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Gino Bruni

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Sicurezza Stradale

La storica OMP , oggi Racing Force S.p.A ,amplia stabilimento di Ronco Scrivia.

 Racing Force S.p.A., società capogruppo di Racing Force Group, leader mondiale nel mercato dei componenti di sicurezza per il motorsport, quotata sul segmento Euronext Growth a Milano (RFG) e Parigi (ALRFG), comunica l’avvio del progetto di ampliamento della  storica sede principale del Gruppo a Ronco Scrivia, (Genova).

L’opera, con completamento previsto per il 2024, consentirà a Racing Force Group .di incrementare la capacità produttiva e di stoccaggio logistico a servizio dei propri clienti e delle società controllate in Bahrain e negli Stati Uniti.

Il progetto è stato curato da due studi di Genova, BD Ingegneria e MXM Architettura, incaricati di definire rispettivamente gli aspetti strutturali e architettonici. La superficie complessiva dell’edificio passerà dagli attuali 8.000 metri quadrati a circa 12.000, con una crescita del 50%, e i lavori procederanno senza interruzioni delle attività ordinarie. È stata posta particolare attenzione verso la sostenibilità ambientale, con soluzioni quali l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, di una rete di regimazione delle acque meteoriche, e l’utilizzo di materiali “green” ecocompatibili, che permetteranno di ottimizzare il fabbisogno energetico della sede.

Si tratta di uno degli investimenti privati più importanti degli ultimi 30 anni nella Valle Scrivia ed il più importante in assoluto per il Comune di Ronco Scrivia. Racing Force, multinazionale attiva in tre continenti, con vendite in 80 paesi in tutto il mondo, ha da sempre uno dei suoi punti di forza nello stretto legame con il territorio, sul quale continua a scommettere. L’espansione della sede in Liguria permetterà al Gruppo di consolidare la propria leadership nel mercato, favorendo di conseguenza l’occupazione e l’indotto locale.

L’ampliamento del complesso di Ronco Scrivia rientra nella strategia generale di sviluppo di tutte le sedi del Gruppo, in particolare quelle di Sakhir (Bahrain) e Mooresville (Stati Uniti). L’obiettivo è rispondere al costante incremento della domanda dei prodotti a marchio OMP, Bell, Zeronoise e Racing Spirit, così come supportare i programmi di diversificazione già avviati grazie al know-how maturato nelle competizioni motoristiche, i cui risultati inizieranno a concretizzarsi nel 2024. Ad oggi, Racing Force Group impiega oltre 500 dipendenti a livello globale, e l’espansione delle sedi si tradurrà in ulteriori assunzioni di personale nell’immediato futuro.

L’annuncio arriva dopo la partenza del Campionato Mondiale di Formula Uno 2023, che vede Racing Force Group presente con un ampio dispiegamento della propria tecnologia, così come in altre serie automobilistiche quali il Campionato del Mondo Rally, il Campionato del Mondo di Formula E, oltre a NASCAR Cup Series e IndyCar Series negli Stati Uniti.

 Nelle cinque stagioni precedenti (periodo 2018-2022), i prodotti Racing Force Group hanno contribuito alla conquista di 37 titoli mondiali automobilistici su 53 in palio.

 “La nostra strategia di crescita raggiunge adesso un’altra tappa fondamentale -, ha commentato Paolo Delprato, Presidente e Amministratore Delegato di Racing Force Group -. Varato il piano di ampliamento della sede di Sakhir in Bahrain, in collaborazione con il Bahrain International Circuit (BIC), è ora la volta della sede di Ronco Scrivia, parte della città metropolitana di Genova, grazie al sostegno e alla collaborazione da parte di tutti gli enti locali coinvolti. Questi progetti di espansione, così come quello pronto al lancio negli Stati Uniti, sono decisivi per supportare la crescita attesa sul mercato, per potenziare ulteriormente il nostro livello di servizio, e per farci trovare preparati a partire dal 2024, quando i programmi di diversificazione inizieranno a concretizzarsi in numeri”.

Euro NCAP: Fiat Ducato il più sicuro tra i Van

“Oro” anche per Ford Transit

“Argento”: Mercedes-Benz Vito e Sprinter, Volkswagen Transporter,

Renault Trafic, Nissan Primastar, Volkswagen Crafter

“Bronzo”: Citroën Jumpy (Dispatch e Relay), Iveco Daily, Opel/Vauxhall Vivaro e Movano, Peugeot Expert e Boxer, Renault Master, Toyota PROACE

 “Non raccomandabile”: Nissan Interstar

Sticchi Damiani (ACI): “Solo perché i furgoni vengono utilizzati per scopi commerciali non significa che debbano essere meno sicuri delle auto”

Il consorzio internazionale Euro NCAP – al quale partecipa anche l’Automobile Club d’Italia – ha annunciato l’adozione, a partire da quest’anno, di nuovi e più severi criteri di valutazione della sicurezza dei furgoni, facendo così seguito al lancio del Commercial Van Safety Rating del 2021. 

“Le tecnologie di sicurezza e le soluzioni innovative si stanno sviluppando a ritmo sostenuto – ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACI – ed Euro NCAP deve adeguare, continuamente, i propri criteri, per garantire che i costruttori mantengano l’impulso a innovare e a rendere disponibili le più recenti tecnologie di sicurezza su tutti i veicoli che circolano sulle strade europee”.

“Solo perché i furgoni vengono utilizzati per scopi commerciali – ha sottolineato Sticchi Damiani – non significa che debbano essere meno sicuri delle autovetture ed – entro il 2026 – dovranno soddisfare i medesimi requisiti”.

Ducato e Ford Transit d’“Oro”

I risultati – resi noti oggi – delle prove effettuate sulla base dei nuovi paradigmi, confermano Fiat Ducato il migliore dei diciotto mezzi selezionati (già sottoposti a test lo scorso anno), nonostante la valutazione del van Stellantis scenda da “Platino” a “Oro”. “Oro” anche per il Ford Transit.

Mercedes-Benz Vito e Sprinter, Volkswagen Transporter, Renault Trafic, Nissan Primastar e Volkswagen Crafter sono stati classificati “Argento”.

“Bronzo”, invece, per Citroën Jumpy (noto come Dispatch nel Regno Unito), Citroen Jumper (Relay),
Iveco Daily, Opel/Vauxhall Vivaro, Opel/Vauxhall Movano, Peugeot Expert, Peugeot Boxer, Renault
Master, Toyota PROACE.

In coda al gruppo, anche in questa serie di test, Nissan Interstar, considerato “non raccomandabile” a causa della mancanza di sistemi di prevenzione degli incidenti. 

In base ai piani di Euro NCAP, entro il 2026 i furgoni dovranno avere gli stessi requisiti ADAS delle autovetture. Da quel momento in poi, la valutazione prenderà in considerazione solo l’installazione di serie in tutti i mercati europei. Il consorzio ha, inoltre, in programma di introdurre presto uno schema di valutazione per i veicoli pesanti (HGV). Secondo Euro NCAP, infatti, la tecnologia ADAS può aiutare a prevenire o mitigare efficacemente le conseguenze degli incidenti che coinvolgono mezzi commerciali, incidenti che non sono più elevati come numero rispetto alle autovetture ma risultano, mediamente, più gravi. Con i nuovi criteri, infine, Euro NCAP dedica maggiore attenzione agli utenti vulnerabili della strada, con particolare riguardo agli scenari notturni e alla sicurezza di pedoni e ciclisti.  

I risultati completi delle prove sono disponibili sul sito www.euroncap.com

Nuova crescita per i furti d’auto: quasi 1 su 2 è un SUV

Secondo il report LoJack, le sottrazioni di auto sono ormai quasi tornate ai livelli pre-pandemia.

Superato il limite di guardia per i furti degli Sport Utility Vehicle.

Al Centro-Nord prevale il furto su commissione, al Sud il “cavallo di ritorno” e la sottrazione per appropriarsi dei pezzi ricambio.

Dopo il calo vissuto nel 2020 e nella prima parte del 2021, lo scorso anno i furti d’auto sono tornati a crescere avvicinandosi ai livelli pre-pandemia. Il business criminale sta prendendo di mira in modo particolare gli Sport Utility Vehicle che hanno raggiunto la quota record del 47% sul totale dei veicoli sottratti. Italia spaccata in due: al Centro-Nord prevale il furto su commissione e al Sud la sottrazione è propedeutica al, cosiddetto, “cavallo di ritorno” oppure allo smontaggio per recuperare i pezzi di ricambio.

Allerta rossa in Campania, Lazio, Puglia e Lombardia. Sono questi i principali dati e trend che emergono dall’analisi “Stolen Vehicle Recovery 2023”, curata dall’Osservatorio di LoJack, la società americana parte del colosso CalAmp leader nei servizi telematici e nel recupero di veicoli rubati; un instant report elaborato prendendo in considerazione gli oltre 400.000 dispositivi installati a bordo di veicoli in circolazione sulle nostre strade.

Il 2020 e i primi mesi del 2021 hanno rappresentato un arco temporale straordinario anche per i furti d’auto, a causa dei vari lockdown e degli stringenti controlli da parte delle Forze dell’Ordine che hanno di fatto frenato la circolazione, imprimendo una stretta a queste attività criminali.

Con la ripresa della libera circolazione e anche dei flussi turistici, il business ha recuperato vitalità e nel 2022 ha registrato un +4% rispetto all’anno precedente, compiendo un significativo avvicinamento ai dati registrati nel 2019.

Stando ai numeri, nella ripresa del fenomeno non si sono registrate particolari novità per quanto attiene alle aree del Paese più colpite da questa piaga. Si è confermata, infatti, la polarizzazione intorno a 5 regioni, che insieme sono teatro di oltre 9 furti su 10: Campania (33%), Lazio (24%), Puglia (21%), Lombardia (12%) e Sicilia (2%).

A segnare, almeno in parte, uno stacco rispetto al passato è il livello di attenzione dei ladri d’auto per i SUV: ormai quasi metà dei furti, il 47%, riguarda questi veicoli. Solo tre anni fa questa percentuale era al 33%.

Passando all’analisi delle modalità e degli sbocchi di queste attività, il report sul 2022 consegna un fenomeno furti decisamente “regionalizzato”, con specificità differenti a seconda delle aree territoriali in cui avvengono. Nel centro-nord del Paese, con particolare focus su Milano e Roma, le sottrazioni dei SUV hanno raggiunto quasi la maggioranza. Mercati di sbocco di questi mezzi sono oggi principalmente la rivendita sul territorio nazionale o il trasporto in altri Paesi dell’est Europa per un nuovo proprietario.

In questo ambito si consolida il trend dei crimini messi a segno anche grazie al supporto di strumenti hi-tech, in primis attraverso la clonazione della chiave, che consentono di portare via il veicolo in pochi secondi senza lasciare alcun segno di effrazione. Oggi 1 furto di SUV su 3 è realizzato avvalendosi di questi supporti.

A sud della Capitale lo scenario cambia decisamente. Nelle aree più a rischio si sono ulteriormente rafforzate due differenti dinamiche. In Campania, dove i ladri d’auto prendono di mira soprattutto le “utilitarie”, resta molto diffuso il cosiddetto “cavallo di ritorno”: le auto rubate vengono successivamente restituite al proprietario dietro pagamento di un riscatto.

Contesto totalmente differente è quello pugliese, in cui le vetture vengono rubate soprattutto per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio. Qui l’urgenza di rilevare e recuperare l’auto rubata è, se possibile, ancora più elevata. Se non si recupera la macchina entro le 12 ore successive al furto, a essere trovata sarà spesso solo la carcassa del veicolo, depredato di tutti le preziose componenti in vere e proprie centrali di smontaggio allestite in capannoni o in strutture improvvisate nelle campagne pugliesi.

Ma quali sono i modelli di auto e SUV più rubati secondo i dati LoJack? La top five vede sempre in testa la FIAT Panda, seguita dalla Toyota RAV4, dalle FIAT 500 e 500X e dalla Jeep Compass.

“Il 2022 ha segnato un vero e proprio ritorno alla normalità anche nella nostra lotta contro i furti di auto. Come emerge anche dai dati del nostro Osservatorio, questo business criminale ha oggi ripreso vitalità e il particolare focus sui SUV conferma anche la capacità delle organizzazioni criminali di seguire le evoluzioni del mercato e sfruttare al meglio la connettività dei mezzi anche per sottrarli in pochi secondi, senza lasciare tracce. Lo scorso anno, grazie alla nostra tecnologia e all’intervento sul campo del nostro team al fianco delle Forze dell’Ordine abbiamo contribuito concretamente al recupero di circa 2.250 veicoli per un valore complessivo di oltre 106 milioni di euro.”, ha commentato Sandro Biagianti – Direttore Sicurezza LoJack, che ha aggiunto, “Tra le novità registrate lo scorso anno anche la crescita dei furti di vetture ibride ed elettriche, spesso sottratte per ‘recuperare’ e rivendere sui mercati paralleli i pacchi batteria, i cui costi incidono in modo significativo sul valore della vettura”.

Come proteggersi efficacemente dal furto Nella lotta continua tra guardia e ladri, dal 2006 LoJack è al fianco di automobilisti, aziende e concessionari nel rilevamento e recupero delle auto rubate. Le soluzioni LoJack possono contare su tassi di recupero unici sul mercato grazie: ai dispositivi installati a bordo delle vetture dotati di tecnologia in radio-frequenza, non schermabile, in grado di rilevare i veicoli in luoghi in cui gli altri sistemi sono meno efficaci (container, sotterranei e garage); a una centrale operativa attiva in ogni momento del giorno che segue passo dopo passo le attività di ricerca e recupero; a un team sicurezza LoJack che quotidianamente supporta sul campo le Forze di Polizia nelle attività di localizzazione, recupero e restituzione del veicolo al proprietario.

Alla tecnologia in radio frequenza, che negli anni si è rivelata essere la più efficace nella battaglia contro i furti, oggi si sono aggiunte anche le soluzioni telematiche; un’integrazione che consente di rilevare con crescente precisione e tempestività i veicoli rubati. Dal suo arrivo in Italia LoJack ha supportato le Forze dell’Ordine nel rilevamento e recupero di oltre 16.000 veicoli, per un valore complessivo di quasi 500 milioni di euro

Dacia Spring auto più “VERDE” del 2022

Green NCAP fornisce risultati ai consumatori sulle prestazioni ambientali delle auto in commercio e promuove i veicoli con il minor impatto sull’ambiente attraverso un sistema di valutazione a stelle.

Vincitrice assoluta del 2022 dei test Green NCAP – auto con il minor impatto sull’ambiente – è la Dacia Spring. Dotata di un propulsore elettrico, la Spring ha ottenuto una valutazione complessiva di cinque stelle e ha superato altri veicoli elettrici come la Tesla Model 3 e la Cupra Born.

La prima serie di risultati 2023 comprende tre auto a benzina: Kia Picanto (valutazione di 3 stelle), BMW serie 2 Active Tourer (2,5 stelle), VW Touran (2 stelle) e Opel/Vauxhall Mokka diesel (3 stelle).

La Dacia Spring, come altri veicoli elettrici, ha ottenuto i massimi risultati nel Clean Air Index, nel Greenhouse Gas Index, oltre ad un ottimo 9,8 nell’Energy Efficiency Index. Grazie al propulsore puramente elettrico e alla leggerezza, la city car compatta di Dacia ha ottenuto il massimo dei voti in tre test su quattro, con un consumo di energia inferiore alla soglia massima di punteggio di Green NCAP. L’89% dell’energia prelevata dalla rete elettrica è disponibile in uscita dalla batteria, indicando un efficiente processo di carica e scarica. I risultati dei test dimostrano che la Spring è un’auto rispettosa dell’ambiente, non solo per l’assenza di emissioni inquinanti locali, ma anche per il basso consumo energetico.

La Dacia Spring ha ricevuto un punteggio complessivo di 9,9, seguita dalla Tesla Model 3 (9,8), NIO eT7, Renault Megane E-Tech e Cupra Born (9,6). Anche l’Audi Q4 e-Tron e la Hyundai IONIQ 5 hanno avuto prestazioni a cinque stelle, tuttavia i risultati di efficienza energetica hanno fatto la differenza per il punteggio complessivo.

“Con questo straordinario risultato la Dacia Spring stabilisce uno standard per l’industria” – ha affermato Aleksandar Damyanov, responsabile tecnico di Green NCAP.

Euro NCAP si augura che l’azienda rumena assuma lo stesso impegno a lungo termine in tema di sicurezza. “I risultati dei test, infatti, potrebbero essere ancora più eccezionali – ha affermato Aled Williams, direttore del programma Euro NCAP – e fornire ai consumatori una scelta di acquisto ideale, offrendo prestazioni sia in termini di sostenibilità che di sicurezza”.

Da quest’anno Green NCAP ha un nuovo Socio: la tedesca Dekra.

Sicurezza in auto: Euro NCAP annuncia le vetture più sicure del 2022. 

Queste sono le auto che hanno ottenuto i punteggi complessivi più alti, in base ai loro risultati per le tecnologie Adult Occupant Protection, Child Occupant Protection, Vulnerable User Protection e Safety Assist. 

Per la prima volta, questo elenco include due auto Tesla e due nuovi arrivati ​​cinesi sul mercato europeo. Questi risultati sottolineano l’importanza della valutazione a cinque stelle Euro NCAP per stabilire sicurezza, credibilità e qualità nel mercato europeo per i produttori di veicoli in Europa, ma anche oltre i confini europei.

I vincitori sono i seguenti: Hyundai IONIQ 6 vince il premio best-in-class nella categoria Large Family Car; l’ ORA Funky Cat nella categoria Small Family Car; Tesla Model S nella categoria Executive Car; Tesla Model Y nella categoria Small Off-Roader e infine WEY Coffee 01 nella categoria Large Off-Roader 1 .

Hyundai IONIQ 6 ha raggiunto risultati eccezionalmente elevati nella protezione degli occupanti adulti con il 97%. Completamente elettrica e con le più recenti tecnologie di sicurezza, la IONIQ 6 segue sicuramente la traiettoria dei recenti sviluppi automobilistici. Per i bambini occupanti, IONIQ 6 ha fornito una buona protezione per tutte le regioni critiche del corpo dei manichini di 6 e 10 anni nei test di offset frontale e di barriera laterale e ha ottenuto il punteggio massimo in questa parte della valutazione.

Il 2022 è stato notevole per il numero di nuovi marchi cinesi che sono arrivati ​​in Europa e hanno ottenuto grandi risultati. Dopo alcuni tentativi falliti di entrare nel mercato europeo in passato, diversi produttori stanno dimostrando che i marchi cinesi possono ora competere sulla sicurezza con marchi europei ben consolidati. Nella categoria Small Family Car, ORA Funky Cat è eccezionalmente ben equipaggiata e, essendo al vertice della sua classe, ha superato diversi marchi familiari.

La seconda auto di marca cinese nella nostra lista delle migliori della categoria è la WEY Coffee 01 , ancora una volta altamente equipaggiata e performante in tutte le categorie. È stato seguito da vicino dalla LEXUS RX , che merita una menzione qui.

Tesla ha avuto un enorme impatto sul mercato automobilistico europeo grazie al suo design e alla sua etica. L’azienda è stata anche determinata a farsi un nome per il suo marchio nelle prestazioni di sicurezza. Tesla Model S e Tesla Model Y sono entrambi i migliori nella protezione degli occupanti degli adulti ed entrambi i veicoli hanno ottenuto il punteggio più alto del 98% in Safety Assist di tutti i veicoli in questo elenco. Tesla Model S è anche la migliore nella categoria Pure Electric.

Il 2022 è stato uno degli anni più impegnativi di Euro NCAP e abbiamo visto molte nuove case automobilistiche e nuove tecnologie. È chiaro che una buona valutazione Euro NCAP è vista dalle case automobilistiche come fondamentale per il successo in Europa. Ciò può solo significare migliori attrezzature di sicurezza e automobili più sicure per i consumatori europei in tutto il mondo

Osservatorio pedoni ASAPS: il bilancio parziale anno 2022

307 PEDONI MORTI SULLE STRADE ITALIANE

(ERANO STATI 271 NEL 2021 E 240 NEL 2020):
25 AL MESE (22 NEL 2021)
STRAGE DI ANZIANI, BEN 116
42 VITTIME  DI  PIRATI (FURONO 33 NEL 2020)
LOMBARDIA E LAZIO  CON MAGGIOR NUMERO DI DECESSI

ASAPS comunica la prima stima preliminare, relativa ai decessi relativi ad investimenti di pedoni, nel 2022, con i dati del proprio  “Osservatorio Pedoni” che da alcuni anni si è aggiunto agli altri storici osservatori (pirateria, contromano, stragi delle notti del fine settimana, incidenti con bambini,  ciclisti, ecc.). Il report registra gli incidenti rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali nei quali sono  coinvolti gli utenti più “vulnerabili” della strada.

I dati sono provvisori e non ricomprendono i decessi avvenuti in ospedale a distanza di tempo.  Sulla scorta di quanto rilevato negli anni passati a questa stima preliminare occorrerà aggiungere un percentuale tra il 30% e il 35% di feriti gravi, che sono deceduti nelle terapie intensive degli ospedali italiani e che sfuggono a questa rilevazione. Questi numeri sono stati raccolti tra i referenti di ASAPS sul territorio nazionale e dai mass-media, e sono ovviamente parziali (anche se indicativi), in quanto i dati che verranno poi ufficializzati da ACI-Istat terranno conto solo dei decessi avvenuti entro trenta giorni dall’incidente.

Nel primo anno caratterizzato dal post emergenza dovuta alla pandemia da “Covid-19” con una forte ripresa della circolazione stradale e con l’aumento di sinistri, si è evidenziato un aumento anche di decessi tra gli utenti più deboli sulla strada: dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 sono morti in Italia 307 pedoni, 108 donne e 199 uomini. Nel 2021 stima preliminare erano stati 271, 75 donne e 196 uomini. La stima preliminare del 2020 invece era stata di 240 (90 donne e 150 uomini). Nel 2022 fra i pedoni deceduti  257 erano cittadini italiani e 50 stranieri. 

DIFFERENZE CON ANNI PRECEDENTI

Rispetto all’anno 2018, con 612 morti, all’anno 2019, 534 decessi , all’anno 2020 che ha visto 409 croci sulle strade italiane, il 2021 ha avuto un dato definitivo in aumento con 471 morti (fonte Aci-Istat), il fenomeno ha avuto una forte riduzione solo a causa della pandemia; ma il 2022, con la prima stima preliminare di ASAPS, ha invece mostrato una media di 25 pedoni morti al mese. 

MESI PIU’ E MENO A RISCHIO

Il numero più elevato di decessi è avvenuto a dicembre, con ben 40 vittime, seguito dallo scorso gennaio con 31 pedoni morti. Ovviamente hanno una incidenza negativa le giornate più corte e la minore visibilità. I mesi con minor numero di decessi sono stati giugno, agosto e settembre con  20 vittime. Molti i lenzuoli bianchi stesi sulle strade negli ultimi tre mesi del 2022, ben 91 decessi nel terzo quadrimestre del 2022.

ETA’ DEI DECEDUTI

Dall’analisi dell’ASAPS sull’età dei deceduti, emerge che ben 14 avevano meno di 18 anni, il più piccolo solo 3 mesi, un secondo di 15 mesi, altri 2 bimbi avevano solo 2 anni, quasi tutti investiti sulle strisce in compagnia dei genitori. Ma è tra gli ultra65enni che è avvenuta ancora una volta una vera strage, con 116 decessi, di cui 59 oltre gli 80 anni, fra loro un anziano di ben 96 anni, morto anch’egli sulle strisce pedonali. In pratica chi esce di casa ed ha più di 65 anni e va a piedi ha un rischio altissimo di essere investito rispetto ai più giovani, con  quasi il 40% dei casi individuati dall’Osservatorio Pedoni 2022. Ben 11 i casi di pedoni investiti e uccisi mentre andavano a gettare le immondizie vicino casa, soprattutto nelle ore serali e notturne. Si conferma perciò un altissimo rischio per i pedoni che hanno superato i 65 anni, dotati di minori riflessi, lentezza nei movimenti e soprattutto percezione del  pericolo in modo limitato, rispetto ad una persona più giovane. ASAPS da anni attiva campagne di sensibilizzazione proprio sul tema degli anziani e dei pericoli sulle strade, con il consiglio di rendersi il più possibile visibili anche con abbigliamento retroriflettente soprattutto nei mesi invernali, quando le giornate sono più corte ed il sole cala prima. In molti paesi europei si obbliga il pedone ad indossare abbigliamento retroriflettente, fuori dai centri urbani, mentre cammina a margine carreggiata durante le ore serali e notturne.

CAUSE ACCERTATE E PROBABILI

Premesso che solo dopo accertamenti sanitari urgenti molti automobilisti risultano alterati alla guida, nei 307 decessi della stima preliminare ASAPS anno 2022, si è accertato nella  immediatezza del sinistro che in 22 casi il conducente investitore era ubriaco, e in 10 casi aveva assunto stupefacenti, inoltre in ben 42 sinistri il conducente è fuggito (rispetto ai 49 casi accertati nel 2021), lasciando la vittima a terra esanime, senza prestare soccorso, con un comportamento criminale, nonostante l’inasprimento delle sanzioni penali, aggravate dalla legge sull’omicidio stradale. ASAPS ha accertato così che ogni 7 incidenti mortali con pedoni, uno è provocato da un “pirata stradale”. Grazie ad indagini tecnologiche, potenziamento della videosorveglianza e anche ad utili testimonianze, nell’80% dei casi questi soggetti vengono individuati dagli organi di polizia stradale ed assicurati alla giustizia, con processi anche più rapidi rispetto al passato. Va precisato che i casi di guida alterata saranno sicuramente in numero più elevato, perché spesso i singoli conducenti vengono  sottoposti ad analisi del sangue da parte degli organi di polizia stradale a volte dopo ore perché datisi alla fuga. La forte preoccupazione però oltre alla pirateria in aumento è quella di sinistri provocati dalla guida distratta, quella che fa dire spesso al conducente “non l’ho visto”. ASAPS ha esaminato in almeno il 25% dei decessi tale causa, spesso provocata dalla cd “sbornia del terzo millennio”, cioè l’uso indiscriminato del cellulare alla guida, soprattutto nella messaggistica istantanea e nelle dirette sui social network. ASAPS, da anni, inascoltata, chiede l’inasprimento delle sanzioni amministrative per l’uso del cellulare alla guida, con la sospensione della patente alla prima violazione, e chiede con forza che tale comportamento sia inserito nelle aggravanti specifiche dei reati di lesioni personali stradali e omicidio stradale, considerato che il Legislatore del 2016 non lo ha contemplato. Nonostante le numerose audizioni in Parlamento e i molti provvedimenti legislativi, tra cui i vari decreti “Infrastrutture”, non è stata minimamente presa in considerazione tale ipotesi di sospensione immediata della patente.

ASAPS auspica anche che dopo il forte appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante  il discorso di fine anno, ci sia la consapevolezza che queste morti lasciano un dolore infinito e vanno evitate attraverso un maggior numero di controlli su alcol, droga, alta velocità ed utilizzo del cellulare alla guida.

REGIONI PIU’ A RISCHIO

Le Regioni più a rischio per i pedoni sono risultate la Lombardia con ben 52 pedoni morti nel 2022 (a fronte dei 29 del 2021) e il Lazio con 41 decessi (rispetto ai 37 del 2021), seguita dal Veneto sempre con 32 pedoni morti,  poi dall’Emilia Romagna con 27 morti, Toscana con 25 e Campania con 23. Seguono la Puglia e il Piemonte con 19. In fondo alla classifica con il minor numero di pedoni deceduti, l’Umbria con un decesso e la Valle d’Aosta, Molise e Basilicata senza pedoni che abbiano perso la vita sulle strade, nella immediatezza dell’investimento.

Sono stati cinque i sinistri con 2 vittime, in aumento rispetto ai due episodi del 2021. Episodi tristissimi poi sono avvenuti con investimento di nonni che accompagnavano i nipoti e investimenti di moglie e marito,  sono due i casi di investimenti nei garage di casa con l’auto non correttamente fermata che si messa in movimento e ha travolto i proprietari.

PEDONI RICOVERATI IN CODICE ROSSO

ASAPS ha calcolato in oltre 1.200 i casi, in netto aumento rispetto al 2021, 100 al mese, in cui il pedone è stato ricoverato in codice rosso presso le rianimazioni e i reparti di terapie intensive, dove poi alcuni sono deceduti, mentre altri sono stati salvati dai sanitari ma hanno riportato lesioni permanenti,  con un costo sociale di molti milioni di euro.

VEICOLI INVESTITORI E CATEGORIE LAVORATIVE PIU’ A RISCHIO

Come in una guerra sulle strade, anche i mezzi più ecologici come le biciclette e i monopattini possono provocare vittime tra i pedoni. Nell’anno 2022 la maggior parte degli investitori era alla guida di autovetture, ma in 52 casi si è trattato di autocarri (addirittura 5 pedoni sono stati travolti e uccisi  da mezzi delle nettezza urbana), in 15 casi l’investitore era alla guida di motocicli, in 6 casi alla guida di autobus (il doppio del 2021), ma anche di un camper, di una microcar, di due biciclette, di un carro-attrezzi.  Nel 2022 abbiamo registrato ben sette decessi tra operai che operavano nei cantieri.  “ASAPS con la prima stima preliminare 2022 dell’Osservatorio Pedoni vuole fornire uno spaccato della sicurezza stradale in tempo reale in Italia, con una analisi sull’utente più vulnerabile in assoluto – ha dichiarato Giordano Biserni Presidente ASAPS -. Ringraziamo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver riattivato l’attenzione sul tema della sicurezza stradale e desideriamo fornire strumenti interpretativi alla politica in vista delle possibile riforma del CdS. Dobbiamo riportare l’attenzione sulla vite che si potevano salvare. Un incidente ogni 5 è provocato dalla distrazione, lo confermano le tante casistiche e ricostruzioni dei sinistri. Ancora più incredibile è l’allarme sulla “pirateria stradale” con 42 corpi che sono stati lasciati morire sulle strade italiane con la fuga dell’investitore,  una crudeltà che ha poco di umano. Siamo molto preoccupati per i dati definitivi che saranno resi noti da Istat a luglio 2023, quando i presumibilmente il numero finale sarà di oltre 400 pedoni morti.  Lo diciamo da anni che nasciamo  tutti pedoni, e se va bene, torniamo da anziani ad essere pedoni. Ora servono misure shock e lanciamo un appello a tutti i membri del Parlamento,  per un provvedimento straordinario che preveda sanzioni e modifiche al Codice della Strada. Troppi morti  nel luogo “sacro” in materia di sicurezza stradale come in tutti gli stati europei: le strisce pedonali, e ci domandiamo quando sarà possibile sanzionare in automatico con telecamere ed agenti la mancata precedenza proprio sugli attraversamenti pedonali. Serve maggiore attività di controllo sulle strade, servono più divise, invece si chiudono i Distaccamenti della Polizia Stradale e le età medie in molti reparti anche della Polizia Locale rasentano i 50 anni. In questi primi giorni dell’anno abbiamo già ripreso a contare i pedoni morti, uno subito la notte di Capodanno,  e altri nelle prime 48 ore in un nuovo interminabile e triste conteggio delle croci.”

In calo i dati sull’incidentalità dei mezzi pesanti: “Smentito il pregiudizio dell’opinione pubblica”

La Commissione per la sicurezza stradale nel settore dell’autotrasporto, istituita presso il Ministero dell’Interno, ha presentato questa mattina i dati inerenti l’incidentalità sulla rete autostradale italiana relativi al 2022, che hanno messo in luce un netto decremento della percentuale di incidenti causati da mezzi pesanti. Come si evince dai dati, infatti, la percentuale di incidenti che vedono coinvolti veicoli pesanti adibiti al trasporto merci è calata del 12% rispetto al 2019, nonostante un aumento percentuale della percorrenza pari al 2,9% nello stesso periodo di tempo.

L’analisi ha evidenziato inoltre una significativa diminuzione della percentuale di incidenti con responsabilità di mezzi pesanti, calata dall’8,7% del 2019 all’attuale 8,1%. Di segno opposto, invece, i dati relativi al comparto dei veicoli leggeri, che fanno registrare un aumento dell’incidentalità pari al 3,5% negli ultimi tre anni, a fronte di un aumento del 4% della percorrenza media in autostrada.

“Questi dati smentiscono il pregiudizio dell’opinione pubblica sulla pericolosità dei mezzi pesanti nelle nostre strade – ha dichiarato il Presidente di ANITA Thomas Baumgartner – se si considera che l’incidenza delle percorrenze sulle autostrade arriva anche al 50%, è una chiara dimostrazione che i veicoli pesanti sono più sicuri delle vetture e contribuiscono in maniera determinante al costante decremento della percentuale di incidenti sulla rete autostradale, che rispetto al 2010 si è quasi dimezzata”

Crash test Euro NCAP: i risultati dell’ottava serie 2022

Delle quattordici auto testate nell’ottava serie Euro NCAP 2022 ben undici ottengono la valutazione massima di cinque stelle, una in meno, quattro, per Peugeot 408, Citroen C4 e C4 X.

Soltanto 3 delle 14 auto testate nell’ottava serie 2022 non hanno raggiunto la valutazione di sicurezza di cinque stelle, il raggruppamento preso in considerazione comprende tre vetture cinesi, citycar, familiari, fuoristrada, monovolume, pick-up e quattro veicoli premium tra i quali il lussuoso Lucid Air, equipaggiato con dispositivi che utilizzano la più recente tecnologia di sicurezza, raggiunge risultati paragonabili a quelli riscontrati in auto come la Tesla Model S o in altri veicoli di fascia alta. come Lexus RX o Land Rover Discovery Sport.

Lucid, che ha la propria sede negli Stati Uniti, è un’eccezione in un anno nel quale è stato notevole il numero di nuovi marchi cinesi sbarcati nel mercato europeo. Chery, con il piccolo fuoristrada OMODA5, e Maxus di SAIC con il MIFA 9, un grande monovolume: entrambi hanno ottenuto cinque stelle.

Quest’anno, poi, dobbiamo registrare una decisa accelerazione relativa all’offerta di modelli elettrici. Volkswagen ID.Buzz, ad esempio, è la versione completamente elettrica di un grande monovolume. In controtendenza troviamo i ‘gemelli’ con motore a combustione, pick-up Ford Ranger e VW Amarok, che combinano propulsori tradizionali con tecnologie di sicurezza aggiornate.

“Il 2022 è stato uno degli anni più impegnativi per Euro NCAP che ha testato nuove Case automobilistiche e, soprattutto, nuove tecnologie – ha affermato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia. A venticinque anni dal suo esordio, però, Euro NCAP sta predisponendo livelli di sicurezza sempre più elevati, tanto che i protocolli più restrittivi, che applicheremo nel 2023, costituiranno una vera e propria sfida per l’industria automobilistica”.

Cinque stelle per Škoda Octavia, così come Ford Puma e Volkswagen Touran, (entrambe aggiornamenti di rivalutazioni di auto precedenti), che, però, hanno perso una stella a causa del test nella protezione degli occupanti adulti. Stesso punteggio di quattro stelle per Peugeot 408, Citroen C4 e C4 X.

Il Consorzio Euro NCAP, di cui ACI è uno dei soci, organizza crash test su nuovi veicoli e fornisce ai consumatori automobilistici una valutazione realistica e indipendente delle prestazioni di sicurezza di alcune delle auto più popolari vendute in Europa. Istituito nel 1997 e sostenuto da diversi governi europei, organizzazioni di automobilismo, consumatori e assicurazioni, Euro NCAP è rapidamente diventato un catalizzatore per incoraggiare significativi miglioramenti di sicurezza nella progettazione delle nuove autovetture.

Anas, Ricerca su stili di guida: gli automobilisti si autopromuovono, la colpa è sempre degli altri

Questo è  il dato che emerge dalla seconda edizione della “Ricerca sugli stili di guida”, promossa da Anas, sulle cattive abitudini degli automobilisti lungo le strade e autostrade di competenza

Gli automobilisti al volante hanno una percezione di sé e dei propri comportamenti decisamente indulgente e il dito puntato contro gli altri. I pericoli che causano incidenti o situazioni potenzialmente a rischio vengono attribuiti alle condotte altrui. È la fotografia ai guidatori in viaggio, scattata dalla seconda edizione della ricerca sugli stili di guida degli utenti, commissionata da Anas (Gruppo FS Italiane) e condotta da CSA Research – Centro Statistica Aziendale – con interviste su un campione di oltre 3mila persone e con circa 5mila osservazioni dirette su strada, presentata nell’ambito del convegno “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime” organizzato in occasione della giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada. 

Fattori sociologici e psicologici: i dati sulla percezione di sé e degli altri

Nella percezione di sé e degli altri, mentre si è alla guida, si evidenzia una significativa discrepanza. Per quanto riguarda il rispetto delle regole del codice della strada, in una scala da 1 a 10, il giudizio su sé stessi oscilla tra un punteggio compreso tra l’8 e l’8,8. Decisamente meno clementi quando si esprime un giudizio sugli altri: qui la percezione raccoglie consensi che vanno da 5 a 5,9. 

Questa forma di distorsione percettiva, nota come self serving bias, si accentua in modo particolare nel contesto della guida, investendo il giudizio sulla totalità dei comportamenti. L’automobile rappresenta da sempre un oggetto fortemente identitario nella cultura italiana.

Non solo un mezzo di trasporto, ma anche di espressione della propria personalità, una seconda casa in cui si vuole essere comodi e riflettere il proprio stile. Guidare l’auto è dunque un’attività che occupa un tempo significativo della giornata e in cui si riflettono valori e gusti personali.

Nella guida le persone investono tempo e intelligenza, confrontandosi con un contesto che però, soprattutto nei centri metropolitani o trafficati, può essere anche molto stressante.

Come attività che prevalentemente si svolge da soli, la guida enfatizza inoltre una prospettiva individualistica con atteggiamenti di idealizzazione di sé e ostilità verso gli altri. In sostanza, la guida rappresenta un piacere individuale mentre gli altri guidatori sono visti come anonimi e potenziali ostacoli, i cui comportamenti sono scorretti.

Il mancato rispetto delle regole

Maglia nera per il mancato uso delle frecce. Dalle osservazioni dirette su strada emerge, infatti, come il 54,1% dei conducenti non utilizzi gli indicatori di segnalazione per il cambio di corsia in fase di sorpasso. Percentuale analoga (54%) non li utilizza per segnalare il rientro dopo il sorpasso. I dati non sono più confortanti per altre tipologie di manovra: il 35,4% degli automobilisti non segnala l’ingresso in strada da rampa di accesso, mentre il 19,5% non indica l’uscita.

Mancato rispetto delle norme del codice della strada anche per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi di ritenuta per bambini: il 41,7% non li utilizza sul lato anteriore della vettura, dato che peggiora se riferito al sedile posteriore dove la percentuale di chi non ne fa uso sale al 48,4%. Infine, il 10,3% dei conducenti usa impropriamente il telefono cellulare e l’11,4% non indossa la cintura di sicurezza, dato che aumenta vertiginosamente per i passeggeri sul sedile posteriore (75,7%).

Non va meglio su altri fronti: su oltre 357mila veicoli monitorati, è stato rilevato il superamento del limite di velocità nel 9,6% dei casi; il mancato rispetto della distanza minima di sicurezza nel 77,7%.

 “Abbiamo chiare indicazioni dalla Capogruppo FS: il traguardo è lo sfidante obiettivo di ridurre al 2030 del 50% le vittime di incidenti stradali per allineare l’Italia alle performance dei più avanzati paesi europei. Con un altro target all’orizzonte successivo, la Vision Zero entro il 2050” ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Anas, Aldo Isi.

“L’obiettivo – ha proseguito Isi – è contenuto anche nel Piano d’azione strategico sulla sicurezza stradale della Commissione europea ed è uno stimolo importante a fare sempre meglio per accrescere la sicurezza, puntando sull’innovazione tecnologica”.

“Per conseguire questi risultati – ha concluso Isi – Anas ha predisposto un piano strategico nel medio periodo articolato su più fronti (manutenzione, innovazione tecnologica e campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale), che convergono sull’obiettivo di una sempre più elevata sicurezza stradale”.

La metodologia di indagine

La campagna di indagine sulle strade Anas ha visto la realizzazione di tre diversi tipi di attività: il rilevamento di alcuni parametri di guida attraverso sistemi di rilevazione automatica (velocità, distanza e occupazione delle corsie su sei tratte stradali); interviste a un campione di 3.036 utenti; osservazioni dirette dei comportamenti di guida lungo sei differenti tipologie di strade e autostrade: il RA10 Raccordo Autostradale “Torino Caselle” in Piemonte; la strada statale 51 di “Alemagna” in Veneto; la strada statale 3bis “Tiberina” tra Terni e Ravenna; la strada statale 1 “Aurelia”, tra Roma e Livorno; la strada statale 16 “Adriatica” tra Bari e Otranto; la A2 “Autostrada del Mediterraneo”.

Le attività di osservazione diretta sono state eseguite con l’impiego di due ricercatori all’interno di un’automobile che ha percorso l’infrastruttura di interesse, registrando un campione di veicoli in transito e i comportamenti dei passeggeri a bordo.

L’impegno di Anas

Anas, in vista dello sfidante obiettivo di ridurre del 50% le vittime di incidenti stradali entro il 2030, è fortemente impegnata nell’implementare la sicurezza agendo su più fronti contemporaneamente con un piano d’azione strategico. In attuazione del grande piano industriale 2022-2031, presentato dal Gruppo Ferrovie dello Stato, Anas realizzerà 50 miliardi di euro di investimenti dei 190 miliardi previsti. Il piano prevede l’aumento delle risorse da destinare alla manutenzione programmata: al momento sono in corso 1.200 cantieri di manutenzione e 65 cantieri di nuove opere per un totale di circa 9 miliardi di investimenti.

Infine, muovendo dal dato che oltre il 93% degli incidenti deriva dal comportamento del guidatore, Anas è impegnata anche nella promozione e diffusione di una cultura della sicurezza stradale, attraverso la campagna di comunicazione “Quando guidi, guida e basta”.

Da Le Strade dell’Informazione ANAS

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