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Gino Bruni

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Assicurazione auto

Indagine Segugio.it: per la stipula di polizze auto e moto, la comparazione si conferma lo strumento di riferimento degli italiani.

Nell’ultimo anno il 54% del campione – rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne – ha consultato un comparatore assicurativo prima della sottoscrizione della polizza RC auto o moto. Tra questi, il 49% ha poi completato l’acquisto della polizza identificata nella ricerca. Coloro che hanno preferito affidarsi al canale fisico confermano un maggior potere negoziale grazie alla precedente comparazione.

La comparazione si conferma un riferimento per gli italiani nella stipula della polizza RC auto e moto, sia per la scelta del prodotto che come strumento per incrementare il proprio potere negoziale. Lo conferma l’indagine condotta da Segugio.it – portale leader nel mercato italiano nella comparazione tramite internet di prodotti assicurativi, utilities e prodotti di credito – attraverso YouGov Italia1.

Il 54% di coloro che hanno sottoscritto o rinnovato un’assicurazione auto o moto nell’ultimo anno, ha infatti consultato un comparatore prima. I giovani tra i 18 ed i 24 anni risultano essere la fascia che utilizza maggiormente lo strumento (il 68%), mentre gli over 55 sono i meno attivi (il 48%). A livello nazionale la distribuzione risulta piuttosto omogenea, con una lieve prevalenza del Sud Italia (56%) e una percentuale più bassa nelle Isole (47%).

Tra gli italiani che hanno consultato un comparatore assicurativo, circa la metà (49%) ha poi deciso di sottoscrivere una delle polizze identificate attraverso la comparazione, i motivi che li hanno convinti sono stati:
• il prezzo conveniente, nel 65% dei casi;
• una miglior copertura assicurativa a fronte di un prezzo simile ad altre alternative (24%);
• la comodità e velocità di poter fare tutto online (33%);
• la fiducia nei comparatori (14%).

Tra coloro che, pur trovando un’offerta conveniente, hanno scelto di non acquistare la polizza identificata tramite il comparatore assicurativo il 29% afferma di essere riuscito ad ottenere, grazie alla ricerca, uno sconto sul canale fisico.

“Il 46% dei consumatori non utilizza comparatori pur conoscendoli perché soddisfatti dal proprio assicuratore e del supporto ricevuto per la risoluzione di eventuali problemi – commenta Emanuele Anzaghi, Vicepresidente di Segugio.it. “In una fase come l’attuale, caratterizzata da una crescita dei prezzi, è invece importante avere un riferimento sul miglior prezzo ottenibile sul mercato, anche se soddisfatti del servizio già in essere. Questo consente infatti, di negoziare uno sconto, a fronte di una riduzione media praticata,
secondo IVASS pari al 36%, è possibile incrementare il proprio potere negoziale e avere risultati ancora migliori”

Segugio.it: prezzi RC in aumento a causa del crescente costo dei sinistri

• A marzo 2023 i premi RC Auto sono arrivati a 407,3€, in aumento del 19,2% su marzo 2022.
• Segugio.it ha svolto un’analisi per capire se e quanto l’aumento dei premi sia coerente con l’andamento del costo dei sinistri: tra il 2019 ed il 2022 il costo dei sinistri è aumentato del 3%, a fronte di un calo dei prezzi nello stesso periodo di oltre il 20%.
• Questo disallineamento ha spinto le compagnie assicurative ad alzare i premi per bilanciare un costo dei sinistri
ormai incompatibile con i prezzi praticati nella prima metà del 2022.

Dopo anni di calo dei premi RC Auto, nel 2023 si sta assistendo ad un rialzo di quest’ultimi. Nello specifico, il premio medio di marzo 2023 si è attestato a 407,3€, in aumento del 19,2% rispetto all’anno precedente, quando il premio era di 341,7€. Tutte le Regioni sono state interessate da aumenti in doppia cifra, anche se con impatto diverso (Tabella 1).

Gli aumenti maggiori si sono registrati in Molise, con un +26,6%, seguita da Lombardia, +23%, e Piemonte, +22,3%. Le Regioni più “fortunate” sono state invece la Campania (+11,9%), le Marche (+14,1%) e la Basilicata (+16%). Aumenti a doppia cifra si registrano pressoché in tutte le Province

Quali sono le cause di questi aumenti?


Segugio.it – il portale leader nel mercato italiano nella comparazione tramite internet di prodotti assicurativi, utilities e prodotti di credito – ha svolto un’analisi per verificare se gli aumenti dei prezzi RC siano imputabili all’andamento del costo dei sinistri/incidenti. Per una compagnia assicurativa i sinistri rappresentano la voce di costo preponderante. Il costo dei sinistri è determinato da due fattori: la frequenza, ossia il rapporto tra il numero di incidenti e il totale di mezzi assicurati, ed il costo unitario medio dei singoli sinistri.
Segugio.it ha quindi ricostruito un indice del costo dei sinistri che riassume entrambi fattori, per evidenziarne la dinamica dal 2019 (anno di partenza in cui l’indice è posto a 100) al 2022

• Tra il 2019 ed il 2020 è stato evidente l’impatto della pandemia, che ha portato l’indice del costo dei sinistri a calare del 26%, principalmente a causa della forte riduzione della frequenza dei sinistri, dovuta alla minore circolazione di mezzi.
In questo periodo i prezzi sono calati del 9,5%, in proporzione meno di quanto successo ai costi;
• Nel 2021 l’indice di costo è tornato su valori “normali” ed è aumentato del 37,8% rispetto al 2020, superando il livello pre-pandemia, a causa di un aumento combinato della frequenza e del costo unitario. Nonostante ciò, le compagnie hanno continuato ad abbassare i prezzi (-11,7%);

• Nel 2022, sebbene l’indice di costo sia ulteriormente aumentato, il premio medio RC è rimasto stabile rispetto al 2021. Nel corso del 2022 si è quindi manifestato un crescente disequilibrio fra costo dei sinistri (aumentato del 3% rispetto al 2019) e premi incassati (più bassi del 20% rispetto al 2019).

“Per le tasche degli assicurati le previsioni per il 2023 purtroppo non sono positive – commenta Emanuele Anzaghi, Vicepresidente di Segugio.it – perché l’inflazione continuerà a far lievitare i costi dei sinistri con conseguente rialzo dei prezzi RC. Per far fronte a questa situazione è bene che i consumatori italiani, fra i meno propensi in Europa a cambiare assicurazione, si attivino per cercare opportunità di risparmio confrontando offerte alternative: il mercato assicurativo RC è infatti diventato negli ultimi anni estremamente competitivo e ricco di proposte vantaggiose per i consumatori disposti a cambiare assicuratore”

RC AUTO: con un’auto vecchia si spende il 20% in più sull’assicurazione

Tra 2011 e 2021 il numero di auto oltre i 15 anni è più che raddoppiato, passando da 7,2 a 14,7 milioni. In alcune regioni oltre la metà dei veicoli supera i 15 anni, in particolare la Calabria con il 53%, seguita da Sicilia (52,1%) e Campania (51,6%).

Un parco auto obsoleto si traduce, oltre che in maggior inquinamento e minore sicurezza sulle strade, anche in un maggior costo assicurativo. In media un’auto oltre i 15 anni costa circa 70€ in più di una nuova in termini di RC Auto.

Negli ultimi anni in Italia, complice anche un andamento negativo delle immatricolazioni, si è assistito ad un incremento dell’anzianità del parco auto, che ha raggiunto un’età media di 12 anni e 2 mesi, secondo i dati dell’ACI. Confrontando l’evoluzione del parco auto e della sua composizione tra 2011 e 2021 (Tabella 1), si nota che:

Le auto in totale sono passate da 37,1 milioni a 39,8, in crescita del 7,2%;

La fascia che ha trainato questo aumento è stata quella dei veicoli oltre i 15 anni, più che raddoppiati in 10 anni, passando da 7,2 milioni a 14,7 (+105,1%);

Al contrario, le fasce relative ad auto più “giovani” mostrano forti cali, nello specifico del -15% quelle inferiori ai 5 anni e del -33,7% quelle tra i 5 ed i 10 anni.

Le auto oltre i 15 anni, oltre ad essere meno sicure e più inquinanti di quelle nuove, rappresentano anche un costo per i proprietari, sia in termini di manutenzione e riparazioni che, al contrario di quanto si pensi, di RC Auto. Segugio.it – società leader nel confronto delle assicurazioni, nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di utilities – ha dunque svolto un’analisi per stimare quanto si risparmi annualmente sull’RC Auto passando da un’auto vecchia ad una nuova (Tabella 2). Nello specifico, per un’auto immatricolata tra il 2003 ed il 2007 si paga mediamente un premio RC Auto di 416,2€ e sostituendola con un’auto immatricolata tra 2018 e 2022 il premio medio scenderebbe a 348,5€, andando così a risparmiare quasi il 20%.

Se si prende a riferimento l’incidenza per regione delle auto oltre i 15 anni, si nota come l’obsolescenza del parco auto sia diffusa su tutto il territorio, anche se in modo disomogeneo . A fare eccezione, con percentuali molto basse, sono 2 regioni, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, che a fronte di una media italiana del 36,9% di auto oltre i 15 anni sul totale, registrano rispettivamente una percentuale del 12,1% e del 14,9%. Un’incidenza relativamente bassa si registra poi anche in Toscana (27,9%), Lombardia (28,3%) ed Emilia-Romagna (29,9%). La presenza di autovetture vecchie è invece molto più elevata al Sud e nelle Isole, dove in alcuni casi oltre la metà delle autovetture ha più di 15 anni, come in Calabria (53%), Sicilia (52,1%) e Campania (51,6%).

RC Auto: dopo anni di calo, nel 2022 aumenti oltre il 10%

Lo scorso dicembre il premio RC Auto è stato di 369,7€, +10,6% rispetto all’anno precedente.

Diverse le cause: aumento dell’inflazione, maggiore circolazione delle auto e aggiornamento delle tabelle di Milano e degli importi per il risarcimento del danno biologico di lieve entità

Gli aumenti hanno caratterizzato tutte le Regioni, in particolare Valle d’Aosta (+23,2%), Trentino-Alto Adige (+18,8%) e Umbria (+16,1%) e quasi tutte le Province con picchi a Imperia (+32,5%), Benevento (+26,2%) e Siena (+24,4%)

L’Osservatorio assicurativo auto di Segugio.it – società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities – evidenzia come dopo 3 anni di continuo calo dei prezzi RC Auto, il 2022 sia stato caratterizzato da un netto cambio di rotta sebbene ancora lontano dai valori del 2018 (454,8€), a dicembre 2022 il prezzo medio per l’RC Auto è stato di 369,7€, in aumento del 10,6% rispetto all’anno precedente quando si era attestato a  334,3€.

Gli aumenti sono stati graduali e continui nel corso dell’anno e trovano spiegazione in una serie di fenomeni che hanno avuto impatto sul mercato assicurativo quali:

La forte crescita dell’inflazione, che secondo i dati provvisori dell’Istat relativi al NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività), ha registrato una crescita media nel 2022 dell’8,1%, segnando il dato maggiore dal 1985, con evidenti ripercussioni sul costo dei sinistri e delle riparazioni;

L’aumento della circolazione, in seguito alla riduzione delle restrizioni legate al Covid, ha accresciuto la frequenza degli incidenti del 9% secondo i dati Ania (frequenza passata dal 4,46% del Q3 2021 al 4,85% del Q3 2022);

L’aggiornamento delle tabelle di Milano, ossia lo strumento che regola su scala nazionale gli importi per i risarcimenti dei danni non patrimoniali e l’aggiornamento, da parte del Mise, degli importi per il risarcimento del danno biologico per lesioni di lieve entità, con conseguenti aumenti intorno al 7%.

Secondo l’analisi svolta da Segugio.it gli aumenti anche se con portata diversa hanno colpito tutte le Regioni, (Tabella 1).

In sole 5 Regioni si registra una crescita dei premi inferiore al 10% e sono: Molise (+5%), Liguria (+6,8%), Marche (+7,4%), Campania (+7,5%) ed Emilia-Romagna (+7,6%). Le 5 Regioni più colpite dagli aumenti, con rincari oltre il 15% sono state invece: Valle d’Aosta (+23,2%), Trentino-Alto Adige (+18,8%), Umbria (+16,1%), Basilicata (+15,7%) e Puglia (+15,3%).

Approfondendo il campione a livello provinciale la situazione si fa più variegata: (vedi Tabella 2)

Due Province mostrano un premio mediamente in calo (Crotone con un -7,1% e Fermo con un -5%) e altre tre hanno registrato un premio invariato con aumenti inferiori all’1% (Asti +0,1%, Rimini +0,4% e Piacenza +0,5%).

La quasi totalità delle Province registra aumenti superiori al 5% e i rincari maggiori si registrano a Imperia (+32,5%), Benevento (+26,2%), Siena (+24,4%), Aosta (+23,2%) e Mantova (+22,9%).

Tra le Province più popolose Roma (+11,8%), Milano (+9,5%), Torino (+10,2%) hanno registrato valori molto vicini alla media, mentre Napoli (+7,5%) e Palermo (+15,2%) hanno registrato un valore rispettivamente più basso e più alto di quello medio italiano, pari al +10,6%.

Rc auto: aumenti in arrivo per oltre 815.000 automobilisti

In Liguria, il 3,32% dei guidatori vedrà aumentare il costo dell’Rc auto.

Il 2023 si apre con una brutta notizia per oltre 815.000 automobilisti; secondo l’Osservatorio di Facile.it tanti sono gli assicurati che, a causa di un incidente con colpa dichiarato nel corso dello scorso anno, dovranno fare i conti con un peggioramento della propria classe di merito e, di conseguenza, vedranno aumentare il costo del premio Rc auto.

Secondo l’analisi del comparatore – realizzata su un campione di oltre 720mila preventivi raccolti su Facile.it a dicembre 2022 – il numero di automobilisti colpiti dai rincari è in crescita del 2% rispetto allo scorso anno.

Notizie negative anche per gli automobilisti virtuosi dal momento che, negli ultimi 12 mesi, le tariffe delle polizze auto sono tornate a crescere; secondo i dati* dell’Osservatorio di Facile.it, a dicembre 2022 per assicurare un veicolo a quattro ruote in Italia occorrevano, in media, 458,06 euro, vale a dire il 7,23% in più rispetto a dicembre 2021.

«Ad incidere sulla tendenza al rialzo», spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance di Facile.it. «sono diversi fattori; da un lato l’aumento degli incidenti stradali, dall’altro l’inflazione che sta avendo ricadute anche sul costo dei sinistri. In un contesto di rincari, quindi, confrontare le offerte presenti sul mercato potrebbe essere una soluzione per risparmiare e contrastare eventuali aumenti futuri.».

Rincari e morosità

I rincari all’Rc auto arrivano in un momento sfavorevole per le famiglie italiane già alle prese con l’inflazione e i conseguenti aumenti; secondo l’indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat*, nei soli primi nove mesi del 2022, erano già più di 700.000 gli automobilisti che, a causa dell’incremento generalizzato dei costi, avevano dichiarato di aver saltato il pagamento del rinnovo dell’assicurazione auto. Una platea di morosi che potrebbe allargarsi ulteriormente se si considera che sono oltre 1,5 milioni gli italiani che hanno ammesso di poter essere obbligati a saltare il prossimo rinnovo in caso di ulteriori rincari.

L’andamento regionale

Se a livello nazionale la percentuale di automobilisti che hanno dichiarato un sinistro con colpa è pari al 2,51%, guardando al campione su base regionale emergono differenze significative.

Analizzando la graduatoria al primo posto c’è ancora una volta la Liguria; nella regione il 3,32% dei guidatori vedrà aumentare il costo dell’Rc auto. Seguono gli automobilisti di Lazio (3,05%) e Piemonte (3,02%). Le percentuali più basse, di contro, sono state rilevate in Calabria (1,52%), Basilicata (1,87%) e Molise (2,02%).

Identikit dell’automobilista colpito dai rincari

Analizzando il profilo degli automobilisti che vedranno scattare gli aumenti emergono dati interessanti. Il primo è legato al sesso: fra gli uomini la percentuale di chi ha dichiarato un sinistro con colpa è pari al 2,32%, valore più basso rispetto a quella rilevato tra le donne (2,84%).

Guardando alle fasce anagrafiche, invece, emerge che in assoluto hanno denunciato il minor numero di incidenti con colpa sono risultati essere gli automobilisti nella fascia 19-21 anni; tra di loro la percentuale di chi vedrà peggiorare la propria classe di merito a causa di un sinistro con colpa è pari appena all’1,74%; seguono i 25-34enni (2,23%). Il valore più alto, invece, si registra tra gli over 65 (3,10%).

Considerando, infine, la professione dell’assicurato emerge che gli agenti di commercio sono risultati essere la categoria che, in percentuale, ha dichiarato con più frequenza un sinistro con colpa (3,16%) che farà scattare un aumento della polizza. Seguono i pensionati (3,04%) e i liberi professionisti (2,73%).

Indagine Carsafe: il 55% dei danni alla carrozzeria auto è causato dalla circolazione nel traffico

I dati sono emersi da un’indagine realizzata in Italia dal network di carrozzerie.

Le modanature, cioè i profili di plastica che seguono il design dell’automobile, sono la categoria più “a rischio” nei primi dieci mesi dell’anno.

È sempre la circolazione delle automobili, che si tratti di strade trafficate, dissestate o di imprudenti distrazioni, la causa principale del ricorso all’officina di carrozzeria da parte degli automobilisti italiani.

Secondo il nostro studio, basato su un network che riunisce oltre 400 riparatori sul territorio nazionale, il 55% dei danni di carrozzeria registrati nei primi 10 mesi del 2022 è ascrivibile a cause legate alla circolazione delle autovetture (tamponamenti, urti, buche, per citare quelli più comuni). Gli eventi atmosferici incidono invece sulle carrozzerie delle macchine degli italiani per il 12%, gli atti vandalici per il 10%. Il 23% è coperto dall’insieme di altre cause (generalmente danni che coinvolgono un solo veicolo o sinistri multipli).

Il dato conferma il trend sulla prima parte del 2022 evidenziato da una recente ricerca del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (all’epoca ancora MIMS), secondo cui gli italiani, dopo anni di chiusure e limitazioni dovute ai provvedimenti di contenimento della pandemia, stanno ricominciando a muoversi in auto. Nel primo trimestre del 2022 si è assistito a un incremento del traffico dei veicoli leggeri sulla rete stradale italiana, con un aumento rispettivamente del 19% sulle infrastrutture gestite da ANAS, e del 51% per quanto riguarda le sedi autostradali.

I danni più frequenti

In questo contesto di ritorno alla normalità e alla mobilità (in tutte le sue varianti), abbiamo voluto evidenziare anche quali siano i danni più frequenti che un automobilista si trova a dover “mandare in carrozzeria”.

Dall’elaborazione dei dati sugli ordinativi dei pezzi di ricambio e degli interventi registrati è emerso che le modanature, ovvero i profili di plastica che seguono il design dell’automobile, sono la categoria più “a rischio” nei primi dieci mesi dell’anno. In questa speciale classifica delle riparazioni più abituali in carrozzeria troviamo anche (in ordine di frequenza decrescente): seguono poi i paraurti posteriori, paraurti anteriori e parafanghi, i retrovisori (calotta, specchio e il retrovisore completo), le portiere, i cristalli (lunotti, parabrezza scendenti e quelli fissi). I cofani chiudono la classifica.

 “Dopo le restrizioni dei lockdown per il contenimento della pandemia e la rivoluzione di abitudini, le modalità di lavoro e di socializzazione, da qualche mese stiamo assistendo a un graduale ritorno alla normalità – ha dichiarato Simone Mucciante, presidente di Carsafe -. Una normalità fatta anche di mobilità urbana ed extraurbana e una circolazione di veicoli in crescita rispetto al biennio 2020-2021. Di conseguenza tornano a lavorare anche i carrozzieri, sempre più alle prese con interventi che richiedono tecnologie evolute alla luce delle tante innovazioni applicate all’auto. La quota più alta di interventi riguarda comunque i tipici danni alla carrozzeria derivanti dalla circolazione. Per questi motivi le carrozzerie moderne sono ormai in grado di gestire gran parte degli interventi riparativi in tutto il ciclo di vita dell’automobile”.

Rc auto: 2023 in Liguria aumenti per gli automobilisti che hanno dichiarato un sinistro nel 2022

Secondo un’analisi svolta dal comparatore, il 3,3% degli automobilisti ha dichiarato un sinistro con colpa nel 2022 e vedrà la propria classe di merito peggiorare nel nuovo anno con conseguenti incrementi rilevanti di prezzo sull’RC Auto

 Dato l’attuale contesto di premi RC crescenti (+10% nell’ultimo anno), aumenti di entità più lieve sono previsti anche per chi non ha commesso sinistri

Secondo un’analisi svolta da Segugio.it – società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities – nel 2023 oltre un milione di automobilisti pagherà di più per la propria RC Auto, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nell’anno precedente. In particolare, la frequenza dei sinistri dichiarati nel 2022 da automobilisti già assicurati con bonus-malus si è attestata al 3,3%, in aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente a causa della graduale ripresa del traffico stradale post pandemia.

Approfondendo l’andamento della frequenza sinistri sul territorio, si nota come questa vada da un minimo del 2,1% ad un massimo del 3,9% (Tabella 1). Nello specifico gli automobilisti che subiranno mediamente più aumenti sono quelli di Liguria, Toscana e Trentino-Alto Adige, Regioni caratterizzate da una frequenza sinistri rispettivamente del 3,9%, 3,8% e 3,8%. Dall’altro lato le Regioni in cui sono stati dichiarati meno sinistri sono Campania (2,1%), Basilicata (2,4%) e Calabria (2,5%).

Inoltre, analizzando le diverse categorie di automobilista si nota che gli uomini commettono mediamente meno sinistri delle donne (rispettivamente 3,1% e 3,5%);

La fascia under 25 è la più sinistrosa, con una frequenza del 5%, mentre la fascia 35-44 anni è la più prudente (2,9%);

In base alla professione sono le Forze Armate a dichiarare meno sinistri (2,7%) e gli operatori sanitari a dichiararne di più (4,4%).

Più in generale, l’Osservatorio assicurativo auto di dicembre evidenzia come il mercato assicurativo RCA stia attraversando un periodo di generale rialzo dei premi, legato sia all’aumento del numero di sinistri che al costo dei sinistri stessi, principalmente per effetto dell’inflazione. Il premio RC Auto di novembre si attesta a infatti 368,9€, in crescita dell’1,8% rispetto al mese precedente e del 10% rispetto a novembre 2021.

Segugio.it: boom di auto ibride ed elettriche spinto anche dai minori costi assicurativi

A fronte di un mercato dell’auto in crisi che nei primi 10 mesi del 2022 ha subito un calo del 32,2% delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2019, il segmento delle ibride ed elettriche esplode con tassi di crescita del 360%.

Per le auto ibride ed elettriche, il costo dell’RC Auto è più basso rispettivamente del 18,1% e del 24%.

Il biennio 2021/2022 è stato caratterizzato da un forte rallentamento delle immatricolazioni auto ad eccezione del settore delle ibride/elettriche che mostra forti segnali di crescita. Dalla Tabella 1 si nota che:

  1. Nei primi 10 mesi del 2022 si registra il 32,2% di immatricolazioni in meno (corrispondenti a oltre mezzo milione di autovetture) rispetto allo stesso periodo del 2019;
  2. Le alimentazioni tradizionali, diesel e benzina, sono quelle che hanno trainato il forte calo, perdendo rispettivamente il 66,5% ed il 57,1% di immatricolazioni;
  3. Le autovetture a Gpl e metano hanno seguito l’andamento di mercato, con un calo del 29,5%, leggermente meno peggio della media;
  4. Le auto elettriche ed ibride mostrano una crescita intorno al 360%. Inoltre, il segmento delle ibride è diventato il principale nel mercato, contando nei primi 10 mesi del 2022 il 39,1% delle immatricolazioni.

 Questa svolta green è favorita, oltre che da incentivi e da un maggior interesse al tema ambientale, dai minori costi relativi all’RC Auto per le vetture ibride ed elettriche (Tabella 2). Segugio.itsocietà leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities – ha svolto un’indagine per quantificare il premio medio RC Auto per alimentazione di modelli di auto nuove che presentano sia la versione tradizionale (benzina e/o diesel) sia la versione elettrificata (ibrida e/o elettrica), basandosi sui preventivi salvati dagli utenti nel periodo Luglio-Ottobre 2022.

Partendo dal confronto tra tradizionali ed ibride, si nota come quest’ultime permettano di risparmiare in media il 18,1%, con un premio medio di 353,4€, contro i 431,7€ delle tradizionali. Il risparmio varia poi a seconda del modello, con il massimo che viene raggiunto in questo caso dalla Ford Puma (-24,8%) e dalla Hyundai Kona (-24,5%). Solo per un modello, la Toyota Yaris 4a Serie, il risparmio risulta al di sotto del 10%.

Passando al confronto tra tradizionali ed elettriche, si nota come queste siano ancora più economiche, in particolare confrontando i due modelli che presentano anche la versione ibrida (Fiat 500 e Hyundai Kona). Dal campione considerato, il risparmio sull’RC Auto per le elettriche è in media del 24%, per un premio di 336,6€ contro i 442,8€ del tradizionale. Per alcuni modelli il risparmio raggiunge poi valori ben più alti, come per la Volkswagen up! che registra un risparmio del 41,1% e la Renault Twingo (-37,7%).

Crolla il numero di auto intestate agli under 25

Giovani meno interessati all’auto e con meno disponibilità economiche

Dal 2011 al 2021 il numero di auto intestate ai giovani con meno di 25 anni è calato del 43%, passando da oltre 1 milione a 590mila.

I principali motivi di questo calo sono: la perdita di status dell’auto e l’aumento dell’età in cui i giovani raggiungono l’indipendenza economica.

Il numero di auto intestate ai giovani è calato drasticamente negli ultimi anni. Nello specifico, si è passati da oltre un milione di autovetture intestate ad under 25 nel 2011 a circa 590mila nel 2021, registrando un calo del 43%, a fronte di una fascia di popolazione che nello stesso periodo è rimasta sostanzialmente stabile (-3%) (Tabella 1).

Una delle ragioni del calo è che guidare un’auto non è più simbolo di emancipazione come lo è stato per le generazioni precedenti, testimoniato anche dal fatto che i giovani prendono la patente sempre più tardi.

Secondo i dati dei profili che hanno salvato un preventivo su Segugio.it, società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities, nel mese di agosto 2022 – tra gli under 25 solo il 53% ha preso la patente a 18 anni, mentre tra gli over 50 è stato l’80% a farlo appena maggiorenne (Tabella 2).

Da un lato, la perdita di status dell’auto si lega alla crescente sensibilità ambientale e alle relative limitazioni alla circolazione di mezzi vecchi e inquinanti, che in passato costituivano spesso le prime vetture possedute dai giovani. Dall’altro, nei grandi centri urbani si sono moltiplicate le opportunità di mobilità alternativa, quali ad esempio i veicoli in sharing (bici, monopattini per citarne alcuni).

Un altro motivo sta nell’emancipazione economica, che i giovani raggiungono sempre più tardi. I dati mostrano come dal 1981 al 2021 il numero di occupati under 25 si è ridotto del 68%, passando da oltre 3 milioni a 1 milione, mentre il numero di occupati totali nello stesso periodo è cresciuto dell’11% (Tabella 3). A ciò si aggiunge un calo dei redditi medi percepiti dai giovani intorno al 30% tra il 1975 e il 2019, secondo stime effettuate dall’Inps. Non sorprende quindi che l’Italia sia uno dei Paesi in Europa con la più alta percentuale di giovani under 30 che vive ancora con i genitori, l’85,4%, contro il 67,1% della media europea (Eurostat). (Tabella 3).

È evidente quindi il motivo per cui i giovani facciano fatica a sostenere i costi di gestione di un’auto, tra i quali ha un peso importante l’RC Auto, che sta tornando a salire e che è mediamente più cara per gli under 25. Secondo i dati dell’Osservatorio di Segugio.it del mese di agosto, gli under 25 pagano in media un premio RC auto di 759,2€, oltre il doppio della media nazionale di 369,2€ (Tabella 4).

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