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Gino Bruni

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Tecnologia per l’Auto

Il presidente di Toyota mette alla prova la GR Yaris a Idrogeno.

Toyota Motor Corporation (Toyota) ha annunciato di aver testato la GR Yaris – una speciale versione della Toyota GR Yaris, equipaggiata con un motore a idrogeno– in una corsa dimostrativa durante la nona prova del World Rally Championship (WRC) a Ypres, in Belgio. Il rally è stata la prima occasione per Toyota per provare, su strade pubbliche al di fuori del Giappone, un veicolo con un motore a combustione interna a  idrogeno in fase di sviluppo.

Al volante della GR Yaris H2 c’era il presidente di Toyota Akio Toyoda, alias “Morizo”, affiancato, come co-driver, dall’ex pilota finlandese e quattro volte campione WRC Juha Kankkunen, vincitore di un titolo mondiale con Toyota.

La GR Yaris H2 ha partecipato al Rally come test car nella Prova Speciale (SS) 11, durante la seconda giornata (20 agosto) del Rally di Ypres – Belgio, disputato dal 19 al 21 agosto. La prova cronometrata 11 di 15 chilometri è stata ricavata lungo strade di campagna estremamente strette, tra i campi e tra le case, dando vita ad una tappa impegnativa anche per i piloti professionisti del campionato. La GR Yaris, come auto di prova, ha preceduto la safety car utilizzata per verificare la sicurezza del percorso prima dell’inizio della SS 11.

Sebbene “Morizo” non abbia mai guidato su quelle strade, né abbia avuto la possibilità di esaminarle prima di iniziare la sua corsa, affidandosi alla guida di Kankkunen è stato in grado di affrontare con successo superfici stradali estremamente scivolose e continuamente diverse, completando il percorso senza inconvenienti.

Questo il commento di “Morizo” al termine della corsa: Sono grato a Juha per la cortesia nell’avermi permesso di guidare. Mi ha affiancato in sincronia con il mio stile di guida, facendomi sentire a mio agio. Le strade erano difficili – non solo scivolose ma anche strette – e la loro superficie sembrava cambiare ogni momento. Era presente all’evento anche una (Toyota) Mirai, veicolo a celle a combustibile, per una dimostrazione sulla possibilità di generare corrente elettrica, e credo che, insieme alla prova di guida di una vettura con propulsione ad idrogeno, siamo riusciti a testimoniare in Europa il potenziale dell’idrogeno come opzione per raggiungere la neutralità carbonica.”

Kankkunen ha commentato: ““La performance di guida di Akio è stata fantastica. E il motore a idrogeno ha una coppia notevole, che  non lo rende diverso da un motore a benzina. Poiché sono a zero emissioni di CO2, credo che i motori a idrogeno diventeranno una delle opzioni per raggiungere la neutralità carbonica non solo nel mondo degli sport motoristici, ma anche nel mondo delle auto di tutti i giorni.”

La Maserati MC20 Cielo debutta negli Stati Uniti

La nuova MC20 Cielo in anteprima per il Nord America in occasione di “The Quail, a Motorsport Gathering”.

La nuova Maserati MC20 Cielo debutta oggi in Nord America durante “The Quail, a Motorsports Gathering”, il prestigioso evento automobilistico in California che è diventato parte integrante della cultura automobilistica degli Stati Uniti. “The Quail”, evento di rilievo della prestigiosa “Car Week” nella città di Monterey, è lo scenario ideale per condividere con il pubblico nordamericano la versione scoperta della nuova supersportiva Maserati. 

Davide Grasso, Maserati Chief Executive Officer, e Bill Peffer, CEO di Maserati Americas insieme a Klaus Busse, Head of Maserati Design, presentano l’ultima nata della Casa del Tridente. Sullo stand anche il SUV Grecale Trofeo e la supersportiva MC20 Coupé.

Equipaggiata con il rivoluzionario motore V6 Nettuno, la MC20 Cielo offre un perfetto mix di sportività e lusso grazie ad un dettaglio unico nel segmento: l’innovativo tetto in vetro retrattile. 
La nuova spyder è, infatti, l’incontro tra l’audacia Maserati e l’infinità del cielo, caratterizzata dal particolare “sky feeling”.
Unica nel segmento delle cabrio, questa vettura è dotata di un innovativo tetto in vetro retrattile elettrocromico (smart glass) all’avanguardia, che può essere trasformato istantaneamente da trasparente a opaco premendo un pulsante sullo schermo centrale. Il tetto utilizza la tecnologia Polymer-Dispersed Liquid Crystal (PDLC) per offrire un’esperienza di guida poliedrica: può essere totalizzante con il tetto chiuso e opaco, offrire un esclusivo “sky feeling” quando il tetto è trasparente e consentire un’esperienza olistica con il tetto abbassato.

IL cuore della MC20 Cielo è costituito dal nuovo e rivoluzionario motore Nettuno, un V6 biturbo da 3,0 litri che eroga 630 cavalli a 7.500 giri/min. e produce 730Nm @ 3000-5500 rpm di coppia a partire da 3.000 giri/min. Nettuno è il primo motore destinato alla strada ad utilizzare un innovativo sistema di combustione a pre-camera con doppie candele, una tecnologia derivata dalle competizioni di Formula 1.

La MC20 Cielo è stata sviluppata presso il Maserati Innovation Lab a Modena ed è prodotta nello storico stabilimento modenese di Viale Ciro Menotti, quindi 100% Made in Italy.

Sullo stand, a rappresentare il Tridente, sono presenti anche altri due modelli: una Grecale Trofeo ed una MC20 coupé in versione Fuoriserie.
La Grecale Trofeo, di color Grigio Lava Opaco, è equipaggiata con un performante propulsore a benzina V6, 3.0L, da 530 CV, derivato dal motore Nettuno. Grecale rappresenta il giusto bilanciamento tra versatilità, eleganza, performance ed innovazione e garantisce allo stesso tempo prestazioni, comfort e sicurezza.

La MC20 Fuoriserie, con livrea rosso Corse, bianco audace lucido e verde smeraldo, fa invece parte del programma di customizzazione Maserati Fuoriserie, che nelle sue varie declinazioni permette ai clienti di cucirsi addosso una Maserati.  Maserati Fuoriserie è un foglio bianco e il Brand propone un’ampia gamma di strumenti di disegno e di colori; il resto lo fa l’ispirazione dei singoli clienti, che hanno la possibilità di esprimere la propria creatività personale.

Dall’immaginazione alla realtà: la McLaren Solus GT Le prime vettura consegnate ai clienti nel 2023

Anteprima mondiale, del concept McLaren creato per la pista che ha fatto il suo debutto nel mondo dei video giochi

Serie limitata a soli 25 esemplari – tutti venduti ancor prima della presentazione al pubblico

Progettata per diventare realtà grazie alle tecnologie acquisite da McLaren nella sua militanza ai più alti livelli del motorsport e più recentemente nello sviluppo di supercar e hypercar

Il design è sorprendente creato attorno all’abitacolo monoposto centrale, con il tetto che slitta come in un aereo supersonico

Esclusivo telaio monoscocca con un gruppo motopropulsore di derivazione sportiva come elemento strutturale

Propulsore V10 da 5,2 litri aspirati e cambio sequenziale a sette rapporti realizzati su misura

Un peso inferiore ai 1000kg e più di 1200kg di deportanza

Il motore V10 raggiunge più di 10.000 giri al minuto e produce oltre 840 CV e 650 Nm di coppia

Accelerazione da 0-100km/h con un tempo di 2,5 secondi e una velocità massima di oltre 200mph

È disponibile il “driving experience”, che comprende un sedile di guida modellato sulla forma del corpo, una tuta da corsa omologata FIA, un casco e un dispositivo HANS (Head And Neck Support) su misura per ogni proprietario e un programma di coaching dedicato al pilota

Le prime vettura saranno consegnate ai clienti nel 2023

McLaren Automotive presenta la McLaren Solus GT, la straordinaria realizzazione di una concept car che dagli schermi delle corse virtuali si trasforma in un’espressione estrema dell’impegno nella guida in pista, in grado di emozionare nel mondo reale.

Realizzata in serie limitata a 25 – tutte le auto sono già state prodotte – questa auto da pista monoposto con abitacolo chiuso è stata presentata durante la Monterey Car Week in California Leiters, Chief Executive Officer di McLaren Automotive.                    

La Solus GT dà vita al futuristico concept McLaren che è apparso nel videogioco Gran Turismo SPORT, realizzato attingendo a tutta l’esperienza e alle competenze di McLaren ai massimi livelli del motorsport e nello sviluppo di supercar e hypercar.

Con un peso inferiore a 1.000 kg e prestazioni aerodinamiche che includono una deportanza superiore a 1.200 kg, la Solus GT – viene spinta da un propulsore V10 da 5,2 litri aspirato – ed è in grado di realizzare i tempi sul giro più veloci di qualsiasi un’altra McLaren che non sia una monoposto, offrendo un’esperienza di guida che si avvicina al coinvolgimento e alle sensazioni di guida di una vettura di Formula 1. “La McLaren Solus GT è la realizzazione di un veicolo concept McLaren assoluto, originariamente creato per il mondo delle corse virtuali. – ha dichiarato Michael Leiters, amministratore delegato, McLaren Automotive -.  Progettata senza alcuna restrizione da parte dei regolamenti stradali o di gara, ma con l’intero spettro delle competenze McLaren per portarla alla realtà , incarnando il nostro spirito pioniere.”

La Nuova Porsche 911 GT3 RS  – non proprio economica – progettata per prestazioni elevate.

La nuova Porsche 911 GT3 RS non fa mistero delle sue intenzioni: è stata progettata, senza scendere a compromessi, per raggiungere le massime prestazioni. La sportiva stradale ad alte prestazioni da 386 kW (525 CV), si avvale pienamente della tecnologia e dei concetti tipici del motorsport. Al di là del potente motore aspirato con DNA da competizione e delle soluzioni intelligenti per l’alleggerimento della struttura, sono soprattutto il sistema di raffreddamento e l’aerodinamica della 911 GT3 RS a collegarla in modo più diretto con la sua omologa da gara, la 911 GT3 R.

Uno schema con radiatore centrale ispirato al motorsport: il fondamento di un’aerodinamica attiva.
Alla base dell’efficace aumento delle prestazioni c’è uno schema con radiatore montato centralmente, adottato per la prima volta sulla 911 RSR, già vincitrice a Le Mans, e in seguito sulla 911 GT3 R. Al posto della configurazione a tre radiatori già utilizzata nelle vetture precedenti, la nuova 911 GT3 RS affida a un radiatore centrale di grandi dimensioni, montato in posizione obliqua nella parte anteriore dell’auto, dove in altri modelli 911 è collocato il bagagliaio. Ciò ha consentito di utilizzare lo spazio lasciato libero sui lati per integrare elementi aerodinamici attivi. Grazie alla presenza di elementi con profilo alare a regolazione continua nella parte anteriore e sull’alettone posteriore a due sezioni e a una serie di altri accorgimenti aerodinamici, la nuova 911 GT3 RS garantisce 409 kg di deportanza complessiva a 200 km/h. In altri termini, la nuova 911 GT3 R S sviluppa una deportanza doppia rispetto al suo predecessore della generazione 991.2 e tre volte superiore a quella di una 911 GT3 attuale. A 285 km/h, la deportanza totale è pari a 860 kg.

Per la prima volta, un sistema di riduzione della resistenza aerodinamica (DRS) è montato su una Porsche di serie. Per garantire una bassa resistenza aerodinamica e velocità più elevate sui tratti rettilinei in pista, il DRS consente di appiattire le ali, entro uno specifico range operativo, semplicemente premendo un pulsante. La funzione freno aerodinamico si attiva durante le frenate di emergenza ad alta velocità: gli elementi alari anteriori e posteriori sono regolati al massimo, creando un effetto di decelerazione aerodinamica che contribuisce in modo efficace alla frenata.

Il look della nuova 911 GT3 RS distingue per il gran numero di elementi aerodinamici funzionali. La particolarità più evidente di questa sportiva GT è l’alettone posteriore con attacco a collo di cigno. L’alettone è costituito da un elemento alare principale fisso e da un modulo alare superiore a regolazione idraulica. Per la prima volta su una Porsche di serie, il bordo superiore dell’alettone è posto più in alto rispetto al tetto dell’auto. Inoltre, la parte anteriore della 911 GT3 RS non presenta più uno spoiler anteriore, bensì uno splitter anteriore che ripartisce l’aria che scorre sopra e sotto la vettura. I sideblade convogliano con precisione il flusso d’aria verso l’esterno. L’aerazione dei passaruota anteriori è assicurata da feritoie poste sui parafanghi anteriori. Le prese d’aria dietro le ruote anteriori, secondo lo stile dell’iconica 911 GT1 vincitrice di Le Mans, riducono la pressione dinamica sui passaruota. I sideblade dietro la presa di aspirazione assicurano che l’aria sia direzionata verso il lato della vettura. L’aria proveniente dal radiatore posto centralmente defluisce attraverso grandi prese d’aria poste sul cofano anteriore. Le pinne sul tetto convogliano l’aria verso l’esterno, garantendo temperature di aspirazione più basse nella sezione posteriore. Sulla nuova 911gt3rs, le feritoie sulla fiancata posteriore servono esclusivamente a migliorare le caratteristiche aerodinamiche e non a convogliare l’aria di aspirazione. Anche il passaruota posteriore dispone di una presa d’aria e di un sideblade che ottimizzano il flusso d’aria. Il diffusore posteriore riprende quello della 911 GT3, ma è stato lievemente modificato.

Sospensioni da pista regolabili dal posto di guida
Anche le sospensioni sono oggetto di attenzione dal punto di vista aerodinamico. Poiché i passaruota della nuova 911 GT3 RS sono esposti a intensi passaggi d’aria, i componenti dell’asse anteriore a doppio braccio sono stati progettati con profili a goccia. Questi elementi, efficienti dal punto di vista aerodinamico, incrementano la deportanza sull’asse anteriore di circa 40kg alla velocità massima e solitamente sono utilizzati solo in ambito motorsport ad alto livello. Dato che la carreggiata è più larga (29 millimetri in più rispetto alla 911 GT3), anche i tiranti dell’asse anteriore a doppio braccio sono proporzionalmente più lunghi.

Per garantire che la deportanza tra l’asse anteriore e quello posteriore rimangano equilibrate anche in caso di frenata ad alta velocità, gli esperti delle sospensioni hanno ridotto sensibilmente il beccheggio in fase di frenata. Sulla nuova  911gt3rs, il giunto sferico anteriore del braccio longitudinale inferiore è stato posto più in basso sull’asse anteriore. Anche la sospensione multilink posteriore è stata modificata, prevedendo un diverso carico delle molle. Persino i sistemi di assistenza alla guida e l’asse posteriore sterzante presentano una calibrazione ancora più dinamica.

La 911 GT3 RS propone tre modalità di guida: Normal, Sport e Track. La modalità Track consente di regolare singolarmente le impostazioni di base. Tra gli altri parametri, è possibile regolare separatamente e su più livelli, lo smorzamento in estensione e in compressione dell’asse anteriore e di quello posteriore. Anche il differenziale posteriore è regolabile tramite i selettori a rotella sul volante. La regolazione si effettua in modo rapido e intuitivo grazie a un concetto di azionamento e visualizzazione mutuato anch’esso dal motorsport: sul volante si trovano quattro selettori a rotella e un pulsante per il sistema di riduzione della resistenza aerodinamica (DRS); in fase di regolazione, i selettori rotanti sono chiaramente visualizzati per mezzo di un’immagine grafica sul quadro strumenti. La 911 GT3 RS dispone inoltre dello schermo da pista già presente sulla 911 GT3. Premendo un pulsante, il conducente può ridurre le visualizzazioni digitali sui due display laterali da sette pollici limitandosi alle informazioni essenziali. Anche gli indicatori di cambio marcia a sinistra e a destra del contagiri analogico sono stati ripresi dalla GT3.

Un potente motore boxer a sei cilindri da quattro litri
Il potente motore aspirato da 4,0 litri è stato ulteriormente ottimizzato rispetto alla 911 GT3. L’incremento di potenza a 386 kW (525 CV) è stato ottenuto principalmente grazie a nuovi alberi a camme con profili modificati. Il sistema di aspirazione a farfalla singola e il sistema meccanico di recupero del gioco valvole derivano dal mondo degli sport motoristici. Il Porsche Doppelkupplung (PDK) a sette velocità ha complessivamente rapporti di trasmissione più corti rispetto alla 911 GT3. Le prese d’aria nel sottoscocca fanno sì che la trasmissione sopporti anche carichi estremi in caso di uso frequente in pista. La 911 GT3 RS accelera da zero a 100 km/h in 3,2 secondi e raggiunge una velocità massima di 296 km/h in settima marcia. Sull’asse anteriore sono utilizzati freni monoblocco a pinze fisse in alluminio con sei pistoncini ciascuno e dischi freno con diametro di 408 mm. Rispetto alla 911 GT3, il diametro dei pistoncini è stato portato da 30 a 32 mm. Inoltre, lo spessore dei dischi è stato incrementato da 34 a 36 mm. L’asse posteriore continua a essere equipaggiato con dischi da 380 mm e freni a pinza fissa a quattro pistoncini. L’impianto frenante carboceramico Porsche (PCCB), disponibile come optional, prevede dischi da 410 mm sull’asse anteriore e dischi da 390 mm sul posteriore. La nuova 911 GT3 RS monta di serie cerchi in lega leggera forgiati con serraggio centrale. Gli pneumatici sportivi omologati per uso stradale da 275/35 R 20 all’anteriore e 335/30 R21 al posteriore garantiscono un elevato livello di aderenza.

Struttura leggera in tutto e per tutto
La struttura leggera e intelligente costituisce uno dei fondamenti di tutti i modelli RS, fin dalla leggendaria 911 Carrera RS 2.7. Grazie a una serie di accorgimenti finalizzati ad alleggerirne la struttura, come il massiccio impiego di elementi in fibra di carbonio (CFRP), la 911 GT3 RS ha un peso di soli 1.450 kg (peso a vuoto secondo la norma DIN), nonostante molti componenti siano di dimensioni maggiorate. Le porte, i parafanghi anteriori, il tetto e il cofano anteriore, ad esempio, sono realizzati in CFRP. Questo materiale leggero è utilizzato anche nell’abitacolo, ad esempio per i sedili sportivi avvolgenti di serie.

Disponibile con i pacchetti Clubsport e Weissach
Per quanto riguarda gli interni, la nuova GT sportiva si presenta nel tipico stile RS: pelle nera, tessuti Racetex e finiture in trama di carbonio contraddistinguono il carattere purista e sportivo dell’abitacolo. La 911 GT3 RS è disponibile con il pacchetto Clubsport senza costi aggiuntivi. Questo include una barra stabilizzatrice in acciaio, un estintore portatile e cinture di sicurezza a sei punti per il conducente. Il pacchetto Weissach, disponibile a un costo aggiuntivo, prevede invece una dotazione decisamente superiore. Il cofano anteriore, il tetto, parti dell’alettone posteriore e la calotta superiore degli specchietti retrovisori esterni sono caratterizzati da una finitura in trama di carbonio. Le barre antirollio anteriori e posteriori, le aste di accoppiamento posteriori e il pannello di taglio sull’asse posteriore sono realizzati in fibra di carbonio (CFRP) e contribuiscono a migliorare ulteriormente la dinamica di guida. La barra stabilizzatrice, realizzata per la prima volta in fibra di carbonio (CFRP), consente di risparmiare circa sei chilogrammi rispetto alla versione in acciaio. Un altro punto di forza del pacchetto Weissach sono le levette del cambio PDK con tecnologia a magneti sviluppata nel motorsport. Questa rende i cambi di marcia ancora più dinamici grazie alla maggiore precisione del punto di pressione e a un click d’innesto chiaramente percepibile. A richiesta, con il pacchetto Weissach sono disponibili i cerchi forgiati in magnesio, che consentono un ulteriore risparmio di otto chilogrammi. La nuova 911 GT3 RS può essere ordinata da subito a partire da 239.435,00 euro (Prezzo di vendita consigliato con dotazione specifica per il Paese e IVA al 22%.).

Esclusivo cronografo Porsche Design
Ispirandosi al mondo degli sport motoristici, dove la precisione è fondamentale, il laboratorio di orologeria Porsche di Solothurn, in Svizzera, ha sviluppato il cronografo  911gt3rs. Questo segnatempo meccanico è riservato esclusivamente a chi acquista la vettura. La superficie della cassa, realizzata in titanio naturale o nero e con corona a vite, è stata sottoposta a sabbiatura di perle di vetro. All’interno dell’orologio è presente il calibro cronografico meccanico Porsche  design WERK 01.200, certificato COSC per la sua elevata precisione. La funzione flyback consente di avviare, arrestare e azzerare la lancetta dei secondi con un solo gesto. I pulsantini del cronografo, che riportano le incisioni al laser “Start/Stop” e “Next Lap”, rivelano che questo cronografo non si limita a indicare l’ora. Oltre a innovazioni quali la scala pulso-metrica sulla lunetta, il cronografo presenta anche molte caratteristiche stilistiche e materiali ripresi dalla GT3 RS.

Kimera Evo37 sbarca in America.

La prima vettura statunitense, battezzata “Edda”, sarà consegnata la prossima settimana e parteciperà alla mitica “Monterey Car Week”.

 Kimera Automobili ha annunciato il proprio “sbarco” in America attraverso la consegna del primo esemplare di EVO37 al primo cliente californiano.

La vettura si chiama “Edda” (chiamata così dal suo fortunato proprietario, come ormai da tradizione per ciascuna delle EVO37) e non rimarrà sola per molto nel “nuovo continente”. Infatti, il mercato statunitense si è già accaparrato diverse vetture e sono in corso altre trattative che potrebbero concludersi proprio nei prossimi giorni, portando Kimera al sold-out della sua fortunata serie limitata di trentasette pezzi unici.

Kimera Automobili con il suo primo esemplare “americano” parteciperà alla mitica “Monterey Car Week”, dedicata interamente al mondo dell’automobile di ieri e di oggi.

Il programma della settimana comprende numerose e affascinanti manifestazioni, fra le quali “The Quail, a Motorsport Gathering” dove l’EVO37 in versione azzurra/oro/carbonio sarà esposta venerdì 19 agosto presso lo stand di O’Gara Coach, uno dei più importanti dealer di auto sportive e di lusso della California.

Il calendario degli eventi prevede anche altri interessanti momenti sul circuito di Laguna Seca, per poi terminare con il celebre “Concorso d’Eleganza di Pebble Beach”, in programma domenica 21 agosto.

Il noto collezionista e pilota, che ha acquistato la prima kimeraevo37 “americana” e che opera come imprenditore nel settore automobilistico, ha scelto il nome “Edda” per la sua passione per le composizioni di Ennio Morricone, spesso interpretate dal soprano Edda Dell’Orso. La vettura è azzurra, un omaggio al colore che ha visto tante  auto da corsa americane sfrecciare in tutto il mondo, ma anche un omaggio all’Oceano azzurro che bagna la California.

Dopo l’appuntamento negli Stati Uniti, l’attività di Kimera Automobili tornerà immediatamente ad avere luogo nel “vecchio continente”, perché, a fine agosto, a St. Moritz sarà consegnata l’auto acquistata da un collezionista svizzero, questa volta battezzata Victoria e con la carrozzeria nell’inedita tonalità rosso satinato.

Per Kimera Automobili è sono già più di trenta le auto ordinate dai collezionisti provenienti da ogni parte del mondo, inclusi Stati Uniti e Giappone, sulle trentasette vetture in serie limitata previste.

Nonostante il momento storico certamente non facile per l’approvvigionamento delle materie prime e per l’automotive in generale, la produzione delle EVO37 e le consegne dei veicoli stanno proseguendo come da programma.

Kimera EVO37 trae le proprie origini dal passato, per far rinascere un’icona dell’automobilismo mondiale, portandola al massimo sviluppo prestazionale possibile, come se la vettura dell’epoca fosse stata concepita oggi, con la conoscenza e le tecnologie dei nostri giorni.

 Il risultato di questa fusione crono-culturale è un’autentica “fuoriserie” stradale da oltre 500 cv con un motore 2 litri quattro cilindri in linea con doppia sovralimentazione turbo/compressore volumetrico, realizzata con metodologie d’eccellenza tipiche dell’industria automotive e quanto di meglio è offerto dalla moderna tecnologia in campo motoristico: 3D scanning, reverse engineering, CAD, CAE, proto-tipazione rapida, fresatura in CNC, sinterizzazione, elettronica e il non plus ultra delle soluzioni tecnologiche disponibili.

Kimera EVO37 è l’Autentica Evoluzione del modello originario. Per questo Kimera Automobili ha coinvolto nel progetto EVO37, in un unico team, i migliori specialisti e fornitori torinesi in ambito automotive: Bonetto CV, Italtecnica, LAM Stile, Bellasi, Gma Group, EGS Lobart, JM, AM, CiElle Tronics, Medici, e Speed Engineering. Ai quali si aggiungono i nomi di altre eccellenze italiane (e non), quali Pirelli, Sparco, Alcantara Goodwool, Pakelo, Andreani – Öhlins, Brembo e Sprint Filter.

Kimera EVO37 è un’auto che, ispirandosi alla filosofia del Restomod, porta all’estremo questo concetto unendo lo stile, il sapore e il fascino di una delle più leggendarie “regine” da corsa degli anni ’80, con le caratteristiche di una vettura moderna in termini di tecnologia, qualità e prestazioni.

Un tributo che vuole rendere omaggio a quelle leggendarie vetture degli anni’80 protagoniste dei Campionati Mondiali rally, fra cui l’ultima Gruppo B a 2 Ruote motrici a vincere il titolo iridato, battendo le rivali a trazione integrale. Un’auto leggendaria che ha fatto scuola e che è diventata un modello cult per gli appassionati di automobilismo.

Kimera EVO37 rappresenta il punto d’incontro ideale fra l’auto da rally e la vettura stradale, dove tradizione, rievocazione e celebrazione del passato incontrano l’avanguardia tecnologica e un design moderno e contemporaneo. Concepita con gusto e passione, è realizzata grazie ad estro e capacità tipicamente “Made in Italy”. E’ stata pensata e voluta da Luca Betti, CEO e pilota di rally con un notevole palmares internazionale. Betti si è occupato in prima persona dello sviluppo della vettura, insieme al Campione del  Mondo Miki Biasion, che collabora fin dalla nascita del progetto.

MINI Concept Aceman: il primo crossover completamente elettrico della nuova famiglia Mini

MINI presenta uno studio che anticipa il futuro dei veicoli per il segmento delle utilitarie premium: la trazione puramente elettrica, l’assenza di cromature e pelle, il linguaggio di design completamente nuovo e la digitalizzazione avanzata creano un’esperienza d’uso intensa ed unica.

Il marchio britannico presenta la MINI Concept Aceman, una prima anticipazione del nuovo design della futura generazione di modelli. Questa concept car pone l’accento sulle innovazioni tecnologiche e di design che secondo MINI definiranno il piacere di guida del futuro. Una trazione puramente elettrica, il linguaggio formale chiaro e ridotto della “semplicità carismatica”, una nuova esperienza digitale all’interno dell’abitacolo e un design responsabile dei materiali con l’assenza assoluta di pelle e di elementi cromati:

Per la prima volta, la MINI Cooper con l’iconica carrozzeria a tre porte, che è stata costantemente reinterpretata nel corso dei suoi oltre 60 anni di storia, sarà affiancata da un modello crossover nella prossima generazione di modelli, un veicolo con una maggiore versatilità e un aspetto robusto. “La MINI Concept Aceman offre un primo assaggio di un auto completamente nuova, che colmerà lo spazio tra la MINI Cooper e la MINI Countryman nel futuro della famiglia di modelli”, ha dichiarato Stefanie Wurst, Head of the MINI Brand. “Questa concept car riflette il modo in cui MINI si sta reinventando per il suo futuro completamente elettrico e ciò che il marchio rappresenta: go-kart feeling elettrificato, un’esperienza digitale coinvolgente e una forte attenzione a un’impronta ambientale minima.”

In Italia: superata la soglia dei 104.000 veicoli rubati in un anno.

Tornano a crescere i furti di veicoli nel nostro Paese e, contestualmente, continua ad aumentare il numero complessivo di auto, moto e mezzi pesanti che, una volta sottratti, spariscono nel nulla. Nell’ordine, Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia sono le aree più a rischio. Un furto su quattro avviene in Campania, il Lazio è la regione in cui i ladri sono più abili a far perdere le tracce dei mezzi rubati.

Sono questi i principali trend che emergono dal “Dossier sui furti di veicoli”, elaborato da LoJack Italia, società del Gruppo CalAmp (Nasdaq: CAMP) leader nelle soluzioni telematiche per l’Automotive e nel recupero dei veicoli rubati, che ha raccolto e analizzato i dati forniti dal Ministero dell’Interno sul 2021 e li ha integrati con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali sul fenomeno.

Dopo il consistente arretramento del fenomeno nel 2020 (anno del lockdown e in cui si sono fatte sentir con più forza le limitazioni alla libera circolazione a causa della pandemia), lo scorso anno i furti di veicoli sono tornati a crescere, seppur di poco (+2%): dai complessivi 102.708 casi del 2020 a 104.372.

La crescita del fenomeno ha riguardato in particolare le categorie vetture/SUV e moto/scooter e ha invece risparmiato mezzi pesanti e furgoni. Una crescita, seppur leggera, che testimonia come le organizzazioni malavitose, superate le difficoltà dovute ai mesi di blocco, siano tornate a puntare con forza su questo redditizio business.

A preoccupare, infatti, oltre all’inversione di tendenza registrata lo scorso anno, è anche la conferma delle difficoltà riscontrate nel recupero dei veicoli rubati con la percentuale di ritrovamenti che nel 2021 è scesa al 37%: quasi due veicoli rubati su tre spariscono nel nulla.

L’analisi annuale realizzata da lojack in questa edizione, oltre a fornire una panoramica complessiva sui furti di tutti i veicoli a motore, riporta un nuovo interessante dato (censito dal Ministero dell’Interno) che riguarda la tipologia di reati, messi a segno per sottrarre un veicolo: nel 97% dei casi dietro questo crimine c’è un’effrazione del veicolo con furto mentre è parcheggiato a distanza di sicurezza dal legittimo proprietario; in poco meno del 3% dei casi si tratta di un’appropriazione indebita, molto probabilmente perpetrata a scapito di una società che l’ha concessa in uso, senza saperlo, a un criminale; e in meno dell’1% dei casi il veicolo è stato sottratto a seguito di una rapina o di altro reato.

In cinque Regioni si concentra l’81% dei furti totali – Bollino rosso per Campania e Lazio.

Quasi tutte le regioni d’Italia in cui il fenomeno assume dimensioni consistenti hanno fatto segnare dati in aumento. Particolarmente significativa è la crescita registrata in Campania (+7%) che consolida così il primato di area a maggiore rischio furto, con quasi 27.500 vittime in un anno. In questa regione, che ormai da anni detiene un primato incontrastato, ogni giorno settantacinque veicoli sono rubati.

A una certa distanza, segue il Lazio con 18.215 veicoli rubati nel 2021 e un altro primato: quello per il tasso di recupero più basso a livello nazionale. In questa regione solo il 30% (vs il 37% nazionale) dei mezzi sottratti è restituito al legittimo proprietario. A completare il quintetto delle aree a “bollino rosso” ci sono la Puglia (14.498 furti), la Sicilia (13.180) e la Lombardia (11.636). Quest’ultima è quinta nella graduatoria per furti di vetture, ma è decisamente nelle posizioni di vertice per quella dei SUV.

“I dati sui furti di veicoli raccolti nel nostro dossier lanciano un allarme: – afferma Maurizio Iperti, Presidente lojack EMEA – dopo il calo registrato nell’anno dello scoppio della pandemia, il business criminale ha recuperato il terreno perduto e si è rafforzato soprattutto in alcune aree del nostro Paese, dove opera in maniera quasi scientifica. Gran parte dei furti avvengono mentre il veicolo è parcheggiato. Trascorse le prime 24 ore, le possibilità di rintracciarlo si riducono al minimo. Ecco perché attivare il prima possibile le ricerche e, soprattutto, dotarsi di dispositivi hi-tech non facilmente ‘hackerabili’ aumenta in modo sensibile le possibilità di successo, garantendo un intervento rapido ed efficace dopo la sottrazione”.

I furti di autoveicoli (vetture + furgoni + SUV), la fetta più significativa del mercato, sono tornati a crescere (di poco meno dell’1%) da 75.000 a 75.471 unità. Di quasi due autoveicoli su tre, dopo il furto, si perdono le tracce, instradati in direzione dei mercati esteri (soprattutto Est Europa o Nord Africa) o utilizzati per alimentare il redditizio business dei pezzi di ricambio.

Il ritorno al segno più delle sottrazioni di autoveicoli appare come un fenomeno diffuso in modo non omogeneo a livello territoriale, più evidente in Campania (+5,6%), Puglia (+1%) e Sicilia (+1%) Si conferma anche nel 2021 il trend osservato negli ultimi anni, di polarizzazione dei furti su alcune aree del Paese e in particolare su quelle attorno alle principali metropoli nazionali, dove le organizzazioni criminali possono meglio pianificare e mettere in opera questo particolare business: l’81% di queste attività criminose avviene in queste cinque regioni. In altre, come Basilicata, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Trentino Alto Adige e Umbria le sottrazioni non raggiungono quota 500 casi l’anno.

Le auto e i furgoni più rubati? Panda e Daily sbaragliano la concorrenza

La nuova crescita del business furti non ha sostanzialmente inciso sulla classifica delle vetture preferite dai ladri, con le prime quattro posizioni rimaste inalterate rispetto al 2020: sempre in testa la Fiat Panda con 8.816 sottrazione (oltre 1 vettura rubata su 10 è Panda), seguita dalla Fiat 500 (6.743 modelli sottratti), dalla Fiat Punto (5.292) e dalla Lancia Ypsilon (2.979). E’ salita di un posto la Smart ForTwo Coupè (1.389) che ha scalzato la Volkswagen Golf (1.381) dal 5° posto, mentre completano la graduatoria delle auto più attenzionate Renault Clio (1.284), Fiesta (1.059), Opel CORSA (824) e Fiat UNO (559).

In totale, questi 10 modelli rappresentano il 44% del fenomeno furti auto in Italia.

I furti di autofurgoni, a differenza delle vetture, hanno subito una contrazione del 9%, attestandosi a quota 5.600 episodi. Il fenomeno ha registrato una forte concentrazione su 4 territori: nell’ordine Lombardia (1.213 furti), Campania (880), Lazio (819) e Puglia (753). In questa categoria, come da tradizione, le possibilità di recuperare i mezzi rubati sono superiori rispetto alla media valida per le autovetture e moto e nel 2021 hanno toccato quota 45%.

La top 5 dei più rubati vede il primato del Iveco Daily (931 unità rubate), seguito a stretto giro dal Fiat Ducato (916) e poi da Fiat Doblò (552), Ford Transit (255) e Mercedes Sprinter (228).

Furti di moto: + 5%. Solo una su tre è ritrovata. In Campania il 25% del fenomeno

Altro business che è tornato a crescere sensibilmente nel 2021 è quello dei furti di moto e scooter: lo scorso anno ne sono state sottratte 26.707, contro le 25.273 dell’anno precedente (+5,5%); uno sviluppo trainato dal boom registrato in Campania, regione a maggior rischio furto di due ruote a motore, che ha visto un aumento del 14% dei casi.
Un furto su quattro di questi mezzi in Italia avviene a Napoli e nelle altre quattro province campane.

Nel 2021 ogni giorno sulle strade italiane sono stati rubati oltre 73 motoveicoli, 3 ogni ora. Di questi solo 9.336, il 36%, ha fatto ritorno a casa. Anche questo fenomeno risulta molto concentrato a livello territoriale: in sei Regioni si convoglia oltre l’80% dei casi. Oltre alla Campania, regina di questa poco invidiabile graduatoria, nell’ordine le Regioni più colpite sono il Lazio (4.868 casi), la Sicilia (3.833), la Lombardia (3.355) e due aree tradizionalmente meno nei radar dei topi d’auto, come la Toscana (1.620) e la Liguria (1.260).

Uno dei dati più interessanti che emerge dalle statistiche riguardanti lo scorso anno, riguarda ancora una volta la Campania: qui solo una moto o scooter rubata su cinque è restituita al proprietario. Un dato sconcertante che evidenzia un forte allarme per i possessori di due ruote in questo territorio.

La top 5 dei modelli più rubati conferma il tradizionale primato incontrastato dell’Honda SH (5.196 unità rubate nel 2021).
Più in generale, 1 motoveicolo sottratto su 5 è SH. Staccato di poco meno di 4.000 unità, con 1.393 sottrazioni, si trova il Piaggio Liberty, seguito da Aprilia Scarabeo (1.236), Piaggio Vespa (1.067) e Piaggio Beverly (989).

Ancora una volta si conferma il trend che vede nel Nord del Paese le moto rivendute intere o per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio, nell’Italia centrale i furti alimentare il mercato internazionale di moto rubate dirette verso i Paesi dell’Est e nelle Regioni meridionali i furti messi a segno in modo più tradizionale, tramite effrazione, per poi smontare moto/scooter sottratti e venderne i pezzi di ricambio “usati”.

Furti di mezzi pesanti: solo il 20% è ritrovato.

In controtendenza con l’andamento generale, frenano i furti di automezzi pesanti, categoria che include truck, rimorchi, autobus, veicoli speciali e roulotte. Nel 2021 ne sono stati rubati 2.194, 6 al giorno. Il trend evidenzia un calo del 9% rispetto al 2020, più che bilanciato da un ancor più significativo crollo dei recuperi (-29%), che ha portato la percentuale di rinvenimenti al 30% (meno di uno su tre torna al legittimo proprietario). Di fatto, tra le diverse categorie di veicoli, gli automezzi risultano quelli che, una volta rubati, hanno meno probabilità di essere ritrovati. Il dato sulla scarsa rintracciabilità di questi mezzi testimonia come siano oggetto delle attenzioni di organizzazioni criminali ben strutturate che non lasciano nulla al caso. Eventi che producono spesso disagi e perdite sostanziali per le aziende proprietarie del mezzo, che vedono sparire il carico trasportato e con esso il bene strumentale. Tali episodi rischiano di provocare ricadute drammatiche soprattutto quando colpiscono piccole e piccolissime imprese che vedono compromessa la propria capacità di stare sul mercato.

Questi furti seguono sostanzialmente tre dinamiche criminali: quelli su commissione, le truffe e le appropriazioni indebite di veicoli in leasing. Molto spesso poi l’obiettivo vero del crimine è la sottrazione del carico trasportato, di rilevante valore economico e facilmente ricollocabile sul mercato. Per questo motivo, ancor più che nel business delle auto rubate, è necessario che le fasi di rilevamento e recupero del bene si compiano con estrema rapidità, prima che della refurtiva si perdano le tracce.

Eccezionalmente per questa categoria di veicoli, la Campania (nel 2021 terza con 216 casi) lascia il passo al primato della Puglia (451 furti e un calo dei recuperi del 40%), seguita dalla Lombardia (257). 

Honda svela la nuova Civic Type R

In occasione del suo 25° anniversario e del 50° di Civic, Honda ha svelato la nuova Civic Type R.

Disponibile in Europa a partire dall’inizio del 2023, Civic Type R ha già stabilito nuovi parametri di riferimento, stabilendo il record sul giro per una berlina a trazione anteriore sul circuito giapponese di Suzuka. Nelle fasi di sviluppo gli ingegneri Honda hanno perfezionato ogni aspetto del nuovo modello, incluso il design, fondamentale per migliorare le performance aerodinamiche. Componenti leggeri e migliorie al propulsore hanno dato vita alla Type R più potente e reattiva di sempre.

 “Con la nuovo modello, gli ingegneri Honda hanno ancora una volta centrato l’obiettivo di creare l’esperienza di guida più appagante possibile, nel segmento delle hatchback ad alte prestazioni”, ha commentato Tom Gardner, Vicepresidente Senior di Honda Motor Europe. “Grazie agli eccezionali progressi e alle tecnologie derivate dal motorsport, abbiamo superato le prestazioni persino della versione alleggerita e semplificata del modello precedente. È questa dedizione all’eccellenza nelle performance che ha reso la Civic Type R un modello così popolare e apprezzato dai puristi della guida per 25 anni”.

La nuova Type R è basata sull’approccio al design “esaltante” di Civic e:HEV, appena presentata da Honda. Per migliorare la sua linea già elegante e sportiva, Type R si presenta più bassa e più larga, con passaruote che sporgono dai leggeri cerchi in lega neri opachi da 19″, completati da pneumatici Michelin Pilot Sport 4S.

Durante lo sviluppo, gli ingegneri Honda hanno puntato a creare la “Ultimate Sports 2.0”, ovvero la massima espressione di un’auto ad alte prestazioni con motore e trazione anteriore. Il design esterno trasmette ora un senso di unità, con elementi perfettamente integrati, come il pannello e le portiere posteriori sviluppati esclusivamente per la Type R, che apportano maggiori benefici in termini di aerodinamica.

L’ampia calandra massimizza il flusso d’aria verso il motore, lavorando in sinergia con il nuovo cofano sottile, che presenta a sua volta una presa d’aria anch’essa sviluppata per ottimizzare l’intero flusso d’aria all’anteriore.

Tra gli altri dettagli del design che contribuiscono a massimizzare la deportanza generata, ci sono gli spoiler laterali posizionati dietro le ruote anteriori e un nuovo diffusore posteriore più ampio, direttamente integrato nella sottoscocca e modellato per lavorare a stretto contatto con la carrozzeria superiore.

Il nuovo straordinario design “flessibile” dello spoiler contribuisce a generare maggiore deportanza, ed è stato angolato verso il retro per eliminare la resistenza all’aria. Sostenuto da nuovi supporti in alluminio pressofuso, l’alettone posteriore è più basso ma più largo rispetto al modello precedente, accentuando la nuova linea del tetto e l’assetto più ampio.

Le colorazioni disponibili includono lo storico Championship White, tanto amato dagli appassionati della Honda Type R, oltre al Rallye Red, il Racing Blue Pearl, il Crystal Black e il Sonic Grey.

Gli interni del nuovo modello puntano ad esaltare l’emozione e il piacere di guida, e ad aumentare il livello di concentrazione. L’abitacolo mantiene l’elevato standard di comfort, praticità e raffinatezza della nuova Civic e:HEV, aggiungendo dettagli e caratteristiche emozionali e sportive, come le iconiche finiture rosse Type R.

L’abitacolo è progettato per offrire un’esperienza di guida intensa: la posizione di guida e il cofano sono ribassati per una visibilità migliore, gli angoli ciechi sono ridotti al minimo e i riflessi di luce diminuiti. I leggeri sedili sportivi anteriori con rivestimento in pelle scamosciata offrono un supporto posturale straordinario, per offrire comfort e manovrabilità sia in pista che nei viaggi più lunghi.

I guidatori possono scegliere tra sei configurazioni predefinite selezionando settaggi diversi per il propulsore, lo sterzo, le sospensioni e il suono del motore. Oltre alle modalità Comfort, Sport e +R Mode, la nuova “Individual” consente di personalizzare l’esperienza di guida.

Il potente data logger Honda LogR torna in un formato profondamente aggiornato per questa generazione di Type R. Ora è in grado di combinare i dati sulle prestazioni raccolti dai sensori dell’auto con un’app per smartphone, per aiutare i piloti a monitorare e registrare una serie di parametri in tempo reale. Tra le funzioni principali, un cronometro per registrare i tempi su giro, un grafico 3D del cerchio di aderenza per mostrare la massima forza sviluppabile dagli pneumatici, e un innovativo sistema di punteggio che aiuta a migliorare l’abilità del pilota sul circuito, per raggiungere una guida coinvolgente e giri su pista sempre più sicuri, precisi e veloci.

Civic Type R è rinomata per i suoi motori potenti, altamente reattivi e capaci di girare a regimi molto elevati. Il nuovo modello, costruito a partire dalla pluripremiata versione del suo predecessore, offre un’ulteriore evoluzione del famoso motore Type-R 17YM, per sviluppare una guida più veloce, più coinvolgente e al tempo stesso sicura e appagante della sua storia.

Le modifiche apportate sono diverse: il turbocompressore rivisto presenta ora un alloggiamento compatto per migliorare l’efficienza complessiva dell’unità. La turbina stessa è stata ottimizzata nel numero e nella forma delle pale, per aumentare la potenza e migliorare il flusso d’aria attraverso il turbo. Il risultato è il più potente motore turbo VTEC nella storia di Type R. 

Un sistema di scarico rivisto e ad alta efficienza lavora insieme al potente propulsore per migliorare il rapporto peso-potenza, la coppia e la velocità massima della precedente generazione di Type R, per rendere la Civic Type R 2023 una delle auto più potenti della sua categoria.

A migliorare il senso di connessione con l’auto ci pensa una versione ottimizzata del cambio manuale a sei rapporti, che ha aiutato la precedente generazione a far innamorare gli appassionati di tutto il mondo. Il rinnovato sistema rev-match con funzione auto-blip assicura un accoppiamento perfetto dei giri in scalata, che aiuta a bilanciare l’auto in entrata di curva. Il cambio ad alta resistenza ha guadagnato una leva ad alta rigidità e uno schema di cambio ottimizzato, per passaggi di marcia sicuri ed estremamente precisi.

I nuovi freni Brembo mantengono i dischi a due pezzi della precedente generazione, per una sensibilità e una durata migliori. La nuova auto vanta inoltre un controllo della temperatura e un sistema di raffreddamento migliorati, grazie a un radiatore aggiornato che garantisce prestazioni ottimali anche in condizioni d’uso particolarmente esigenti. Infine, un nuovo design a tre scarichi con una migliore modulazione del suono migliora la sensazione acustica, rafforzando ulteriormente il legame del guidatore con l’auto.

La nuova Honda Civic Type R sarà disponibile a partire dal prossimo anno, con le prime consegne in Europa previste a inizio 2023.

Nuova Opel Astra Sports Tourer: una station wagon di grande successo.

Circa 25 milioni di Opel Kadett e Opel Astra vendute – 5,8 milioni delle quali in versione station wagon – costituiscono un risultato impressionante e un’impresa notevole. Allineate l’una dietro l’altra, tutte le compatte Opel costruite finora supererebbero il limite magico dei 100.000 chilometri per creare una colonna di automobili lunga due volte e mezzo l’equatore. Le compatte Opel hanno reso possibile la mobilità per molte persone, in particolare in momenti difficili dal punto di vista economico. Con ogni generazione di questo modello, Opel ha inoltre permesso a un vasto pubblico di accedere a tecnologie mutuate da segmenti superiori, come avviene per ogni prodotto Opel da 160 anni, dalle macchine da cucire e le biciclette alle motociclette e le automobili. Il costruttore tedesco unisce da sempre innovazioni provenienti da segmenti superiori e un design particolarmente dinamico.

La nuovissima Opel Astra Sports Tourer, presentata in occasione dell’anniversario di Opel, segna l’inizio di una nuova epoca nella storia delle station wagon compatte Opel. La nuova Opel Astra Sports Tourer è la prima station wagon del marchio tedesco ad avere l’Opel Vizor, il nuovo volto del marchio, e il posto guida digitale Pure Panel, oltre all’elegante finitura bicolore in opzione. Con essa prosegue inoltre l’offensiva elettrica Opel. La nuova Opel Astra Sports Tourer è la prima a essere elettrificata, già dall’inizio degli ordini in versione plug-in hybrid e il prossimo anno anche nella versione elettrica a batteria.

Tutto iniziò con la Opel Kadett A Caravan del 1963. Opel presentò la sua prima station wagon compatta e divenne rapidamente leader di mercato nel segmento. Da quel momento, una vettura con la praticità di un van ha fatto parte di ogni nuova gamma di Opel Kadett e Opel Astra. Opel Astra H (2004-2010) è stata l’ultima station wagon compatta Opel a portare il nome di Caravan. Nel frattempo, le station wagon avevano completato la loro metamorfosi da modelli tuttofare a vetture lifestyle, per cui dal 2010 ogni Opel Astra station wagon si chiama Sports Tourer.

Dalla Opel Kadett A alla Opel Astra L – Un successo che dura da undici generazioni

1963-1965: Opel Kadett A

Spaziosa come un autobus: la prima CarAvan

La Opel Kadett Caravan rivoluzionò la classe delle compatte nel 1963. Un grande bagagliaio, tanto spazio per sei persone grazie alla terza fila di sedili, un motore nuovo e brillante e bassi costi di manutenzione: questi gli ingredienti della ricetta di successo della Opel Kadett A. Opel ne costruì quasi 650.000 unità fino al 1965. Il profilo era razionale e moderno. La linea di cintura era bassa, i finestrini panoramici assicuravano un’eccellente visibilità e una linea ornamentale che correva lungo la fiancata ne sottolineava la forma allungata. I passaruota anteriori si fondevano con i gruppi ottici. Lo spazio dell’abitacolo colpiva profondamente chi aveva posseduto fino a quel momento una vettura compatta tradizionale. Il bagagliaio era assai capiente e il tappo del serbatoio si trovava all’esterno. “Opel Kadett, in breve: O.K.”, scrissero i pubblicitari Opel, incapaci di evitare di punzecchiare la concorrenza di Wolfsburg. “Basta con la puzza di benzina nel bagagliaio,” avvisavano infatti facendo l’occhiolino. Il moderno motore anteriore raffreddato ad acqua costituiva per la Opel Kadett un altro fondamentale vantaggio progettuale rispetto al Maggiolino. Il quattro cilindri da 993 cc generava 40 CV.

1965-1973: Opel Kadett B Caravan

La forza dei numeri: il successo delle esportazioni

Dopo A c’è B, e nel 1965 una nuova serie sostituì il primo modello. La nuova versione superava i quattro metri di lunghezza ed era pertanto molto più lunga del modello precedente. La versione Caravan, dotata di un vano bagagli lungo 1,57 metri, fu disponibile fin dall’inizio delle vendite, in versione due o quattro porte. Per quanto riguarda il profilo, i designer trassero ispirazione dai colleghi di oltreoceano. Non aumentò solo la lunghezza ma anche la potenza. Gli ingegneri Opel allargarono di 3 mm l’alesaggio del motore 4 cilindri. Il motore di base da 1.078 cc erogava 45 CV, ma era disponibile anche una versione 1.1 S con una maggiore compressione e 55 CV. La Opel Kadett divenne subito un modello di successo, con più di 2,6 milioni di unità prodotte dal settembre 1965 al luglio 1973. E la sua popolarità non si fermò certamente ai confini nazionali. Nel 1966 le esportazioni raggiunsero il 50% e della Opel Kadett si innamorarono clienti di 120 paesi in tutto il mondo.

1973-1979: Opel Kadett C

Robusta come la roccia: qualità in ogni dettaglio

La Opel Kadett C aveva molte anime: intelligente familiare, elegante station wagon con pratico portellone posteriore o coupé sportiva competitiva in livrea da combattimento (GT/E). La Caravan fu dapprima offerta in versione due porte, e anche in versione quattro porte nel 1976. Tra il 1973 e il 1979 ne furono costruite in totale 1,7 milioni di unità. La Opel Kadett C a trazione posteriore debuttò nel mese di agosto 1973 con una carrozzeria dalle linee pulite e un nuovo asse anteriore con schema a quadrilateri. Il motore più diffuso fu il 1.2 da 60 Cv e 88 Nm di coppia. Tra le caratteristiche estetiche spiccavano la griglia del radiatore piatta, il cofano motore con la tipica piega del marchio e il labbro anteriore a forma di spoiler. “La Opel Kadett non vanta solo una dinamica eccezionale, è anche disegnata con coscienza e realizzata in modo molto pulito. Richiede una manutenzione minima, le riparazioni sono poco costose ed è una vettura generalmente economica da gestire”. Così la lodavano gli esperti di “auto motor und sport” nel numero 20/73.

1979-1984: Opel Kadett D Caravan

Una vettura estremamente spaziosa

La quarta generazione della Opel Kadett del dopoguerra introdusse una nuova epoca per le compatte Opel. Al Salone di Francoforte del 1979 fece infatti il suo debutto la prima Opel a trazione anteriore con motore a quattro cilindri in linea: si trattava della moderna Opel Kadett D. L’estetica era convincente. La nuova vettura era lunga 4,20 metri, poco più del modello precedente, ma offriva più spazio di molte vetture rivali. Non furono solo la trazione e il telaio con assale posteriore semirigido a rompere con la tradizione: la Opel Kadett montava un nuovo motore OHC 1.3 litri da 60 o 75 CV. Oltre alla spaziosa station wagon con un volume di carico di ben 1.425 litri, Opel offriva solo versioni fastback. Per le famiglie c’era la lussuosa versione Caravan “Voyage berlina”. Tra le altre novità tecniche vale la pena ricordare il telaio più rigido e più basso, i nuovi ammortizzatori dello sterzo e i freni a disco anteriori ventilati internamente. Tra il 1979 e il 1984 furono prodotte in totale 2,1 milioni di Opel Kadett D.

1984-1991: Opel Kadett E Caravan

Dalla galleria del vento: Auto dell’Anno

La seconda Opel Kadett a trazione anteriore, costruita dal 1984 al 1991, fu nominata “Auto dell’Anno 1984” ed ebbe un grandissimo successo. Vendendo in totale 3.779.289 unità nel corso della sua esistenza, fu la Opel più venduta di tutti i tempi fino a quel momento, e una vera campionessa mondiale di aerodinamica. Basata sul modello precedente, la Opel Kadett E ebbe una carriera estremamente brillante. Con un coefficiente di penetrazione aerodinamica pari a 0,39, la Opel Kadett D era già la migliore del segmento, ma questo valore scomparve letteralmente di fronte al modello successivo. Dopo aver trascorso non meno di 1.200 ore nella galleria del vento, la versione 5 porte raggiunse un sensazionale valore di 0,32 (Caravan 0,35). Il mercato accettò queste nuove forme nel giro di pochi mesi, aprendo la strada a un nuovo successo che portò la Opel Kadett E a raggiungere 625.000 nuove immatricolazioni in Europa nel 1987. In quell’anno la versione station wagon (due e quattro porte) aveva già raggiunto il primo posto nel segmento. Nel 1987, due station wagon diesel da 54 CV intrapresero un viaggio di 30.000 chilometri dall’Alaska alla Terra del Fuoco, raggiungendo la meta finale senza intoppi. Dall’aprile del 1989, tutte le Opel Kadett benzina furono vendute in Germania con convertitore catalitico.

1991-1997: Opel Astra F Caravan

La rinascita: la Opel Kadett diventa Astra

Tra il 1991 e il 1997 furono costruite circa 4,13 milioni di Opel Astra F, che diventò così la Opel più venduta di tutti i tempi. Lo sviluppo si concentrò sull’unione di design moderno e abitacolo spazioso, maggior comfort e protezione dell’ambiente.

La vettura che succedette alla Opel Kadett prese il nome del modello britannico (la quarta generazione di Opel Kadett era stata venduta nel Regno Unito con il nome di Vauxhall Astra dal 1980). La versione Caravan ebbe un grande successo fin da subito. Con il nuovo modello Opel lanciò un’offensiva sulla sicurezza. Tutte le Opel Astra offrivano un sistema di cinture di sicurezza attive con tensionatori sulle cinture anteriori, cinture regolabili in altezza e protezioni laterali come le doppie barre di rinforzo in acciaio in tutte le portiere. Per la prima volta tutti i propulsori furono dotati di marmitta catalitica.

1998-2004: Opel Astra G Caravan

Totalmente zincata: nel nuovo millennio

Al debutto, nella primavera del 1998, Opel Astra fu offerta in versione 3 e 5 porte e come station wagon. Un design moderno e originale, un telaio dinamico e un motore brillante, oltre a una rigidità a torsione e a flessione quasi doppia rispetto al modello precedente, erano solo alcune delle caratteristiche della seconda generazione di Opel Astra, una vettura completamente nuova. La carrozzeria interamente zincata del nuovo modello ebbe un ruolo fondamentale nel mantenimento di un valore elevato dell’usato. Il volume del bagagliaio arrivò a 1630 litri: il pubblico preferì la versione Caravan Club, dalla ricca dotazione e da 115 CV. La sicurezza attiva fu incrementata aumentando del 30% la luminosità dei fari anteriori alogeni trasparenti H7 e con il telaio Dynamic Safety (DSA) completamente ridisegnato, che abbinava comfort, agilità e sicurezza, anche a pieno carico. Il passo era più lungo di circa undici centimetri, e l’abitacolo risultava pertanto più spazioso, in particolare vi era più spazio per le ginocchia al posteriore e il bagagliaio aveva un volume di ben 1.500 litri. La station wagon compatta più veloce di sempre – la Opel Astra OPC Caravan – fu lanciata nel 2002: questa station wagon sorprese più di una persona viaggiando in autostrada a velocità fino a 240 km/h.

2004-2010: Opel Astra H Caravan

Fari e sospensioni attivi – Il modello vincente

Con dodici motori da 90 a 240 CV e sette versioni, la scelta di Opel Astra H era infinita. Ne furono vendute oltre 2,7 milioni di unità. Al momento del lancio avvenuto nel marzo 2004, l’Opel Astra terza serie si distingueva per il design moderno, un comportamento estremamente dinamico e numerose innovazioni tecniche, che la portarono a prevalere immediatamente in molti confronti effettuati sulla stampa specializzata. Tra le novità tecnologiche di Opel Astra Caravan spiccavano il telaio adattivo IDSPlus con Regolazione elettronica degli Ammortizzatori (CDC), mutuato dai modelli di lusso e dalle sportive più esclusive, e i fari anteriori adattivi Adaptive Forward Lighting (AFL) con illuminazione dinamica in curva. Opel Astra vantava anche livelli elevati di sicurezza e la versione Caravan offriva tantissimo spazio.

2010 – 2015: Opel Astra J Sports Tourer

Bella e utile: la prima Sports Tourer

Arte scultorea abbinata alla precisione tedesca – la dinamica station wagon (per la prima volta con il nome Sports Tourer) fu lanciata un anno dopo la sorella 5 porte. La compatta Opel non incarna solo la nuova filosofia stilistica del marchio, ma conserva l’intelligente sistema Flex-Fold, uno spazio utile fino a 1500 litri e aiuta chi si trova al volante con una serie di tecnologie che avevano già fornito un contributo significativo al successo di una berlina media come Opel Insignia. La telecamera anteriore riconosce i cartelli stradali e comunica a chi guida limiti di velocità e divieto di sorpasso, oltre ad avvisare in caso di allontanamento involontario dai limiti di carreggiata. Con i fari anteriori AFL+, Opel Astra può guardare in curva e, se necessario, abbassare automaticamente le luci o passare agli abbaglianti. Con il nuovo telaio, che può essere ulteriormente potenziato con il sistema attivo FlexRide, Opel Astra Sports Tourer può mettere pienamente in mostra tutte le sue capacità dinamiche. I proprietari di Astra dispongono anche di una nuova generazione di sedili anteriori sviluppati secondo i più recenti progressi in termini di sicurezza ed ergonomia, e premiati con il marchio di qualità dell’associazione indipendente di esperti posturali AGR.

Dal 2016: Opel Astra K Sports Tourer

Pura efficienza: slanciata e intelligente

Più leggera di 190 kg, con un abitacolo molto più spazioso nonostante le dimensioni esterne siano rimaste pressoché invariate e più efficiente grazie all’adozione di motori di nuova generazione: nuova Opel Astra Sports Tourer costituisce un considerevole passo in avanti in termini di sviluppo ed è stata immediatamente votata “Auto dell’Anno Europea 2016”.

Con Opel Astra K, continua la tradizione dei predecessori. Nella scia del modello precedente, la nuova Opel Astra Sports Tourer si distingue anche per le tecnologie di illuminazione. Si tratta infatti della prima vettura a portare nel segmento delle compatte i fari attivi IntelliLux LED®Matrix, finora riservati ai modelli di lusso e premium. Una nuova generazione di sistemi di assistenza alla guida comprende il dispositivo di ausilio per il riconoscimento dei cartelli stradali (Traffic Sign Assistant) e il sistema di mantenimento della corsia di marcia (Lane Keep Assist) con funzione di allerta in caso di superamento involontario dei limiti di carreggiata (Lane Departure Warning), insieme all’indicatore della distanza di sicurezza (Following Distance Indication) e al dispositivo di avviso incidente (Forward Collision Alert) con frenata automatica in caso di collisione imminente (Collision Imminent Braking).

Inoltre, la nuova Opel Astra K si distingueva per il fattore wellness, grazie ai sedili anteriori ergonomici di nuova ingegnerizzazione, sempre certificati da AGR, che potevano essere ulteriormente migliorati con la funzione ventilazione e massaggio.

Dal 2022: Opel Astra L Sports Tourer
Elettrizzante: l’elegante station wagon con l’Opel Vizor e il Pure Panel

Con l’anteprima mondiale della nuova Opel Astra nell’autunno 2021 il costruttore tedesco apre il capitolo successivo: questa compatta è disponibile per la prima volta in versione elettrica, 5 porte e station wagon. Opel offrirà Astra Sports Tourer in versione plug-in hybrid e dal 2023 anche in versione elettrica a batteria. Versioni con efficienti motori benzina e diesel, abbinate a cambio manuale a sei rapporti e automatico a otto rapporti completano la gamma.

La nuova Opel Astra Sports Tourer è anche il manifesto stilistico del marchio. Dinamica come non mai, con superfici nette e tese, senza elementi superflui e con il nuovo volto del marchio, l’Opel Vizor. Inoltre, la pratica nuova Opel Astra Sports Tourer dimostra la tipica capacità del marchio di realizzare architetture efficienti. La lunghezza totale è inferiore di 6,0 cm rispetto al modello precedente, il passo è più lungo di 7,0 cm – per aumentare il comfort e il vano di carico. Nell’abitacolo, la Pure Panel human-machine-interface (HMI), completamente digitale, offre un’esperienza pura e intuitiva.

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