Aided design, in altre parole la progettazione assistita da computer) per accelerare la convergenza tra la progettazione e l’ottimizzazione delle prestazioni. Con questo strumento, la BX raggiungerà un buon coefficiente aerodinamico pari a 0,34. Grazie all’uso innovativo di materiali compositi per elementi come i paraurti, il portellone del bagagliaio, il cofano motore e i pannelli posteriori, la BX riuscirà ad avere un peso a vuoto di soli 885 kg. Primo veicolo dell’era PSA, la BX utilizzerà i propulsori del Gruppo. Equipaggiata da subito con motori potenti (62 CV e 72 CV 1360 cm3, 90 CV 1580 cm3), la BX sorprende per il suo dinamismo.

LA LINEA DEL SUCCESSO

Con BX, Citroën si è posta un duplice obiettivo: entrare nel mercato delle vetture del segmento medio superiore e subentrare a GSA. Per raggiungere questo traguardo, la BX potrà contare su solide basi tecniche che garantiranno comfort, dinamismo ed economia di utilizzo, oltre che su una nuova silhouette dal #design innovativo.

Per la progettazione della BX, Citroën si affidò al famoso carrozziere italiano Bertone. Il designer Marcello Gandini (padre della Miura, della Countach e della Stratos) propose una linea originale, essenziale, priva di eccentricità, che si distingueva nel panorama automobilistico dell’epoca e che sarebbe diventata l’emblema della BX. Anche l’abitacolo colpiva per la plancia futuristica ispirata a CX, di cui riprende alcuni equipaggiamenti caratteristici come i “satelliti” ai lati del volante monorazza e il tachimetro illuminato a tamburo girevole.

Decisamente moderna e ricca di equipaggiamenti, la BX convinse immediatamente la stampa, riuscì a sedurre la clientela Citroën conquistando nuovi clienti: fu un grande successo commerciale. Prodotta nello stabilimento di Rennes La Janais in Bretagna e in quello di Vigo in Spagna, è stata venduta in 2.337.016 esemplari prima del termine della produzione nel giugno 1994. Una delle #auto Citroën più vendute, BX ha contribuito indubbiamente a rilanciare la marca Citroën negli anni ottanta.

Una produzione ricca di modelli ed equipaggiamenti

I 12 anni di commercializzazione della BX sono stati caratterizzati da numerose evoluzioni della carrozzeria. Nel 1985 è aggiunta alla gamma un’elegante versione SW familiare, più lunga di 17 cm rispetto alla berlina e denominata Evasion, così come la versione aziendale apparsa un anno prima. Nel 1987 si assiste a un importante restyling: la BX sfoggia una linea esterna più morbida e la plancia è completamente nuova.

Gli equipaggiamenti non sono trascurati: tetto apribile, aria condizionata, strumentazione digitale, rivestimenti in velluto, cerchi in lega, orologio digitale, computer di bordo, permette alla BX di restare fedele alla sua immagine di veicolo moderno.

Dal punto di vista meccanico, la BX rimane all’avanguardia della tecnologia con motori che sviluppano fino a 160 CV, iniezione elettronica dotata di catalizzatore con sonda lambda, motore diesel, cambio automatico, trazione integrale permanente e frenata con ABS. Sarà offerta anche una serie limitata di 200 esemplari della versione stradale della BX 4 TC da competizione del gruppo B (2141 cc, 200 CV, 220 km/h).

La carriera della BX sarà inoltre costellata da numerose edizioni limitate (Tonic, Image, Calanque, Leader, ecc.), tra cui la famosa Digit con il quadro strumenti interamente digitale.

Lo sapevate?

Affidata a Jacques Séguéla, la campagna pubblicitaria di lancio presenta la BX come un’auto che vive, pensa e respira, un chiaro riferimento alle sensazioni e ai movimenti generati dalle sospensioni idropneumatiche.

Nel 1985 Citroën è il primo costruttore francese a proporre una versione diesel automatica. Nel 1987 Citroën innova ancora e introduce la prima vettura francese di serie dotata di un motore a 16 valvole. È sempre la BX!

Sempre all’avanguardia della tecnologia, BX è stata la prima vettura prodotta in serie a utilizzare un cofano composito in fibra di vetro e poliestere compresso, portellone posteriore di fibra di vetro e poliestere iniettato, lunotto incollato e proiettori dai riflettori parabolici con due superfici riflettenti omofocali.

Nel settembre 1982, al momento del lancio commerciale, BX era disponibile in cinque versioni e in due motorizzazioni:

BX – BX 14 E – BX 14 RE con una cilindrata di 1360 cm3 e BX 16 RS – BX 16 TRS con una cilindrata di 1580 cm3.

BB Competition ed Efisio Gamba “di classe” al Rallye Elba Storico

Il pilota locale ha archiviato l’appuntamento valido per il Tricolore Auto Storiche e per il Campionato Europeo in diciottesima posizione assoluta ed al vertice della classe 1600 sulla Peugeot 205 GTI di 4° Raggruppamento.

É reagendo con fermezza ad un problema meccanico accusato nell’ultimo giorno di gara che Efisio Gamba ha garantito alla Scuderia  BB Competition un ruolo di primo piano sulle strade del Rallye Elba, appuntamento svoltosi nel fine settimana e valido per il Campionato Europeo ed Italiano Rally Auto Storiche. Affiancato “alle note” da Maurizio Olla, il portacolori del sodalizio spezzino è riuscito ad esprimere grandi contenuti fin dall’avvio, grazie ad una condotta crescente valsa la presenza costante nelle prime venti posizioni della classifica assoluta, risultato di spessore in virtù della presenza di vetture di maggior potenzialità e degli esponenti del panorama rallistico europeo.

“Un impegno che ci ha soddisfatti a pieno – il commento di Efisio Gamba – sia per quanto riguarda l’approccio che il prosieguo di gara. Abbiamo saputo esprimerci egregiamente anche in condizioni di bagnato, centrando un obiettivo importante in un contesto che ha evidenziato grande selettività”.

Una condotta concreta, pur rallentata da un problema agli ammortizzatori accusato sui chilometri del terzo giorno di gara e risolto in tempo utile dai tecnici del team, ha consentito all’equipaggio l’ottimo risultato  della diciottesima posizione assoluta e della prima posizione di classe, in un contesto dove a farla da padrona è stata l’alternanza delle condizioni meteo, con la pioggia che ha obbligato il pilota isolano ad una diversa interpretazione rispetto a quella di avvio.

Per BB Competition l’ennesima conferma della bontà di una programmazione rivolta sia all’ambito moderno che storico.

Dal 2011al 2020: 6mila bambini morti sulle strade europee.

Di questi 467 i bambini italiani

Incidenti stradali = 6,5% causa di morte in età infantile

Sono più di 6mila i bambini (minori di 14 anni) dell’Unione Europea morti a causa di incidenti stradali, nel decennio 2011-2020. 467 di loro (il 7,78% del totale) erano italiani. Nell’UE gli incidenti stradali rappresentano il 6,5% di tutte le cause di morte in età infantile e, in media, dopo il primo anno di età, un decesso infantile su 15 è causato da una collisione stradale. Tutto questo, nonostante, tra 2010 e 2020, la mortalità dei bambini (decessi per milione di abitanti in età infantile) sulle strade europee si sia ridotta del 46%, mentre, per tutte le altre fasce d’età, è scesa del 36%.

Sono solo alcuni dei molti dati preoccupanti che emergono dalla lettura di “Ridurre le morti di bambini sulle strade europee”, il nuovo rapporto pubblicato nell’ambito del programma “Road Safety Performance Index” (www.etsc.eu/pinflash43) dell’ETSC, il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti.

“Perdere un figlio in un incidente stradale – ha dichiarato Antonio Avenoso, Direttore Esecutivo ETSC – è una tragedia che nessuna famiglia dovrebbe vivere. Sebbene, in alcune parti d’Europa, l’azzeramento della mortalità infantile stia diventando una realtà, la strada da percorrere è ancora lunga”.

“Molti dei progressi in sicurezza degli ultimi anni – ha aggiunto Avenoso – sono stati raggiunti grazie ad automobili più sicure. Tenere al sicuro i bambini rinchiudendoli in gabbie di metallo, però, è una ‘vittoria di Pirro’. Se vogliamo che bambini sani e attivi diventino adulti sani e attivi, dobbiamo cambiare modo di ragionare”.

“Per rendere le città sicure per i bambini – ha concluso il Direttore Esecutivo ETSC – bastano cose semplici, come velocità più basse e strade scolastiche. Se, però, vogliamo davvero ridurre le centinaia di tragiche morti di bambini che si verificano ogni anno, dobbiamo riprogettare i nostri spazi urbani, per tenere separati i bambini dai veicoli veloci, e creare degli spazi nei quali i piccoli possano giocare e muoversi in sicurezza”.

Italia nel 2021: 28 bambini morti in incidenti stradali. 23 avevano tra 5 e 14 anni

Ancora elevata la quota di bambini (0-14 anni) deceduti in incidenti stradali nel nostro Paese nel 2021. In aumento – rispetto al 2019 – la fascia 5-14 anni, a fronte di una diminuzione per quasi tutte le altre età. Sono 28 i bambini che hanno perso la vita in incidenti stradali nel 2021. Di questi, 23 tra 5 e 14 anni (erano 18 nel 2019 e ben 29 nel 2020)[1]. In particolare, nella classe di età 5-9 anni, rispetto al 2019, le vittime salgono da 4 a 6. Nella classe 10-14 anni, invece, passano da 14 a 17. Rispetto alla media europea, da noi la situazione risulta, comunque, migliore. Nell’ultimo triennio, infatti, il numero di bambini morti per milione di abitanti è pari a 6, contro i 9 della media UE.

Tra le circa 40 raccomandazioni che il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti rivolge ai governi dei Paesi Membri e all’UE, percorsi ciclabili e pedonali sicuri verso le scuole. Secondo l’ETSC, le strade intorno alle strutture per l’infanzia e nelle aree urbane con molti ciclisti e pedoni dovrebbero essere progettate per una velocità di 30 km/h, e prevedere limitazioni al traffico.

Dal momento che, quest’anno, l’Unione Europea rivedrà le regole sulle patenti di guida, ETSC chiede anche una formazione teorica e pratica obbligatoria, nonché una prova pratica, per ottenere una patente di guida AM (ciclomotore).

L’ETSC sottolinea, inoltre, che 16 Paesi europei (tra i quali l’Italia) consentono ai bambini di guidare un motorino a 14 o 15 anni, nonostante un’età minima raccomandata dall’UE di 16 anni. A 14 anni, il 20% dei morti sulla strada sono su un ciclomotore, la stragrande maggioranza dei quali ragazzi (maschi).

L’ETSC afferma, infine, che non si dovrebbe abbassare l’età minima raccomandata dall’UE (16 anni) per la guida non accompagnata delle auto.


 

L’Elba Graffiti di Fumagalli – Burlando

All’Elba Graffiti , gara di regolarità Sport, c’era anche l’equipaggio genovese formato da Gino Fumagalli ed Emilio Burlando a  bordo di una Fia 124 Abarth del 1973 con i colori della scuderia Team Bassano.

Il risultato finale è lusinghiero – secondo di raggruppamento – e sedicesimi assoluti.

Secondo il racconto dei  due partecipanti la prima tappa è si è chiusa con penalità “pesanti” e un ottimo tempo nell’ultima prova della giornata , con sole 5 penalità.

La seconda giornata  di gara è andata meglio.  Soprattutto  il tempo ottenuto sulla lunghissima prova (18 Km) che gi ha consentito alla coppia genovese di tagliare il traguardo in sedicesima piazza su 28 concorrenti che hanno concluso la gara.

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑