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Gino Bruni

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febbraio 2023

Genova ordinanza antismog:  i commenti dell’ Automobile Club Genova

In merito all’ordinanza antismog del Comune di Genova che entrerà in vigore domani (mercoledì 1 marzo), l’Automobile Club Genova considera fondamentale e necessitato l’obiettivo di prevenzione e riduzione dell’inquinamento atmosferico a tutela della salute pubblica; comprende e condivide l’impostazione di massima delle misure adottate, apprezzando in particolare le modifiche dell’ultima ordinanza che ha “ridefinito” la mappa delle restrizioni  con la divisione di Genova in due zone e prevedendo  deroghe importanti legate a emergenze sanitarie, veicoli in attesa di consegna, “car pooling” e, fino al prossimo 1° luglio, per i veicoli commerciali (venendo giustamente incontro alle istanze dei commercianti, ma riteniamo un termine troppo breve).

L’Ac Genova, con tutte le sue delegazioni sul territorio, costituisce oggi più che mai uno sportello informativo di grande valore per tutta la cittadinanza che si sta rivolgendo agli uffici per avere informazioni in merito ai nuovi divieti.

Sul tema, alla luce della propria competenza specifica, l’Automobile Club Genova evidenzia anche due importanti aspetti. L’Aci è attento alla mobilità urbana anche dei veicoli storici, ponendosi come interlocutore delle istituzioni nazionali e locali con proposte e progetti a tutela della sostenibilità ambientale, dell’efficienza dei sistemi di circolazione urbana e del grande patrimonio storico automobilistico che il mondo ci invidia. 

“Di fronte ai blocchi tout court a danno delle vere auto d’epoca – sottolineano Carlo Bagnasco e Alberto Campanella, presidente e vicepresidente di Ac Genova – la soluzione non può essere quanto finora proposto da alcune associazioni, ovvero consentire l’accesso ai centri urbani a tutti i veicoli dotati del certificato di rilevanza storica, in quanto lo stesso viene rilasciato ad ogni auto che abbia compiuto 20 anni, se ben conservata, indipendentemente dal modello. Ciò comporterebbe danni irreversibili in termini di inquinamento e congestione stradale, poiché almeno l’80% delle vetture con tale certificato è vecchio anziché storico, usato quotidianamente senza alcuna accortezza perché di discutibile valore. E’ invece fondamentale una selezione più efficace – prosegue Bagnasco – autorizzando l’ingresso nei centri urbani ai soli modelli elencati nella Lista di Salvaguardia, redatta da ACI Storico in collaborazione con autorevoli esperti e le più rappresentative sigle del settore. Con questo criterio stringente ed oggettivo, avrebbero semaforo verde solo il 20% delle auto che nell’ultimo triennio hanno conseguito il certificato di rilevanza storica annotato sul documento di circolazione”. 

Un’altra considerazione va fatta. Uno studio di ARPA Lombardia, stima che una autovettura diesel con 22 anni di età (una Euro 3 del 2001) percorre annualmente 1043 km contro i 22325 di un’auto diesel di un anno. E’ quindi vero che una Euro3 Diesel emette di più, per km percorso, ma mediamente percorre molti meno chilometri di una auto Euro 6 Diesel.

“E’ una misura sicuramente importante ma forse non così efficace come si può immaginare”, evidenzia Raffaele Ferriello, direttore di Ac Genova. “Come evidenziato dall’area professionale tecnica di Aci, le emissioni in termini di NOx cioè di ossidi di azoto sono 0,50 g/km contro gli 0,08 g/km di una Euro6: cioè 6,25 volte maggiori. Ma le auto Euro 3, cioè auto con 20 anni di età, hanno percorrenze annue fino a dieci volte inferiori rispetto a una auto nuova. E questo va sottolineato per poter comprendere al meglio l’efficacia dell’ordinanza”.

60° Trofeo Laigueglia: la stagione del grande ciclismo in Italia riparte a bordo di Suzuki Hybrid

– Il Trofeo Laigueglia, la prima classica italiana nel calendario ciclistico italiano e internazionale, sceglie Suzuki come Auto della 60° edizione

 – Al via 20 team, che schierano alcuni tra i più forti campioni in circolazione

 – Suzuki conferma il suo impegno nel mondo del ciclismo

Con l’inizio del mese di marzo, il Trofeo Laigueglia apre, come da tradizione, la stagione italiana del grande ciclismo professionistico su strada.
L’organizzazione del Trofeo Laigueglia, giunto quest’anno alla sua 60° edizione, ha scelto Suzuki come l’Auto di questa importante storica edizione che si correrà il 1° marzo.
Suzuki per l’occasione fornirà una flotta di auto ibride a supporto della gara e dei ciclisti in corsa. A organizzare la celebre gara ligure sarà per la prima volta lo staff di ExtraGiro, lo stesso gruppo artefice dal rilancio del Giro d’Italia Giovani e che nel 2020 ha allestito a tempo di record i Campionati del Mondo di Imola.

Un legame profondo con il pedale
Suzuki vede in chiunque pedali un’espressione della sua filosofia valoriale legata alla passione e al rispetto dell’ambiente. Che lo faccia per diletto, per sport o per la propria mobilità quotidiana, chi va in bicicletta è espressione di libertà e conduce una vita attiva, a contatto con la natura e nel suo massimo rispetto.
Quando poi si parla di agonisti di alto livello, emerge un’altra chiara similitudine. Questi ciclisti sono un esempio di determinazione nel cercare di migliorarsi e di superare i propri limiti. Il loro impegno ricorda quello che mette Suzuki per sviluppare prodotti innovativi, affidabili, efficienti e piacevoli da offrire alla propria clientela.

Tutto pronto per la gara
Al via della 60° edizione del Trofeo Laigueglia ci saranno 20 squadre, di cui ben nove del circuito World Tour, cui se ne aggiungeranno sei Professional e cinque Continental. Tra le loro fila saranno presenti alcune delle stelle più brillanti del firmamento internazionale, desiderose di aggiungere il loro nome a un Albo d’Oro in cui figurano personaggi come Merckx, Dancelli, Bitossi, Baronchelli, Maertens, De Vlaeminck, Saronni, Ballan e Pozzato.
Alla partenza, tra gli atleti più attesi figurano Richard Carapaz, campione olimpico in carica, ed Egan Bernal, già vincitore del Tour de France e del Giro d’Italia, oltre agli ex campioni del mondo Michał Kwiatkowski e Rui Costa, mentre a tenere alto il Tricolore saranno tra gli altri Alberto Bettiol, Simone Consonni, Andrea Piccolo, Lorenzo Rota, Diego Ulissi, Alessandro Covi, Giulio Ciccone, Antonio Tiberi, Dario Cataldo, Lorenzo Fortunato e Andrea Vendrame.
I campioni si confronteranno su un tracciato di 201 km ben noto agli appassionati e che ha sempre regalato intense emozioni. Il plotone dovrà affrontare due Gran Premi della Montagna (Paravenna, al km 68, e Testico, al km 122), prima di far rientro a Laigueglia per ripetere quattro volte un circuito finale di circa 11 km, con la salita di Colla Micheri e Capo Mele.

Suzuki, tradizione e innovazione dal 1909
Suzuki Motor Corporation è un costruttore di automobili, motocicli e motori fuoribordo.
Suzuki nasce nel 1909 da un’idea imprenditoriale di Michio Suzuki, che, nella cittadina di Hamamatsu, in Giappone, costruisce uno stabilimento per la produzione di telai tessili. Nel 1920 il laboratorio Suzuki Loom Works diventa Suzuki Loom Manufacturing Co, e nel 1952 viene introdotta la prima bicicletta motorizzata, la Power Free. Nel 1954 Suzuki diventa Suzuki Motor Corporation Ltd e nel 1955 nasce Suzulight, la prima automobile, seguita nel 1965 dal primo motore fuoribordo, il D55. Nel 1970 debutta Jimny LJ10, il primo 4×4 e nello stesso anno appare il mini MPV Carry L40V, 100% elettrico.
Da allora in avanti, l’attività industriale nei differenti settori ha proseguito il suo incessante cammino di crescita puntando su tecnologia, affidabilità, design e innovazione.

Automobilismo: a “tinte tricolori” il 2023 di BB Competition.

“Con grande soddisfazione, BB Competition è lieta di affiancare ancora Liberato Sulpizio nel Campionato Italiano Assoluto Rally, proseguendo nel rapporto di collaborazione costruito un anno fa. Un progetto impegnativo e, allo stesso tempo, stimolante, concretizzato grazie al supporto dei nostri partner ed alla collaborazione di un’azienda, la Eagle srl di Roma, che ha sposato a pieno la nostra filosofia”.

Con queste parole Claudio Arzà, presidente del sodalizio spezzino, ha ufficializzato la partecipazione del driver al principale confronto nazionale, contesto che lo vedrà alla partenza degli appuntamenti su fondo asfaltato al volante della Hyundai I20 R5 messa a disposizione dal team Friulmotor, esemplare equipaggiato con pneumatici Pirelli.

Un 2023 di nuove prospettive, quello del pilota laziale, atteso dall’esordio al volante della vettura a chiusura di una parentesi che lo ha visto – nelle due precedenti programmazioni sportive – esprimere le caratteristiche della Skoda Fabia Rally2. Al fianco di Liberato Sulpizio, nel ruolo di copilota, siederà ancora Alessio Angeli, compartecipe di un percorso che avrà nel Rally Il Ciocco il suo appuntamento di apertura.

“Sono felice di poter vestire ancora i colori di BB Competition – il commento, entusiasta, di Liberato Sulpizio – sarà una stagione ricca di novità a partire dalla vettura, la Hyundai, per me nuova ed il team, la Friulmotor, una squadra che non ha certo bisogno di presentazioni. L’obiettivo è quello di divertirsi ma, soprattutto, far divertire chi ci seguirà in prova speciale e crescere mettendo a frutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Quest’anno avremo occasione di partecipare a qualche gara in più rispetto allo scorso anno”.

Nuova crescita per i furti d’auto: quasi 1 su 2 è un SUV

Secondo il report LoJack, le sottrazioni di auto sono ormai quasi tornate ai livelli pre-pandemia.

Superato il limite di guardia per i furti degli Sport Utility Vehicle.

Al Centro-Nord prevale il furto su commissione, al Sud il “cavallo di ritorno” e la sottrazione per appropriarsi dei pezzi ricambio.

Dopo il calo vissuto nel 2020 e nella prima parte del 2021, lo scorso anno i furti d’auto sono tornati a crescere avvicinandosi ai livelli pre-pandemia. Il business criminale sta prendendo di mira in modo particolare gli Sport Utility Vehicle che hanno raggiunto la quota record del 47% sul totale dei veicoli sottratti. Italia spaccata in due: al Centro-Nord prevale il furto su commissione e al Sud la sottrazione è propedeutica al, cosiddetto, “cavallo di ritorno” oppure allo smontaggio per recuperare i pezzi di ricambio.

Allerta rossa in Campania, Lazio, Puglia e Lombardia. Sono questi i principali dati e trend che emergono dall’analisi “Stolen Vehicle Recovery 2023”, curata dall’Osservatorio di LoJack, la società americana parte del colosso CalAmp leader nei servizi telematici e nel recupero di veicoli rubati; un instant report elaborato prendendo in considerazione gli oltre 400.000 dispositivi installati a bordo di veicoli in circolazione sulle nostre strade.

Il 2020 e i primi mesi del 2021 hanno rappresentato un arco temporale straordinario anche per i furti d’auto, a causa dei vari lockdown e degli stringenti controlli da parte delle Forze dell’Ordine che hanno di fatto frenato la circolazione, imprimendo una stretta a queste attività criminali.

Con la ripresa della libera circolazione e anche dei flussi turistici, il business ha recuperato vitalità e nel 2022 ha registrato un +4% rispetto all’anno precedente, compiendo un significativo avvicinamento ai dati registrati nel 2019.

Stando ai numeri, nella ripresa del fenomeno non si sono registrate particolari novità per quanto attiene alle aree del Paese più colpite da questa piaga. Si è confermata, infatti, la polarizzazione intorno a 5 regioni, che insieme sono teatro di oltre 9 furti su 10: Campania (33%), Lazio (24%), Puglia (21%), Lombardia (12%) e Sicilia (2%).

A segnare, almeno in parte, uno stacco rispetto al passato è il livello di attenzione dei ladri d’auto per i SUV: ormai quasi metà dei furti, il 47%, riguarda questi veicoli. Solo tre anni fa questa percentuale era al 33%.

Passando all’analisi delle modalità e degli sbocchi di queste attività, il report sul 2022 consegna un fenomeno furti decisamente “regionalizzato”, con specificità differenti a seconda delle aree territoriali in cui avvengono. Nel centro-nord del Paese, con particolare focus su Milano e Roma, le sottrazioni dei SUV hanno raggiunto quasi la maggioranza. Mercati di sbocco di questi mezzi sono oggi principalmente la rivendita sul territorio nazionale o il trasporto in altri Paesi dell’est Europa per un nuovo proprietario.

In questo ambito si consolida il trend dei crimini messi a segno anche grazie al supporto di strumenti hi-tech, in primis attraverso la clonazione della chiave, che consentono di portare via il veicolo in pochi secondi senza lasciare alcun segno di effrazione. Oggi 1 furto di SUV su 3 è realizzato avvalendosi di questi supporti.

A sud della Capitale lo scenario cambia decisamente. Nelle aree più a rischio si sono ulteriormente rafforzate due differenti dinamiche. In Campania, dove i ladri d’auto prendono di mira soprattutto le “utilitarie”, resta molto diffuso il cosiddetto “cavallo di ritorno”: le auto rubate vengono successivamente restituite al proprietario dietro pagamento di un riscatto.

Contesto totalmente differente è quello pugliese, in cui le vetture vengono rubate soprattutto per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. Qui l’urgenza di rilevare e recuperare l’auto rubata è, se possibile, ancora più elevata. Se non si recupera la macchina entro le 12 ore successive al furto, a essere trovata sarà spesso solo la carcassa del veicolo, depredato di tutti le preziose componenti in vere e proprie centrali di smontaggio allestite in capannoni o in strutture improvvisate nelle campagne pugliesi.

Ma quali sono i modelli di auto e SUV più rubati secondo i dati LoJack? La top five vede sempre in testa la FIAT Panda, seguita dalla Toyota RAV4, dalle FIAT 500 e 500X e dalla Jeep Compass.

“Il 2022 ha segnato un vero e proprio ritorno alla normalità anche nella nostra lotta contro i furti di auto. Come emerge anche dai dati del nostro Osservatorio, questo business criminale ha oggi ripreso vitalità e il particolare focus sui SUV conferma anche la capacità delle organizzazioni criminali di seguire le evoluzioni del mercato e sfruttare al meglio la connettività dei mezzi anche per sottrarli in pochi secondi, senza lasciare tracce. Lo scorso anno, grazie alla nostra tecnologia e all’intervento sul campo del nostro team al fianco delle Forze dell’Ordine abbiamo contribuito concretamente al recupero di circa 2.250 veicoli per un valore complessivo di oltre 106 milioni di euro.”, ha commentato Sandro Biagianti – Direttore Sicurezza LoJack, che ha aggiunto, “Tra le novità registrate lo scorso anno anche la crescita dei furti di vetture ibride ed elettriche, spesso sottratte per ‘recuperare’ e rivendere sui mercati paralleli i pacchi batteria, i cui costi incidono in modo significativo sul valore della vettura”.

Come proteggersi efficacemente dal furto Nella lotta continua tra guardia e ladri, dal 2006 LoJack è al fianco di automobilisti, aziende e concessionari nel rilevamento e recupero delle auto rubate. Le soluzioni LoJack possono contare su tassi di recupero unici sul mercato grazie: ai dispositivi installati a bordo delle vetture dotati di tecnologia in radio-frequenza, non schermabile, in grado di rilevare i veicoli in luoghi in cui gli altri sistemi sono meno efficaci (container, sotterranei e garage); a una centrale operativa attiva in ogni momento del giorno che segue passo dopo passo le attività di ricerca e recupero; a un team sicurezza LoJack che quotidianamente supporta sul campo le Forze di Polizia nelle attività di localizzazione, recupero e restituzione del veicolo al proprietario.

Alla tecnologia in radio frequenza, che negli anni si è rivelata essere la più efficace nella battaglia contro i furti, oggi si sono aggiunte anche le soluzioni telematiche; un’integrazione che consente di rilevare con crescente precisione e tempestività i veicoli rubati. Dal suo arrivo in Italia LoJack ha supportato le Forze dell’Ordine nel rilevamento e recupero di oltre 16.000 veicoli, per un valore complessivo di quasi 500 milioni di euro

New Racing for Genova: ottimo Riccardo Lopes alla Ronde del Canavese 

Ennio Bini in evidenza al Rally dei Laghi, sfortunato Luca Fredducci

Fine settimana interlocutorio per la scuderia New Racing for Genova, impegnata al 31° Rally dei Laghi, a Varese, ed alla 17^ Ronde del Canavese, a Rivarolo Canavese in provincia di Torino, dove si è registrata l’ottima prestazione di Riccardo Lopes e Stefano Bruzzese, giunti al quinto posto assoluto finale.

Rally dei Laghi  

Il “rally di casa” non ha detto bene ai coniugi Luca Fredducci e Clarissa De Rosa (Skoda Fabia – Rally2) che, dopo un avvio in sordina per una errata scelta di gomme nella prova speciale spettacolo, si sono ripresi egregiamente nei primi due tratti cronometrati della gara, dove hanno segnato rispettivamente il sesto ed il nono tempo assoluto, salvo poi incappare in una foratura che è costata loro sei minuti di ritardo e che, alla fine, li ha relegati in 43^ posizione assoluta.

La prova d’apertura della Coppa Rally di seconda Zona  (Liguria e Lombardia), invece, ha evidenziato le buone qualità del rientrate chiavarese Ennio Bini che, in coppia con Luca Pierani ed al volante di una Renault Clio, ha chiuso la gara al 36° posto conquistando anche il terzo scalino in classe Rally5.

Ronde del Canavese

Con una prestazione veloce e tutta sostanza, Riccardo Lopes e Stefano Bruzzese hanno portato la loro Hyundai i20 in 5^ posizione assoluta finale, regalando alla New Racing for Genova la maggiore soddisfazione del fine settimana.

Le avverse condizioni atmosferiche in cui si è svolta la gara – addirittura momentaneamente sospesa  per neve nella prime battute – hanno, invece, consigliato di non rischiare la vettura sia agli attesi fratelli torinesi Adelmo e Mauro Tessa (Skoda Fabia – Rally2) che a Giovanni Lopes – Elena Giovenale (Subaru Impreza – N4), che si sono ritirati dopo la prima prova speciale.

Poca sorte, invece, per Matteo Ceriali e Jacopo Innocenti (Renault Clio – Rally5), costretti allo stop per incidente.

Motors Rally Show Pavia

Sabato e domenica prossimi nuovo impegno per la scuderia genovese che sarà impegnata presso il Castelletto Circuit di Castelletto di Branduzzo (PV) nella 7^ edizione del Motors Rally Show Pavia con Alberto Biggi e Daiana Darderi, in gara con la Vw Polo di classe Rally2.   

La Storia Segreta in quattro film di spionaggio

A partire da mercoledì 1° marzo al Cinema Sivori un itinerario di avvicinamento all’edizione 2023 de La Storia in Piazza

In attesa della XII edizione de la Storia in Piazza al cinema Sivori è in programma una rassegna cinematografica a cura di Marco Salotti e realizzata in collaborazione con Circuito Cinema Genova. Un itinerario di avvicinamento al tema 2023 che sarà “La Storia segreta” e che comincia mercoledì 1° marzo con L’ufficiale e la spia di Roman Polanski (proiezioni alle ore 16 e alle ore 20.30). Il colonnello Picquart, a capo dei servizi segreti dell’esercito e convinto assertore dell’innocenza di Dreyfus, sembra modellato sulla descrizione ammirata che ne fa Proust nel suo romanzo Jean Santeuil. Un ricercatore della verità a ogni costo, quasi un Socrate parigino che rischia la condanna per le sue convinzioni. La rassegna prosegue poi con due grandi classici come Scandalo internazionale di Billy Wilder e Lo straniero di Orson Welles, e si conclude con Il ponte delle spie di Steven Spielberg.

La storia segreta si è sempre inoltrata sui sentieri oscuri e insidiosi dello spionaggio. Il doppio gioco, se non il triplo o il quadruplo, ha ispirato nell’età contemporanea non soltanto la letteratura, a partire da L’agente segreto di Conrad (1906), ma soprattutto i media: giornalismo, cinema, televisione. Il caso più clamoroso è – appunto – l’Affaire Dreyfus (1894-1906), che si trasforma da caso giudiziario in caso politico e sociale, dividendo l’opinione pubblica nella Francia della Terza Repubblica.

Già nel 1899 il cinema pioneristico di Georges Méliès offre al pubblico di massa un’attualità ricostruita del processo Dreyfus, dopo che Zola aveva pubblicato il J’accuse su L’Aurore di Clemenceau (1898). Nel cinema degli anni Trenta le più celebri spie della Prima Guerra Mondiale sono Greta Garbo e Marlene Dietrich, dive rivali sui fronti opposti della Metro Goldwyn Mayer e della Paramount.

Alla fine della Seconda guerra mondiale il cinema di Hollywood è suggestionato dal tema della caccia al nazista in fuga, e nascosto tra noi con una nuova identità.

È quanto accade nel film di Orson Welles Lo straniero (1946), in cui il pubblico americano vede per la prima volta l’orrore dei campi di concentramento nazisti nei documentari girati dagli alleati. L’agente Edward G. Robinson è un cacciatore titolato nella realtà, in quanto attivista nel Movimento Antinazista di Hollywood già nel 1938.


In Scandalo internazionale (1948) l’ebreo austriaco Billy Wilder e Marlene Dietrich, ariana nell’aspetto, ma militante nell’opposizione a Hitler, animano una spy story in cui, oltre alla caccia di un gerarca della Gestapo tipo Heinrich Muller, si palesa quanto sia difficile per le forze americane vincere la pace, dopo aver vinto la guerra.

La Guerra fredda sarà soprattutto una guerra combattuta con gli altri mezzi delle spie.  La temibile crisi dei missili a Cuba (1962) è annunciata nel 1960 dall’abbattimento dell’aereo spia americano U-2 sul territorio sovietico. Il ponte delle spie (2015) rievoca l’accadimento, e soprattutto il segreto e laborioso lavoro di intelligence che si concluse con lo scambio delle spie (Powell e Abel) sul ponte di confine tra DDR e RFT.

IL PROGRAMMA COMPLETO DELLE PROIEZIONI:

►1° marzo, ore 16 e 20.30
L’ufficiale e la spia, regia di Roman Polanski – 2019

►8 marzo, ore 16 e 20.30
Scandalo internazionale, regia di Billy Wilder – 1948

►15 marzo, ore 16 e 20.30
Lo straniero, regia di Orson Welles – 1946

►22 marzo, ore 16 e 20.30
Il ponte delle spie, regia di Steven Spielberg – 2015

Biglietto 6€

Le proiezioni si svolgono al Cinema Sivori, Sala Filmclub

INFO: www.palazzoducale.genova.it – circuitocinemagenova.com

LA STORIA IN PIAZZA 2023 (dal 30 marzo al 2 aprile)

La Storia in Piazza di quest’anno è dedicata alla storia segreta. Ronald Syme, adoperò il termine seduttivo “storia segreta” per indicare per l’appunto ciò che si cela dietro le apparenze. Il tema del “segreto” attraversa la ricerca storica non meno che la vicenda politica ed è caratteristico di tutte le epoche, indipendentemente dal tipo di potere volta in volta dominante. Un’indagine sistematica in questo ambito così vasto è la migliore palestra per addestrare principianti, adulti, esperti e ricercatori provetti all’indagine storica.
Quattro giorni di incontri, dialoghi, mostre, laboratori, percorsi guidati, progetti a cura delle scuole: la storia per tutti. A cura di Luciano Canfora con Franco Cardini e Anna Foa

RC AUTO: con un’auto vecchia si spende il 20% in più sull’assicurazione

Tra 2011 e 2021 il numero di auto oltre i 15 anni è più che raddoppiato, passando da 7,2 a 14,7 milioni. In alcune regioni oltre la metà dei veicoli supera i 15 anni, in particolare la Calabria con il 53%, seguita da Sicilia (52,1%) e Campania (51,6%).

Un parco auto obsoleto si traduce, oltre che in maggior inquinamento e minore sicurezza sulle strade, anche in un maggior costo assicurativo. In media un’auto oltre i 15 anni costa circa 70€ in più di una nuova in termini di RC Auto.

Negli ultimi anni in Italia, complice anche un andamento negativo delle immatricolazioni, si è assistito ad un incremento dell’anzianità del parco auto, che ha raggiunto un’età media di 12 anni e 2 mesi, secondo i dati dell’ACI. Confrontando l’evoluzione del parco auto e della sua composizione tra 2011 e 2021 (Tabella 1), si nota che:

Le auto in totale sono passate da 37,1 milioni a 39,8, in crescita del 7,2%;

La fascia che ha trainato questo aumento è stata quella dei veicoli oltre i 15 anni, più che raddoppiati in 10 anni, passando da 7,2 milioni a 14,7 (+105,1%);

Al contrario, le fasce relative ad auto più “giovani” mostrano forti cali, nello specifico del -15% quelle inferiori ai 5 anni e del -33,7% quelle tra i 5 ed i 10 anni.

Le auto oltre i 15 anni, oltre ad essere meno sicure e più inquinanti di quelle nuove, rappresentano anche un costo per i proprietari, sia in termini di manutenzione e riparazioni che, al contrario di quanto si pensi, di RC Auto. Segugio.it – società leader nel confronto delle assicurazioni, nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di utilities – ha dunque svolto un’analisi per stimare quanto si risparmi annualmente sull’RC Auto passando da un’auto vecchia ad una nuova (Tabella 2). Nello specifico, per un’auto immatricolata tra il 2003 ed il 2007 si paga mediamente un premio RC Auto di 416,2€ e sostituendola con un’auto immatricolata tra 2018 e 2022 il premio medio scenderebbe a 348,5€, andando così a risparmiare quasi il 20%.

Se si prende a riferimento l’incidenza per regione delle auto oltre i 15 anni, si nota come l’obsolescenza del parco auto sia diffusa su tutto il territorio, anche se in modo disomogeneo . A fare eccezione, con percentuali molto basse, sono 2 regioni, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, che a fronte di una media italiana del 36,9% di auto oltre i 15 anni sul totale, registrano rispettivamente una percentuale del 12,1% e del 14,9%. Un’incidenza relativamente bassa si registra poi anche in Toscana (27,9%), Lombardia (28,3%) ed Emilia-Romagna (29,9%). La presenza di autovetture vecchie è invece molto più elevata al Sud e nelle Isole, dove in alcuni casi oltre la metà delle autovetture ha più di 15 anni, come in Calabria (53%), Sicilia (52,1%) e Campania (51,6%).

Auto Storiche: ACI la lista di salvaguardia  è l’unico strumento per regolare l’accesso ai centri urbani.

Sticchi Damiani: “ACI mette a disposizione delle Istituzioni ogni supporto informatico in grado di riconoscere i veicoli storici ai varchi urbani, senza costi per i Comuni e per i cittadini”.

L’Automobile Club d’Italia è attento alla mobilità urbana anche dei veicoli storici, ponendosi come interlocutore delle istituzioni nazionali e locali pure su questo tema con proposte e progetti a tutela della sostenibilità ambientale, dell’efficienza dei sistemi di circolazione urbana e del grande patrimonio storico automobilistico che il mondo ci invidia.

“Di fronte ai blocchi tout court invocati da alcune Amministrazioni locali a danno delle vere auto d’epoca – dichiara il presidente di ACI, Angelo Sticchi Damiani – la soluzione non può essere quanto finora proposto da alcune associazioni, ovvero consentire l’accesso ai centri urbani a tutti i veicoli dotati del certificato di rilevanza storica, in quanto lo stesso viene rilasciato ad ogni auto che abbia compiuto 20 anni, se ben conservata, indipendentemente dal modello. Ciò comporterebbe danni irreversibili in termini di inquinamento e congestione stradale, poiché almeno l’80% delle vetture con tale certificato è vecchio anziché storico, usato quotidianamente senza alcuna accortezza perché di discutibile valore”.

“E’ invece fondamentale una selezione più efficace – continua il presidente dell’Automobile Club d’Italia – autorizzando l’ingresso nei centri urbani ai soli modelli elencati nella Lista di Salvaguardia, redatta da ACI Storico in collaborazione con autorevoli esperti e le più rappresentative sigle del settore. Con questo criterio stringente ed oggettivo, avrebbero semaforo verde solo il 20% delle auto che nell’ultimo triennio hanno conseguito il certificato di rilevanza storica annotato sul documento di circolazione”.

“Tale soluzione – conclude Sticchi Damiani – è perseguibile senza costi per le Amministrazioni e per gli automobilisti: ACI Storico sarà in grado di offrire tramite ACI Informatica ogni supporto tecnologico affinché le telecamere ai varchi dei centri urbani riconoscano dalla targa (e quindi dal PRA) i modelli elencati nella Lista di Salvaguardia, autorizzandone l’accesso in automatico, senza costose e farraginose procedure per i collezionisti di vere auto storiche. Una svolta epocale non solo per il settore, ma per tutto il sistema di mobilità con tutele immediate per la salute dei cittadini e la sicurezza della viabilità urbana”.

UNRAE: Nel 2022 mercato auto vicino al minimo

CRESCE L’ETÀ DEL PARCO
CIRCOLANTE IN ITALIA E ANCHE IL SUO VOLUME
LE IBRIDE SUPERANO BENZINA E DIESEL MA LE ELETTRICHE SI FERMANO

Nel 2022 sono state immatricolate 1,317 milioni di auto in Italia rispetto alla media di 2 milioni degli ultimi 30 anni: è il livello più basso dopo il fondo toccato nel 2013 con 1,304 milioni. Ma a fine anno il parco circolante era aumentato a 39,3 milioni di vetture con età media superiore a 12 anni. Il quadro che emerge dai dati pubblicati dall’UNRAE nel Book 2022 sul mercato autoveicoli in Italia, mostra un parco circolante che invecchia inesorabilmente, una quota di auto elettrificate che nel 2022 è diminuita e, ancora, un lento sviluppo della rete di infrastrutture di ricarica.

Delle oltre 39 milioni di auto in circolazione, circa il 25% sono ante Euro 4 con oltre 17 anni di età. A questi si aggiungono i veicoli commerciali, il cui mercato nel 2022 è sceso del 13% (161.000 unità), ma conta un parco di 4,2 milioni di mezzi in circolazione, il 41% dei quali ante Euro 4. Il mercato dei veicoli industriali oltre le 3,5 tonnellate, sostanzialmente stabile con circa 25.600 immatricolazioni, contribuisce al trasporto con un parco di 725.000 mezzi, oltre il 50% è Euro 4 e ha un’età media 14,3 anni. In calo del 3,9% nel 2022 il mercato degli autobus, che conta 62.400 veicoli in circolazione con un’età media di 12 anni. In controtendenza il mercato dei rimorchi e semirimorchi, che con quasi 16.800 unità registra il livello più alto di immatricolazioni dal 2015.

La transizione energetica comunque avanza e nel 2022 la quota dei motori a benzina è scesa dal 30% al 27,7% e quella dei diesel dal 22,1% al 19,6%, lasciando la leadership alle auto ibride che salgono al 34%.
Le elettriche (pure + ibride plug-in) hanno però subito una drastica battuta d’arresto, perdendo 20.000 unità nel 2022 (-14,8%) e scendendo a quota 8,8% (soprattutto a causa della flessione delle elettriche pure), bloccando l’Italia all’ultimo posto fra i 5 maggiori mercati, con Germania in testa (31,4%) seguita da Regno Unito (22,9%), Francia (21,6%) e Spagna (9,7%).

Le cause, per UNRAE, sono da attribuire a incentivi mal congegnati e un numero insufficiente di infrastrutture di ricarica, come dimostra l’ultimo dato disponibile per il confronto europeo (a fine settembre 2022) che pone l’Italia, con circa 33 mila colonnine, al 15.mo posto nel ranking europeo con soli 6,7 punti di ricarica per 100 km contro una media di 8,9 punti. Nel 2022 la crescita delle infrastrutture di ricarica è stata molto dinamica, ma il rapporto rispetto al circolante ECV risulta elevato solo per l’esiguità dello stesso; l’accelerazione delle infrastrutture è troppo recente per aver potuto stimolare l’incremento del parco.

Nel 2022 sono diminuite (-15,7%) le immatricolazioni fatte da acquirenti privati, la cui quota è scesa dal 63,2% al 58,9%. In parallelo è continuata l’ascesa del canale Noleggio a lungo a termine (+19,6%) che guadagna 5,6 punti di quota e sale al 23,1%, spinto dalla diffusione dell’utilizzo di questa modalità sia dagli stessi privati che dalle aziende. Ma il macro-canale di vendita complessivo delle società, penalizzato da una fiscalità sfavorevole, in Italia ha la quota più bassa (41,7%) rispetto a Germania (64,1%), Spagna (55%), Francia (54,6%) e Regno Unito (49,3%).

Le preferenze dei consumatori in fatto di carrozzeria confermano la prevalenza dei crossover, saliti a quota 43,2% (a cui si aggiunge anche il 10,5% dei fuoristrada) scalzando dal podio le berline scese al 39,6%, e per il colore il predominio indiscusso del grigio (38%) sul bianco (22,5%) e sul nero (17%).


Nel 2022 il fatturato generato dalla vendita di autovetture nuove è rimasto sostanzialmente stabile a 36,4 miliardi. Stabile anche il gettito IVA incassato dall’Erario, pari a 6,57 miliardi di Euro, ben lontano dai livelli pre pandemici. Il prezzo medio dei veicoli è salito dell’11% a 27.671 euro.

A livello territoriale le uniche regioni che hanno incrementato le immatricolazioni sono il Lazio (+5,1%) e la Val d’Aosta (+17,5%), grazie ai risultati positivi del noleggio. Oltre alle auto nuove, nel 2022 si registra un calo anche nel mercato dell’usato, che con 4,59 milioni di trasferimenti di proprietà scende del 7,7%. L’anzianità media delle vetture trasferite tocca un nuovo record dal 2013, arrivando a 10,6 anni.

Al momento (gennaio 2023), le previsioni di UNRAE per il mercato auto nel 2023 indicano una ripresa a doppia cifra nella prima parte dell’anno, visto l’andamento depresso del primo semestre 2022 e una sostanziale stabilità nei mesi successivi, con una crescita complessiva nell’intero anno del 6,3% a 1,4 milioni di nuove immatricolazioni.
Anche per i veicoli commerciali e industriali nel 2023 si stima un leggero incremento, rispettivamente del 4,5% (a 168.000 unità) e 3,5% (a circa 26.500 unità). Per il comparto dei trainati si stima una sostanziale stabilità con gli ottimi livelli raggiunti nel 2022, mentre gli autobus nel 2023 dovrebbero registrare una maggiore dinamicità e archiviare una crescita del 10%

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https://unrae.it/pubblicazioni/book-statistiche-annuali/6184/unrae-book-2022

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