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Gino Bruni

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Tecnologia per l’Auto

Crash test Euro NCAP Settembre 2022

Genesis, Kia, Ora, Tesla E Wey conquistano le cinque stelle

La Genesis GV 60, la Kia Niro (con il pacchetto optional ‘Safety’), la Ora Funky Cat, la Tesla Model Y e la Wey Coffee raggiungono il massimo punteggio – cinque stelle – nella quinta serie di crash test Euro NCAP del 2022. Una stella in meno per la Kia Niro con le dotazioni standard e per la Hyundai i20.

Per la Genesis GV 60 buona la protezione di ginocchia e femori di guidatore e passeggero. Marginale quella dal colpo di frusta dei sedili posteriori. Chiara l’informazione dello stato di attivazione dell’airbag lato passeggero per quanto riguarda la sicurezza dei bambini a bordo.

La Kia Niro con ‘Safety pack’ ha dimostrato che può essere fornito un livello di protezione simile ad occupanti di differenti dimensioni e seduti in diverse posizioni.

Per la Ora Funky Cat marginale la protezione del torace del conducente. Nell’impatto frontale contro una barriera rigida buona o adeguata la protezione di tutte le aree critiche del corpo.

La Tesla Model Y, regina di questa serie di test Euro NCAP, ha raggiunto il massimo punteggio nell’urto laterale. Buona la protezione per i bambini a bordo nell’urto frontale disassato. Il Lane keeping interviene in maniera corretta in molte situazioni limite.

La Wey Cofee, nell’urto contro la barriera rigida, al termine del test, è stata penalizzata per l’apertura del portellone posteriore. Il paraurti offre una buona protezione a gambe e bacino per gli utenti vulnerabili. L’AEB risponde alla presenza del pedone ma anche a quella di un ciclista.

In questa sessione di test sono state valutate anche quattro nuove versioni di modelli già testati da Euro NCAP:

o   La Hyundai i20, modello partner di Bayon, ha la struttura praticamente identica. La Hyundai i20 raggiunge, in questa revisione, il rating complessivo di 4 stelle con protocollo Euro NCAP 2021.

o   Le valutazioni di Citroën e-Berlingo e di Opel Combo e-Life e Peugeot e-Rifter si basano sui test effettuati sul modello partner Peugeot Rifter nel 2018. I nuovi modelli hanno alcune caratteristiche visive che influiscono sulle prestazioni del test di impatto con i pedoni. I dati esaminati e le valutazioni aggiuntive dimostrano che i risultati ottenuti dal Rifter, possono essere ritenuti validi anche per i nuovi modelli. Pertanto alla Citroën e-Berlingo, all’Opel Combo e-Life ed alla Peugeot e-Rifter vengono assegnate 4 stelle in riferimento al protocollo Euro NCAP 2018.

5 domande chiave sulle batterie delle auto

Le batterie, cuore pulsante di veicoli ibridi ed elettrici, sono sempre più al centro dell’attenzione per tanti utenti.

Un esperto del Test Center Energy di SEAT S.A., laboratorio di ricerca unico nel suo genere nel sud dell’Europa, risponde a cinque domande.

Le batterie sono sottoposte a test approfonditi per garantirne il corretto funzionamento fino almeno 160.000 chilometri.

Presenti ovunque, dalla console dei videogame, al dispositivo con cui state leggendo questo testo, e sulle auto. Parliamo delle batterie, uno dei principali componenti dei veicoli ibridi ed elettrici, per cui è naturale che agli utenti possano sorgere delle domande su come funzionano.  Francesc Bate, Responsabile del Test Center Energy (TCE), pioneristico laboratorio di ricerca e sviluppo di SEAT S.A., risponde a cinque domande chiave sulle batterie.

Di che cosa sono fatte le batterie? “La tecnologia che usiamo nel Gruppo Volkswagen è a base di ioni di litio, nello specifico con la combinazione chimica di nichel, manganese e cobalto (NMC) ” spiega l’esperto del TCE, Sabaté. Questi elementi formano le celle, che sono le unità più piccole di stoccaggio dell’energia che facilitano la ricarica. “Le celle sono raggruppate in moduli e disposte in pacchi che, insieme all’elettronica di controllo, il sistema di raffreddamento, e il rivestimento, creano il pacco batteria pronto a essere assemblato nel veicolo” aggiunge Francesc.

Qual è la differenza tra la batteria di un veicolo ibrido e un veicolo elettrico? La risposta risiede nella capacità di stoccaggio dell’energia. “In un veicolo elettrico, dove non c’è un motore endotermico abbinato come nel caso dell’ibrido, la batteria deve avere più capacità per percorrere la stessa distanza” afferma l’ingegnere. Questo significa che ha bisogno di più celle. “Il pacco batteria di un veicolo ibrido è composto da circa 100 celle, mentre quello di un veicolo elettrico è composto da circa 300 celle”.

Quanto dura la vita di una batteria? “Tutto dipende dallo stile di guida e dall’utilizzo che se ne fa: la frequenza d’uso, la temperatura a cui è esposta e il numero di cicli di ricarica” risponde Francesc. E aggiunge: “Nel caso dei nostri veicoli e grazie ai severi test a cui sono sottoposte le batterie, possiamo assicurare un minimo di 160.000 chilometri o otto anni di vita utile”. I test includono condizioni climatiche estreme e modalità d’uso che spingono le batterie al loro limite.

Come si può allungare la vita di una batteria? La chiave sta nel mantenere il veicolo nelle migliori condizioni possibili. “È consigliabile ridurre al minimo il numero di ricariche rapide, perché in questo modo evitiamo che la temperatura della batteria salga troppo”, spiega. “Mantenere lo stato di carica tra il 40% e l’80% aiuta a prolungarne la vita utile oltre i criteri minimi di garanzia”, aggiunge l’ingegnere di SEAT S.A.

Possono avere una seconda vita? Una volta che i veicoli hanno raggiunto i 160.000 km o dopo otto anni, la batteria funziona ancora all’80% circa della sua capacità. “Questo significa che potremmo sperimentare un’autonomia minore nell’uso quotidiano dell’auto e quindi della distanza che potremmo percorrere con il veicolo dopo una ricarica”, afferma Francesc. “Questo non significa che la batteria non è più utilizzabile, dato che questa capacità dell’80% può essere usata in altre applicazioni che richiedono una minore potenza, come l’accumulo di energia statica”. Questa nuova funzione assicura che una singola batteria possa essere riutilizzata allungandone la vita utile.

Il presidente di Toyota mette alla prova la GR Yaris a Idrogeno.

Toyota Motor Corporation (Toyota) ha annunciato di aver testato la GR Yaris – una speciale versione della Toyota GR Yaris, equipaggiata con un motore a idrogeno– in una corsa dimostrativa durante la nona prova del World Rally Championship (WRC) a Ypres, in Belgio. Il rally è stata la prima occasione per Toyota per provare, su strade pubbliche al di fuori del Giappone, un veicolo con un motore a combustione interna a  idrogeno in fase di sviluppo.

Al volante della GR Yaris H2 c’era il presidente di Toyota Akio Toyoda, alias “Morizo”, affiancato, come co-driver, dall’ex pilota finlandese e quattro volte campione WRC Juha Kankkunen, vincitore di un titolo mondiale con Toyota.

La GR Yaris H2 ha partecipato al Rally come test car nella Prova Speciale (SS) 11, durante la seconda giornata (20 agosto) del Rally di Ypres – Belgio, disputato dal 19 al 21 agosto. La prova cronometrata 11 di 15 chilometri è stata ricavata lungo strade di campagna estremamente strette, tra i campi e tra le case, dando vita ad una tappa impegnativa anche per i piloti professionisti del campionato. La GR Yaris, come auto di prova, ha preceduto la safety car utilizzata per verificare la sicurezza del percorso prima dell’inizio della SS 11.

Sebbene “Morizo” non abbia mai guidato su quelle strade, né abbia avuto la possibilità di esaminarle prima di iniziare la sua corsa, affidandosi alla guida di Kankkunen è stato in grado di affrontare con successo superfici stradali estremamente scivolose e continuamente diverse, completando il percorso senza inconvenienti.

Questo il commento di “Morizo” al termine della corsa: Sono grato a Juha per la cortesia nell’avermi permesso di guidare. Mi ha affiancato in sincronia con il mio stile di guida, facendomi sentire a mio agio. Le strade erano difficili – non solo scivolose ma anche strette – e la loro superficie sembrava cambiare ogni momento. Era presente all’evento anche una (Toyota) Mirai, veicolo a celle a combustibile, per una dimostrazione sulla possibilità di generare corrente elettrica, e credo che, insieme alla prova di guida di una vettura con propulsione ad idrogeno, siamo riusciti a testimoniare in Europa il potenziale dell’idrogeno come opzione per raggiungere la neutralità carbonica.”

Kankkunen ha commentato: ““La performance di guida di Akio è stata fantastica. E il motore a idrogeno ha una coppia notevole, che  non lo rende diverso da un motore a benzina. Poiché sono a zero emissioni di CO2, credo che i motori a idrogeno diventeranno una delle opzioni per raggiungere la neutralità carbonica non solo nel mondo degli sport motoristici, ma anche nel mondo delle auto di tutti i giorni.”

La Maserati MC20 Cielo debutta negli Stati Uniti

La nuova MC20 Cielo in anteprima per il Nord America in occasione di “The Quail, a Motorsport Gathering”.

La nuova Maserati MC20 Cielo debutta oggi in Nord America durante “The Quail, a Motorsports Gathering”, il prestigioso evento automobilistico in California che è diventato parte integrante della cultura automobilistica degli Stati Uniti. “The Quail”, evento di rilievo della prestigiosa “Car Week” nella città di Monterey, è lo scenario ideale per condividere con il pubblico nordamericano la versione scoperta della nuova supersportiva Maserati. 

Davide Grasso, Maserati Chief Executive Officer, e Bill Peffer, CEO di Maserati Americas insieme a Klaus Busse, Head of Maserati Design, presentano l’ultima nata della Casa del Tridente. Sullo stand anche il SUV Grecale Trofeo e la supersportiva MC20 Coupé.

Equipaggiata con il rivoluzionario motore V6 Nettuno, la MC20 Cielo offre un perfetto mix di sportività e lusso grazie ad un dettaglio unico nel segmento: l’innovativo tetto in vetro retrattile. 
La nuova spyder è, infatti, l’incontro tra l’audacia Maserati e l’infinità del cielo, caratterizzata dal particolare “sky feeling”.
Unica nel segmento delle cabrio, questa vettura è dotata di un innovativo tetto in vetro retrattile elettrocromico (smart glass) all’avanguardia, che può essere trasformato istantaneamente da trasparente a opaco premendo un pulsante sullo schermo centrale. Il tetto utilizza la tecnologia Polymer-Dispersed Liquid Crystal (PDLC) per offrire un’esperienza di guida poliedrica: può essere totalizzante con il tetto chiuso e opaco, offrire un esclusivo “sky feeling” quando il tetto è trasparente e consentire un’esperienza olistica con il tetto abbassato.

IL cuore della MC20 Cielo è costituito dal nuovo e rivoluzionario motore Nettuno, un V6 biturbo da 3,0 litri che eroga 630 cavalli a 7.500 giri/min. e produce 730Nm @ 3000-5500 rpm di coppia a partire da 3.000 giri/min. Nettuno è il primo motore destinato alla strada ad utilizzare un innovativo sistema di combustione a pre-camera con doppie candele, una tecnologia derivata dalle competizioni di Formula 1.

La MC20 Cielo è stata sviluppata presso il Maserati Innovation Lab a Modena ed è prodotta nello storico stabilimento modenese di Viale Ciro Menotti, quindi 100% Made in Italy.

Sullo stand, a rappresentare il Tridente, sono presenti anche altri due modelli: una Grecale Trofeo ed una MC20 coupé in versione Fuoriserie.
La Grecale Trofeo, di color Grigio Lava Opaco, è equipaggiata con un performante propulsore a benzina V6, 3.0L, da 530 CV, derivato dal motore Nettuno. Grecale rappresenta il giusto bilanciamento tra versatilità, eleganza, performance ed innovazione e garantisce allo stesso tempo prestazioni, comfort e sicurezza.

La MC20 Fuoriserie, con livrea rosso Corse, bianco audace lucido e verde smeraldo, fa invece parte del programma di customizzazione Maserati Fuoriserie, che nelle sue varie declinazioni permette ai clienti di cucirsi addosso una Maserati.  Maserati Fuoriserie è un foglio bianco e il Brand propone un’ampia gamma di strumenti di disegno e di colori; il resto lo fa l’ispirazione dei singoli clienti, che hanno la possibilità di esprimere la propria creatività personale.

Dall’immaginazione alla realtà: la McLaren Solus GT Le prime vettura consegnate ai clienti nel 2023

Anteprima mondiale, del concept McLaren creato per la pista che ha fatto il suo debutto nel mondo dei video giochi

Serie limitata a soli 25 esemplari – tutti venduti ancor prima della presentazione al pubblico

Progettata per diventare realtà grazie alle tecnologie acquisite da McLaren nella sua militanza ai più alti livelli del motorsport e più recentemente nello sviluppo di supercar e hypercar

Il design è sorprendente creato attorno all’abitacolo monoposto centrale, con il tetto che slitta come in un aereo supersonico

Esclusivo telaio monoscocca con un gruppo motopropulsore di derivazione sportiva come elemento strutturale

Propulsore V10 da 5,2 litri aspirati e cambio sequenziale a sette rapporti realizzati su misura

Un peso inferiore ai 1000kg e più di 1200kg di deportanza

Il motore V10 raggiunge più di 10.000 giri al minuto e produce oltre 840 CV e 650 Nm di coppia

Accelerazione da 0-100km/h con un tempo di 2,5 secondi e una velocità massima di oltre 200mph

È disponibile il “driving experience”, che comprende un sedile di guida modellato sulla forma del corpo, una tuta da corsa omologata FIA, un casco e un dispositivo HANS (Head And Neck Support) su misura per ogni proprietario e un programma di coaching dedicato al pilota

Le prime vettura saranno consegnate ai clienti nel 2023

McLaren Automotive presenta la McLaren Solus GT, la straordinaria realizzazione di una concept car che dagli schermi delle corse virtuali si trasforma in un’espressione estrema dell’impegno nella guida in pista, in grado di emozionare nel mondo reale.

Realizzata in serie limitata a 25 – tutte le auto sono già state prodotte – questa auto da pista monoposto con abitacolo chiuso è stata presentata durante la Monterey Car Week in California Leiters, Chief Executive Officer di McLaren Automotive.                    

La Solus GT dà vita al futuristico concept McLaren che è apparso nel videogioco Gran Turismo SPORT, realizzato attingendo a tutta l’esperienza e alle competenze di McLaren ai massimi livelli del motorsport e nello sviluppo di supercar e hypercar.

Con un peso inferiore a 1.000 kg e prestazioni aerodinamiche che includono una deportanza superiore a 1.200 kg, la Solus GT – viene spinta da un propulsore V10 da 5,2 litri aspirato – ed è in grado di realizzare i tempi sul giro più veloci di qualsiasi un’altra McLaren che non sia una monoposto, offrendo un’esperienza di guida che si avvicina al coinvolgimento e alle sensazioni di guida di una vettura di Formula 1. “La McLaren Solus GT è la realizzazione di un veicolo concept McLaren assoluto, originariamente creato per il mondo delle corse virtuali. – ha dichiarato Michael Leiters, amministratore delegato, McLaren Automotive -.  Progettata senza alcuna restrizione da parte dei regolamenti stradali o di gara, ma con l’intero spettro delle competenze McLaren per portarla alla realtà , incarnando il nostro spirito pioniere.”

La Nuova Porsche 911 GT3 RS  – non proprio economica – progettata per prestazioni elevate.

La nuova Porsche 911 GT3 RS non fa mistero delle sue intenzioni: è stata progettata, senza scendere a compromessi, per raggiungere le massime prestazioni. La sportiva stradale ad alte prestazioni da 386 kW (525 CV), si avvale pienamente della tecnologia e dei concetti tipici del motorsport. Al di là del potente motore aspirato con DNA da competizione e delle soluzioni intelligenti per l’alleggerimento della struttura, sono soprattutto il sistema di raffreddamento e l’aerodinamica della 911 GT3 RS a collegarla in modo più diretto con la sua omologa da gara, la 911 GT3 R.

Uno schema con radiatore centrale ispirato al motorsport: il fondamento di un’aerodinamica attiva.
Alla base dell’efficace aumento delle prestazioni c’è uno schema con radiatore montato centralmente, adottato per la prima volta sulla 911 RSR, già vincitrice a Le Mans, e in seguito sulla 911 GT3 R. Al posto della configurazione a tre radiatori già utilizzata nelle vetture precedenti, la nuova 911 GT3 RS affida a un radiatore centrale di grandi dimensioni, montato in posizione obliqua nella parte anteriore dell’auto, dove in altri modelli 911 è collocato il bagagliaio. Ciò ha consentito di utilizzare lo spazio lasciato libero sui lati per integrare elementi aerodinamici attivi. Grazie alla presenza di elementi con profilo alare a regolazione continua nella parte anteriore e sull’alettone posteriore a due sezioni e a una serie di altri accorgimenti aerodinamici, la nuova 911 GT3 RS garantisce 409 kg di deportanza complessiva a 200 km/h. In altri termini, la nuova 911 GT3 R S sviluppa una deportanza doppia rispetto al suo predecessore della generazione 991.2 e tre volte superiore a quella di una 911 GT3 attuale. A 285 km/h, la deportanza totale è pari a 860 kg.

Per la prima volta, un sistema di riduzione della resistenza aerodinamica (DRS) è montato su una Porsche di serie. Per garantire una bassa resistenza aerodinamica e velocità più elevate sui tratti rettilinei in pista, il DRS consente di appiattire le ali, entro uno specifico range operativo, semplicemente premendo un pulsante. La funzione freno aerodinamico si attiva durante le frenate di emergenza ad alta velocità: gli elementi alari anteriori e posteriori sono regolati al massimo, creando un effetto di decelerazione aerodinamica che contribuisce in modo efficace alla frenata.

Il look della nuova 911 GT3 RS distingue per il gran numero di elementi aerodinamici funzionali. La particolarità più evidente di questa sportiva GT è l’alettone posteriore con attacco a collo di cigno. L’alettone è costituito da un elemento alare principale fisso e da un modulo alare superiore a regolazione idraulica. Per la prima volta su una Porsche di serie, il bordo superiore dell’alettone è posto più in alto rispetto al tetto dell’auto. Inoltre, la parte anteriore della 911 GT3 RS non presenta più uno spoiler anteriore, bensì uno splitter anteriore che ripartisce l’aria che scorre sopra e sotto la vettura. I sideblade convogliano con precisione il flusso d’aria verso l’esterno. L’aerazione dei passaruota anteriori è assicurata da feritoie poste sui parafanghi anteriori. Le prese d’aria dietro le ruote anteriori, secondo lo stile dell’iconica 911 GT1 vincitrice di Le Mans, riducono la pressione dinamica sui passaruota. I sideblade dietro la presa di aspirazione assicurano che l’aria sia direzionata verso il lato della vettura. L’aria proveniente dal radiatore posto centralmente defluisce attraverso grandi prese d’aria poste sul cofano anteriore. Le pinne sul tetto convogliano l’aria verso l’esterno, garantendo temperature di aspirazione più basse nella sezione posteriore. Sulla nuova 911gt3rs, le feritoie sulla fiancata posteriore servono esclusivamente a migliorare le caratteristiche aerodinamiche e non a convogliare l’aria di aspirazione. Anche il passaruota posteriore dispone di una presa d’aria e di un sideblade che ottimizzano il flusso d’aria. Il diffusore posteriore riprende quello della 911 GT3, ma è stato lievemente modificato.

Sospensioni da pista regolabili dal posto di guida
Anche le sospensioni sono oggetto di attenzione dal punto di vista aerodinamico. Poiché i passaruota della nuova 911 GT3 RS sono esposti a intensi passaggi d’aria, i componenti dell’asse anteriore a doppio braccio sono stati progettati con profili a goccia. Questi elementi, efficienti dal punto di vista aerodinamico, incrementano la deportanza sull’asse anteriore di circa 40kg alla velocità massima e solitamente sono utilizzati solo in ambito motorsport ad alto livello. Dato che la carreggiata è più larga (29 millimetri in più rispetto alla 911 GT3), anche i tiranti dell’asse anteriore a doppio braccio sono proporzionalmente più lunghi.

Per garantire che la deportanza tra l’asse anteriore e quello posteriore rimangano equilibrate anche in caso di frenata ad alta velocità, gli esperti delle sospensioni hanno ridotto sensibilmente il beccheggio in fase di frenata. Sulla nuova  911gt3rs, il giunto sferico anteriore del braccio longitudinale inferiore è stato posto più in basso sull’asse anteriore. Anche la sospensione multilink posteriore è stata modificata, prevedendo un diverso carico delle molle. Persino i sistemi di assistenza alla guida e l’asse posteriore sterzante presentano una calibrazione ancora più dinamica.

La 911 GT3 RS propone tre modalità di guida: Normal, Sport e Track. La modalità Track consente di regolare singolarmente le impostazioni di base. Tra gli altri parametri, è possibile regolare separatamente e su più livelli, lo smorzamento in estensione e in compressione dell’asse anteriore e di quello posteriore. Anche il differenziale posteriore è regolabile tramite i selettori a rotella sul volante. La regolazione si effettua in modo rapido e intuitivo grazie a un concetto di azionamento e visualizzazione mutuato anch’esso dal motorsport: sul volante si trovano quattro selettori a rotella e un pulsante per il sistema di riduzione della resistenza aerodinamica (DRS); in fase di regolazione, i selettori rotanti sono chiaramente visualizzati per mezzo di un’immagine grafica sul quadro strumenti. La 911 GT3 RS dispone inoltre dello schermo da pista già presente sulla 911 GT3. Premendo un pulsante, il conducente può ridurre le visualizzazioni digitali sui due display laterali da sette pollici limitandosi alle informazioni essenziali. Anche gli indicatori di cambio marcia a sinistra e a destra del contagiri analogico sono stati ripresi dalla GT3.

Un potente motore boxer a sei cilindri da quattro litri
Il potente motore aspirato da 4,0 litri è stato ulteriormente ottimizzato rispetto alla 911 GT3. L’incremento di potenza a 386 kW (525 CV) è stato ottenuto principalmente grazie a nuovi alberi a camme con profili modificati. Il sistema di aspirazione a farfalla singola e il sistema meccanico di recupero del gioco valvole derivano dal mondo degli sport motoristici. Il Porsche Doppelkupplung (PDK) a sette velocità ha complessivamente rapporti di trasmissione più corti rispetto alla 911 GT3. Le prese d’aria nel sottoscocca fanno sì che la trasmissione sopporti anche carichi estremi in caso di uso frequente in pista. La 911 GT3 RS accelera da zero a 100 km/h in 3,2 secondi e raggiunge una velocità massima di 296 km/h in settima marcia. Sull’asse anteriore sono utilizzati freni monoblocco a pinze fisse in alluminio con sei pistoncini ciascuno e dischi freno con diametro di 408 mm. Rispetto alla 911 GT3, il diametro dei pistoncini è stato portato da 30 a 32 mm. Inoltre, lo spessore dei dischi è stato incrementato da 34 a 36 mm. L’asse posteriore continua a essere equipaggiato con dischi da 380 mm e freni a pinza fissa a quattro pistoncini. L’impianto frenante carboceramico Porsche (PCCB), disponibile come optional, prevede dischi da 410 mm sull’asse anteriore e dischi da 390 mm sul posteriore. La nuova 911 GT3 RS monta di serie cerchi in lega leggera forgiati con serraggio centrale. Gli pneumatici sportivi omologati per uso stradale da 275/35 R 20 all’anteriore e 335/30 R21 al posteriore garantiscono un elevato livello di aderenza.

Struttura leggera in tutto e per tutto
La struttura leggera e intelligente costituisce uno dei fondamenti di tutti i modelli RS, fin dalla leggendaria 911 Carrera RS 2.7. Grazie a una serie di accorgimenti finalizzati ad alleggerirne la struttura, come il massiccio impiego di elementi in fibra di carbonio (CFRP), la 911 GT3 RS ha un peso di soli 1.450 kg (peso a vuoto secondo la norma DIN), nonostante molti componenti siano di dimensioni maggiorate. Le porte, i parafanghi anteriori, il tetto e il cofano anteriore, ad esempio, sono realizzati in CFRP. Questo materiale leggero è utilizzato anche nell’abitacolo, ad esempio per i sedili sportivi avvolgenti di serie.

Disponibile con i pacchetti Clubsport e Weissach
Per quanto riguarda gli interni, la nuova GT sportiva si presenta nel tipico stile RS: pelle nera, tessuti Racetex e finiture in trama di carbonio contraddistinguono il carattere purista e sportivo dell’abitacolo. La 911 GT3 RS è disponibile con il pacchetto Clubsport senza costi aggiuntivi. Questo include una barra stabilizzatrice in acciaio, un estintore portatile e cinture di sicurezza a sei punti per il conducente. Il pacchetto Weissach, disponibile a un costo aggiuntivo, prevede invece una dotazione decisamente superiore. Il cofano anteriore, il tetto, parti dell’alettone posteriore e la calotta superiore degli specchietti retrovisori esterni sono caratterizzati da una finitura in trama di carbonio. Le barre antirollio anteriori e posteriori, le aste di accoppiamento posteriori e il pannello di taglio sull’asse posteriore sono realizzati in fibra di carbonio (CFRP) e contribuiscono a migliorare ulteriormente la dinamica di guida. La barra stabilizzatrice, realizzata per la prima volta in fibra di carbonio (CFRP), consente di risparmiare circa sei chilogrammi rispetto alla versione in acciaio. Un altro punto di forza del pacchetto Weissach sono le levette del cambio PDK con tecnologia a magneti sviluppata nel motorsport. Questa rende i cambi di marcia ancora più dinamici grazie alla maggiore precisione del punto di pressione e a un click d’innesto chiaramente percepibile. A richiesta, con il pacchetto Weissach sono disponibili i cerchi forgiati in magnesio, che consentono un ulteriore risparmio di otto chilogrammi. La nuova 911 GT3 RS può essere ordinata da subito a partire da 239.435,00 euro (Prezzo di vendita consigliato con dotazione specifica per il Paese e IVA al 22%.).

Esclusivo cronografo Porsche Design
Ispirandosi al mondo degli sport motoristici, dove la precisione è fondamentale, il laboratorio di orologeria Porsche di Solothurn, in Svizzera, ha sviluppato il cronografo  911gt3rs. Questo segnatempo meccanico è riservato esclusivamente a chi acquista la vettura. La superficie della cassa, realizzata in titanio naturale o nero e con corona a vite, è stata sottoposta a sabbiatura di perle di vetro. All’interno dell’orologio è presente il calibro cronografico meccanico Porsche  design WERK 01.200, certificato COSC per la sua elevata precisione. La funzione flyback consente di avviare, arrestare e azzerare la lancetta dei secondi con un solo gesto. I pulsantini del cronografo, che riportano le incisioni al laser “Start/Stop” e “Next Lap”, rivelano che questo cronografo non si limita a indicare l’ora. Oltre a innovazioni quali la scala pulso-metrica sulla lunetta, il cronografo presenta anche molte caratteristiche stilistiche e materiali ripresi dalla GT3 RS.

Kimera Evo37 sbarca in America.

La prima vettura statunitense, battezzata “Edda”, sarà consegnata la prossima settimana e parteciperà alla mitica “Monterey Car Week”.

 Kimera Automobili ha annunciato il proprio “sbarco” in America attraverso la consegna del primo esemplare di EVO37 al primo cliente californiano.

La vettura si chiama “Edda” (chiamata così dal suo fortunato proprietario, come ormai da tradizione per ciascuna delle EVO37) e non rimarrà sola per molto nel “nuovo continente”. Infatti, il mercato statunitense si è già accaparrato diverse vetture e sono in corso altre trattative che potrebbero concludersi proprio nei prossimi giorni, portando Kimera al sold-out della sua fortunata serie limitata di trentasette pezzi unici.

Kimera Automobili con il suo primo esemplare “americano” parteciperà alla mitica “Monterey Car Week”, dedicata interamente al mondo dell’automobile di ieri e di oggi.

Il programma della settimana comprende numerose e affascinanti manifestazioni, fra le quali “The Quail, a Motorsport Gathering” dove l’EVO37 in versione azzurra/oro/carbonio sarà esposta venerdì 19 agosto presso lo stand di O’Gara Coach, uno dei più importanti dealer di auto sportive e di lusso della California.

Il calendario degli eventi prevede anche altri interessanti momenti sul circuito di Laguna Seca, per poi terminare con il celebre “Concorso d’Eleganza di Pebble Beach”, in programma domenica 21 agosto.

Il noto collezionista e pilota, che ha acquistato la prima kimeraevo37 “americana” e che opera come imprenditore nel settore automobilistico, ha scelto il nome “Edda” per la sua passione per le composizioni di Ennio Morricone, spesso interpretate dal soprano Edda Dell’Orso. La vettura è azzurra, un omaggio al colore che ha visto tante  auto da corsa americane sfrecciare in tutto il mondo, ma anche un omaggio all’Oceano azzurro che bagna la California.

Dopo l’appuntamento negli Stati Uniti, l’attività di Kimera Automobili tornerà immediatamente ad avere luogo nel “vecchio continente”, perché, a fine agosto, a St. Moritz sarà consegnata l’auto acquistata da un collezionista svizzero, questa volta battezzata Victoria e con la carrozzeria nell’inedita tonalità rosso satinato.

Per Kimera Automobili è sono già più di trenta le auto ordinate dai collezionisti provenienti da ogni parte del mondo, inclusi Stati Uniti e Giappone, sulle trentasette vetture in serie limitata previste.

Nonostante il momento storico certamente non facile per l’approvvigionamento delle materie prime e per l’automotive in generale, la produzione delle EVO37 e le consegne dei veicoli stanno proseguendo come da programma.

Kimera EVO37 trae le proprie origini dal passato, per far rinascere un’icona dell’automobilismo mondiale, portandola al massimo sviluppo prestazionale possibile, come se la vettura dell’epoca fosse stata concepita oggi, con la conoscenza e le tecnologie dei nostri giorni.

 Il risultato di questa fusione crono-culturale è un’autentica “fuoriserie” stradale da oltre 500 cv con un motore 2 litri quattro cilindri in linea con doppia sovralimentazione turbo/compressore volumetrico, realizzata con metodologie d’eccellenza tipiche dell’industria automotive e quanto di meglio è offerto dalla moderna tecnologia in campo motoristico: 3D scanning, reverse engineering, CAD, CAE, proto-tipazione rapida, fresatura in CNC, sinterizzazione, elettronica e il non plus ultra delle soluzioni tecnologiche disponibili.

Kimera EVO37 è l’Autentica Evoluzione del modello originario. Per questo Kimera Automobili ha coinvolto nel progetto EVO37, in un unico team, i migliori specialisti e fornitori torinesi in ambito automotive: Bonetto CV, Italtecnica, LAM Stile, Bellasi, Gma Group, EGS Lobart, JM, AM, CiElle Tronics, Medici, e Speed Engineering. Ai quali si aggiungono i nomi di altre eccellenze italiane (e non), quali Pirelli, Sparco, Alcantara Goodwool, Pakelo, Andreani – Öhlins, Brembo e Sprint Filter.

Kimera EVO37 è un’auto che, ispirandosi alla filosofia del Restomod, porta all’estremo questo concetto unendo lo stile, il sapore e il fascino di una delle più leggendarie “regine” da corsa degli anni ’80, con le caratteristiche di una vettura moderna in termini di tecnologia, qualità e prestazioni.

Un tributo che vuole rendere omaggio a quelle leggendarie vetture degli anni’80 protagoniste dei Campionati Mondiali rally, fra cui l’ultima Gruppo B a 2 Ruote motrici a vincere il titolo iridato, battendo le rivali a trazione integrale. Un’auto leggendaria che ha fatto scuola e che è diventata un modello cult per gli appassionati di automobilismo.

Kimera EVO37 rappresenta il punto d’incontro ideale fra l’auto da rally e la vettura stradale, dove tradizione, rievocazione e celebrazione del passato incontrano l’avanguardia tecnologica e un design moderno e contemporaneo. Concepita con gusto e passione, è realizzata grazie ad estro e capacità tipicamente “Made in Italy”. E’ stata pensata e voluta da Luca Betti, CEO e pilota di rally con un notevole palmares internazionale. Betti si è occupato in prima persona dello sviluppo della vettura, insieme al Campione del  Mondo Miki Biasion, che collabora fin dalla nascita del progetto.

MINI Concept Aceman: il primo crossover completamente elettrico della nuova famiglia Mini

MINI presenta uno studio che anticipa il futuro dei veicoli per il segmento delle utilitarie premium: la trazione puramente elettrica, l’assenza di cromature e pelle, il linguaggio di design completamente nuovo e la digitalizzazione avanzata creano un’esperienza d’uso intensa ed unica.

Il marchio britannico presenta la MINI Concept Aceman, una prima anticipazione del nuovo design della futura generazione di modelli. Questa concept car pone l’accento sulle innovazioni tecnologiche e di design che secondo MINI definiranno il piacere di guida del futuro. Una trazione puramente elettrica, il linguaggio formale chiaro e ridotto della “semplicità carismatica”, una nuova esperienza digitale all’interno dell’abitacolo e un design responsabile dei materiali con l’assenza assoluta di pelle e di elementi cromati:

Per la prima volta, la MINI Cooper con l’iconica carrozzeria a tre porte, che è stata costantemente reinterpretata nel corso dei suoi oltre 60 anni di storia, sarà affiancata da un modello crossover nella prossima generazione di modelli, un veicolo con una maggiore versatilità e un aspetto robusto. “La MINI Concept Aceman offre un primo assaggio di un auto completamente nuova, che colmerà lo spazio tra la MINI Cooper e la MINI Countryman nel futuro della famiglia di modelli”, ha dichiarato Stefanie Wurst, Head of the MINI Brand. “Questa concept car riflette il modo in cui MINI si sta reinventando per il suo futuro completamente elettrico e ciò che il marchio rappresenta: go-kart feeling elettrificato, un’esperienza digitale coinvolgente e una forte attenzione a un’impronta ambientale minima.”

In Italia: superata la soglia dei 104.000 veicoli rubati in un anno.

Tornano a crescere i furti di veicoli nel nostro Paese e, contestualmente, continua ad aumentare il numero complessivo di auto, moto e mezzi pesanti che, una volta sottratti, spariscono nel nulla. Nell’ordine, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia sono le aree più a rischio. Un furto su quattro avviene in Campania, il Lazio è la regione in cui i ladri sono più abili a far perdere le tracce dei mezzi rubati.

Sono questi i principali trend che emergono dal “Dossier sui furti di veicoli”, elaborato da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp (Nasdaq: CAMP) leader nelle soluzioni telematiche per l’Automotive e nel recupero dei veicoli rubati, che ha raccolto e analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno sul 2021 e li ha integrati con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali sul fenomeno.

Dopo il consistente arretramento del fenomeno nel 2020 (anno del lockdown e in cui si sono fatte sentir con più forza le limitazioni alla libera circolazione a causa della pandemia), lo scorso anno i furti di veicoli sono tornati a crescere, seppur di poco (+2%): dai complessivi 102.708 casi del 2020 a 104.372.

La crescita del fenomeno ha riguardato in particolare le categorie vetture/SUV e moto/scooter e ha invece risparmiato mezzi pesanti e furgoni. Una crescita, seppur leggera, che testimonia come le organizzazioni malavitose, superate le difficoltà dovute ai mesi di blocco, siano tornate a puntare con forza su questo redditizio business.

A preoccupare, infatti, oltre all’inversione di tendenza registrata lo scorso anno, è anche la conferma delle difficoltà riscontrate nel recupero dei veicoli rubati con la percentuale di ritrovamenti che nel 2021 è scesa al 37%: quasi due veicoli rubati su tre spariscono nel nulla.

L’analisi annuale realizzata da lojack in questa edizione, oltre a fornire una panoramica complessiva sui furti di tutti i veicoli a motore, riporta un nuovo interessante dato (censito dal Ministero dell’Interno) che riguarda la tipologia di reati, messi a segno per sottrarre un veicolo: nel 97% dei casi dietro questo crimine c’è un’effrazione del veicolo con furto mentre è parcheggiato a distanza di sicurezza dal legittimo proprietario; in poco meno del 3% dei casi si tratta di un’appropriazione indebita, molto probabilmente perpetrata a scapito di una società che l’ha concessa in uso, senza saperlo, a un criminale; e in meno dell’1% dei casi il veicolo è stato sottratto a seguito di una rapina o di altro reato.

In cinque Regioni si concentra l’81% dei furti totali – Bollino rosso per Campania e Lazio.

Quasi tutte le regioni d’Italia in cui il fenomeno assume dimensioni consistenti hanno fatto segnare dati in aumento. Particolarmente significativa è la crescita registrata in Campania (+7%) che consolida così il primato di area a maggiore rischio furto, con quasi 27.500 vittime in un anno. In questa regione, che ormai da anni detiene un primato incontrastato, ogni giorno settantacinque veicoli sono rubati.

A una certa distanza, segue il Lazio con 18.215 veicoli rubati nel 2021 e un altro primato: quello per il tasso di recupero più basso a livello nazionale. In questa regione solo il 30% (vs il 37% nazionale) dei mezzi sottratti è restituito al legittimo proprietario. A completare il quintetto delle aree a “bollino rosso” ci sono la Puglia (14.498 furti), la Sicilia (13.180) e la Lombardia (11.636). Quest’ultima è quinta nella graduatoria per furti di vetture, ma è decisamente nelle posizioni di vertice per quella dei SUV.

“I dati sui furti di veicoli raccolti nel nostro dossier lanciano un allarme: – afferma Maurizio Iperti, Presidente lojack EMEA – dopo il calo registrato nell’anno dello scoppio della pandemia, il business criminale ha recuperato il terreno perduto e si è rafforzato soprattutto in alcune aree del nostro Paese, dove opera in maniera quasi scientifica. Gran parte dei furti avvengono mentre il veicolo è parcheggiato. Trascorse le prime 24 ore, le possibilità di rintracciarlo si riducono al minimo. Ecco perché attivare il prima possibile le ricerche e, soprattutto, dotarsi di dispositivi hi-tech non facilmente ‘hackerabili’ aumenta in modo sensibile le possibilità di successo, garantendo un intervento rapido ed efficace dopo la sottrazione”.

I furti di autoveicoli (vetture + furgoni + SUV), la fetta più significativa del mercato, sono tornati a crescere (di poco meno dell’1%) da 75.000 a 75.471 unità. Di quasi due autoveicoli su tre, dopo il furto, si perdono le tracce, instradati in direzione dei mercati esteri (soprattutto Est Europa o Nord Africa) o utilizzati per alimentare il redditizio business dei pezzi di ricambio.

Il ritorno al segno più delle sottrazioni di autoveicoli appare come un fenomeno diffuso in modo non omogeneo a livello territoriale, più evidente in Campania (+5,6%), Puglia (+1%) e Sicilia (+1%) Si conferma anche nel 2021 il trend osservato negli ultimi anni, di polarizzazione dei furti su alcune aree del Paese e in particolare su quelle attorno alle principali metropoli nazionali, dove le organizzazioni criminali possono meglio pianificare e mettere in opera questo particolare business: l’81% di queste attività criminose avviene in queste cinque regioni. In altre, come Basilicata, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Trentino Alto Adige e Umbria le sottrazioni non raggiungono quota 500 casi l’anno.

Le auto e i furgoni più rubati? Panda e Daily sbaragliano la concorrenza

La nuova crescita del business furti non ha sostanzialmente inciso sulla classifica delle vetture preferite dai ladri, con le prime quattro posizioni rimaste inalterate rispetto al 2020: sempre in testa la Fiat Panda con 8.816 sottrazione (oltre 1 vettura rubata su 10 è Panda), seguita dalla Fiat 500 (6.743 modelli sottratti), dalla Fiat Punto (5.292) e dalla Lancia Ypsilon (2.979). E’ salita di un posto la Smart ForTwo Coupè (1.389) che ha scalzato la Volkswagen Golf (1.381) dal 5° posto, mentre completano la graduatoria delle auto più attenzionate Renault Clio (1.284), Fiesta (1.059), Opel CORSA (824) e Fiat UNO (559).

In totale, questi 10 modelli rappresentano il 44% del fenomeno furti auto in Italia.

I furti di autofurgoni, a differenza delle vetture, hanno subito una contrazione del 9%, attestandosi a quota 5.600 episodi. Il fenomeno ha registrato una forte concentrazione su 4 territori: nell’ordine Lombardia (1.213 furti), Campania (880), Lazio (819) e Puglia (753). In questa categoria, come da tradizione, le possibilità di recuperare i mezzi rubati sono superiori rispetto alla media valida per le autovetture e moto e nel 2021 hanno toccato quota 45%.

La top 5 dei più rubati vede il primato del Iveco Daily (931 unità rubate), seguito a stretto giro dal Fiat Ducato (916) e poi da Fiat Doblò (552), Ford Transit (255) e Mercedes Sprinter (228).

Furti di moto: + 5%. Solo una su tre è ritrovata. In Campania il 25% del fenomeno

Altro business che è tornato a crescere sensibilmente nel 2021 è quello dei furti di moto e scooter: lo scorso anno ne sono state sottratte 26.707, contro le 25.273 dell’anno precedente (+5,5%); uno sviluppo trainato dal boom registrato in Campania, regione a maggior rischio furto di due ruote a motore, che ha visto un aumento del 14% dei casi.
Un furto su quattro di questi mezzi in Italia avviene a Napoli e nelle altre quattro province campane.

Nel 2021 ogni giorno sulle strade italiane sono stati rubati oltre 73 motoveicoli, 3 ogni ora. Di questi solo 9.336, il 36%, ha fatto ritorno a casa. Anche questo fenomeno risulta molto concentrato a livello territoriale: in sei Regioni si convoglia oltre l’80% dei casi. Oltre alla Campania, regina di questa poco invidiabile graduatoria, nell’ordine le Regioni più colpite sono il Lazio (4.868 casi), la Sicilia (3.833), la Lombardia (3.355) e due aree tradizionalmente meno nei radar dei topi d’auto, come la Toscana (1.620) e la Liguria (1.260).

Uno dei dati più interessanti che emerge dalle statistiche riguardanti lo scorso anno, riguarda ancora una volta la Campania: qui solo una moto o scooter rubata su cinque è restituita al proprietario. Un dato sconcertante che evidenzia un forte allarme per i possessori di due ruote in questo territorio.

La top 5 dei modelli più rubati conferma il tradizionale primato incontrastato dell’Honda SH (5.196 unità rubate nel 2021).
Più in generale, 1 motoveicolo sottratto su 5 è SH. Staccato di poco meno di 4.000 unità, con 1.393 sottrazioni, si trova il Piaggio Liberty, seguito da Aprilia Scarabeo (1.236), Piaggio Vespa (1.067) e Piaggio Beverly (989).

Ancora una volta si conferma il trend che vede nel Nord del Paese le moto rivendute intere o per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio, nell’Italia centrale i furti alimentare il mercato internazionale di moto rubate dirette verso i Paesi dell’Est e nelle Regioni meridionali i furti messi a segno in modo più tradizionale, tramite effrazione, per poi smontare moto/scooter sottratti e venderne i pezzi di ricambio “usati”.

Furti di mezzi pesanti: solo il 20% è ritrovato.

In controtendenza con l’andamento generale, frenano i furti di automezzi pesanti, categoria che include truck, rimorchi, autobus, veicoli speciali e roulotte. Nel 2021 ne sono stati rubati 2.194, 6 al giorno. Il trend evidenzia un calo del 9% rispetto al 2020, più che bilanciato da un ancor più significativo crollo dei recuperi (-29%), che ha portato la percentuale di rinvenimenti al 30% (meno di uno su tre torna al legittimo proprietario). Di fatto, tra le diverse categorie di veicoli, gli automezzi risultano quelli che, una volta rubati, hanno meno probabilità di essere ritrovati. Il dato sulla scarsa rintracciabilità di questi mezzi testimonia come siano oggetto delle attenzioni di organizzazioni criminali ben strutturate che non lasciano nulla al caso. Eventi che producono spesso disagi e perdite sostanziali per le aziende proprietarie del mezzo, che vedono sparire il carico trasportato e con esso il bene strumentale. Tali episodi rischiano di provocare ricadute drammatiche soprattutto quando colpiscono piccole e piccolissime imprese che vedono compromessa la propria capacità di stare sul mercato.

Questi furti seguono sostanzialmente tre dinamiche criminali: quelli su commissione, le truffe e le appropriazioni indebite di veicoli in leasing. Molto spesso poi l’obiettivo vero del crimine è la sottrazione del carico trasportato, di rilevante valore economico e facilmente ricollocabile sul mercato. Per questo motivo, ancor più che nel business delle auto rubate, è necessario che le fasi di rilevamento e recupero del bene si compiano con estrema rapidità, prima che della refurtiva si perdano le tracce.

Eccezionalmente per questa categoria di veicoli, la Campania (nel 2021 terza con 216 casi) lascia il passo al primato della Puglia (451 furti e un calo dei recuperi del 40%), seguita dalla Lombardia (257). 

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