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Gino Bruni

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Codacons

Codacons: tariffe RC auto troppo poco lo sconto del 5%

Incidenti calati del 40% ma nello stesso periodo tariffe Rc auto scendono solo del 5%

A fronte di una riduzione del 40% degli incidenti stradali nei primi 6 mesi del 2020, le tariffe rc auto sono calate, nello stesso periodo, solo del 5%, dando vita ad un evidente squilibrio a danno dei cittadini. Lo afferma il Codacons, commentando i dati sull’incidentalità forniti oggi dall’Istat.

“Le restrizioni legate al lockdown hanno portato ad un abbattimento del numero di incidenti, morti e feriti sulle strade italiane, cui però non ha fatto seguito un analogo vantaggio per gli assicurati, che hanno continuato a pagare l’Rc auto nonostante i divieti di circolazione – spiega il presidente Carlo Rienzi – I numeri attestano in modo evidente questo squilibrio: da gennaio a giugno l’incidentalità è calata in Italia del 40%, ma nello stesso periodo le tariffe Rc auto hanno registrato una riduzione di appena il 5%”.

“Gli assicurati subiscono quindi un evidente danno, e riteniamo ci sia ampio margine per una ulteriore riduzione dei prezzi delle polizze, anche in considerazione delle ulteriori restrizioni agli spostamenti scattate lo scorso novembre” – conclude Rienzi.

Codice della Strada: dal nuovo testo luci e ombre.

Non convince il Codacons la riforma del Codice della Strada, attualmente al vaglio della Camera dopo la corsia preferenziale imposta dal Dl Semplificazioni.

Le novità introdotte dalla riforma rischiano di non avere alcun effetto sul fronte della sicurezza stradale, ma la cosa più grave è che manca qualsiasi riferimento ai monopattini elettrici, mezzi che si stanno diffondendo velocemente nel nostro paese dando vita ad abusi e incidenti anche gravi dovuti proprio alla mancanza di regole – spiega il Codacons.

Nel dettaglio l’associazione rileva come l’inasprimento delle sanzioni verso chi usa il cellulare alla guida e l’introduzione della responsabilità dei conducenti per il mancato uso delle cinture di sicurezza o del casco da parte dei passeggeri di auto o moto, sono misure che non avranno alcun effetto concreto se non accompagnate da un incremento dei controlli sul territorio, e il rischio concreto è che i trasgressori continuino a farla franca approfittando proprio della carenza dei controlli.

Promosso invece a pieni voti lo stop alle pubblicità su veicoli e strade il cui contenuto abbia messaggi sessisti, offensivi o stereotipati, pubblicità che degradavano le nostre città determinando spesso incidenti lungo le strade – conclude il Codacons.

Codacons: Autovelox in città non per fare cassa sulla pelle degli automobilisti

Bene per il Codacons la possibilità di installare autovelox fissi in città, misura prevista dal Dl Semplificazioni, ma massima attenzione ai diritti degli automobilisti.

“E’ oramai provato che gli autovelox sono stati spesso utilizzati dai comuni al solo scopo di incrementare le proprie casse, posizionandoli in modo nascosto o ingannevole in modo da elevare il maggior numero di contravvenzioni, senza alcun effetto benefico sul fronte della sicurezza stradale – afferma il presidente Carlo Rienzi – E’ necessario quindi che nelle città tali strumenti di rilevazione della velocità siano installati nel pieno rispetto del Codice della strada e utilizzati per diminuire l’incidentalità nelle strade a scorrimento veloce e in quelle dove si registra un elevato numero di sinistri”.

In tal senso il Codacons vigilerà affinché le amministrazioni non sfruttino gli autovelox per fare cassa sulla pelle degli automobilisti, e assisterà i cittadini nei ricorsi qualora dovessero registrarsi irregolarità o violazioni dei diritti degli utenti.

Codacons – Fca: indagine per frode su emissioni inquinanti.

Se confermate irregolarità soldi pubblici non potranno essere concessi a Fca. Codacons pronta a battaglia legale a tutela automobilisti se confermate emissioni inquinanti

 Aprire indagini anche nel nostro paese e valutare la sospensione del maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto da Fca all’Italia, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Francoforte che ha portato oggi a perquisizioni nei confronti di alcune società del gruppo Fca.

A chiederlo il Codacons, pronto ad una battaglia legale se dall’indagine tedesca dovessero emergere irregolarità sul fronte delle emissioni.

Crediamo che il prestito con garanzia statale debba essere sospeso fino a che l’azienda non dimostrerà di essere totalmente estranea alle accuse – afferma il Codacons – Nell’ipotesi in cui le accuse della Procura dovessero trovare fondamento, l’Italia si ritroverebbe a finanziare con soldi pubblici attività illecite di una società privata, e per questo il nostro Governo deve valutare la sospensione del finanziamento in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.

E se saranno accertate manomissioni sul fronte delle emissioni, siamo pronti ad avviare una guerra legale contro Fca a tutela degli automobilisti italiani che risulteranno coinvolti nella vicenda – conclude l’associazione.

Seggiolini anti-abbandono, Codacons: e’ caos.

Sui seggiolini anti-abbandono è il caos più totale. Lo denuncia il Codacons, ricordando che proprio oggi ( 7 novembre 2019) entra in vigore l’obbligo di montare sulle auto che trasportano bambini fino a 4 anni un dispositivo anti-abbandono, per evitare che i bimbi possano essere dimenticati in auto.

“Come al solito un provvedimento importante e utile per la sicurezza dei cittadini si trasforma in un pasticcio a causa della fretta con cui è stata adottata la misura e della mancanza di informazioni alle famiglie – denuncia il presidente Carlo Rienzi – Pochi sono i genitori che conoscono le caratteristiche tecniche che devono avere tali dispositivi, e il rischio è quello di acquistare prodotti non conformi, sprecando soldi e andando incontro a sanzioni”.

“Ma la cosa più grave è che, mentre sui genitori incombe l’obbligo di installare il seggiolino, nulla si sa circa il bonus da 30 euro per l’acquisto del dispositivo inserito del Dl Fisco come incentivo alle famiglie – prosegue Rienzi – Chi avrà diritto a tale bonus e sulla base di quali criteri? E l’incentivo varrà anche su acquisti già effettuati, dal momento che il seggiolino è già obbligatorio?”.

Domande che al momento non hanno risposta e che generano il caos, mentre si profilano numerosi problemi in capo alle famiglie: chi non si doterà del dispositivo rischia infatti multe fino a 326 euro e, in caso di incidente stradale, perde il diritto al risarcimento. Senza contare il rischio speculazioni sui prezzi: l’obbligo darà vita ad una corsa all’acquisto del seggiolino, con i produttori che potranno alzare i prezzi a proprio piacimento speculando sullo stato di necessità dei genitori – conclude il Codacons.

Dieselgate: nuova azione legale del Codacons contro Governo e Volkswagen

Nuova azione legale del Codacons sul caso Dieselgate. L’associazione ha indetto per lunedì 24 giugno una conferenza stampa a Roma per illustrare tutti i dettagli dell’iniziativa e le novità sul fronte dell’inchiesta penale in corso a Verona, nella quale l’associazione è parte offesa.

Nel corso dell’incontro con la stampa il Codacons presenterà i dati sulle conseguenze per l’ambiente e per la salute umana derivanti dalle emissioni falsificate delle auto e una nuova denuncia a 104 Procure contro il Governo italiano (nelle persone dei Ministri dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico) e la casa automobilistica tedesca, alla luce di un recente studio che ha quantificato i morti in Italia causati dalle emissioni alterate delle automobili diesel, per concorso per omissione in omicidio colposo plurimo. Oltre alla denuncia penale, l’associazione illustrerà un’azione risarcitoria riservata alle vittime del Dieselgate e ai proprietari italiani di automobili del gruppo tedesco coinvolte nello scandalo.

Durante la conferenza, infine, saranno rese note le perizie eseguite dai tecnici incaricati dal Tribunale di Verona sulle auto Volkswagen e Porsche, che attestano, oltre ogni ragionevole dubbio, le alterazioni nelle emissioni e le conseguenze sul fronte ambientale.

Tassa sulle auto, Codacons: pronti a ricorsi contro qualsiasi nuova tassa

Automobilisti categoria più tartassata, usati come bancomat da tutti i governi. Tassa incostituzionale e crea discriminazioni assurde se non accompagnata da misure sul trasporto pubblico

 Pronto alla guerra legale il Codacons contro qualsiasi nuova tassa sulle auto. Lo afferma l’associazione dei consumatori, annunciando battaglia contro l’emendamento che prevede una stangata nei confronti di chi acquista auto a benzina e diesel.

“Non è possibile colpire ancora una volta gli automobilisti, che rappresentano la categoria di utenti più tartassata d’Italia – afferma il presidente Carlo Rienzi – I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno utilizzato gli automobilisti come “bancomat”, inserendo tasse a loro carico e aumentando le accise ogni volta che serviva reperire risorse economiche e trovare coperture finanziarie, e ancora una volta siamo in presenza di un emendamento teso a colpire unicamente tale categoria di cittadini”.

“In tal senso la tassa sulle auto sarebbe incostituzionale perché introdurrebbe discriminazioni a danno di una sola tipologia di contribuenti e rappresenterebbe esclusivamente un sistema per fare cassa – prosegue Rienzi – L’unica possibilità per il Governo per introdurre un balzello di tale tipo è quella di adottare un pacchetto completo di misure finalizzato a migliorare l’ambiente nelle città, limitare la circolazione delle auto private e potenziare il trasporto pubblico nelle aree a maggiore criticità come Roma, dove i mezzi pubblici sono al collasso. Solo dopo aver fatto questo, sarà possibile prevedere tassazioni sull’acquisto delle auto” – conclude Rienzi.

Tutti gli automobilisti che intendano protestare contro la nuova tassa sulle auto, possono inviare una mail all’indirizzo info@codacons.it e saranno informati circa le iniziative dell’associazione che ha già avviato una convenzione con l’Aci- Automobile Club d’Italia per offrire sempre più tutele alla categoria.

Opel, dieselgate: Codacons pronto a battaglia legale se confermate emissioni falsificate

Il Codacons pronto a nuove iniziative legali in merito allo scandalo “Dieselgate”, dopo l’indagine che vede coinvolta la casa automobilistica Opel e il richiamo di 100.000 vetture per ordine della motorizzazione federale tedesca.

“Chiediamo alle istituzioni italiane – dichiara il presidente Carlo Rienzi – di avviare subito verifiche volte ad accertare se il presunto scandalo riguardi anche il nostro paese, e se circolino in Italia automobili Opel con motori diesel modificati sul fronte delle emissioni”.

Proprio il Codacons fu la prima associazione dei consumatori italiana ad attivarsi sullo scandalo Dieselgate scoppiato nel 2015 e che coinvolse il gruppo Volkswagen, presentando una class action dinanzi al Tribunale di Venezia per conto degli automobilisti danneggiati e partecipando con i propri periti al procedimento penale contro gli amministratori di Volkswagen Italia.

“Siamo pronti ad avviare una battaglia legale a tutela dei proprietari di vetture Opel se sarà accertata l’eventuale falsificazione delle emissioni sulle vetture circolanti in Italia, e invitiamo il Ministero dei Trasporti ad attivarsi con urgenza per compiere tutte le verifiche del caso” – conclude Rienzi.

 

Secondo dati della Motorizzazione tedesca sarebbero 95.000 le auto coinvolte nella manipolazione dolosa del software che regola l’emissione dei gas di scarico in tutta Europa nei modelli euro 6: Zafira, Cascada e Insignia. Già in luglio era stato aperto un procedimento contro i tre modelli Opel. “Indaghiamo per il reato di frode nell’immissione sul mercato di auto diesel con software che manipola i valori sull’emissione dei gas di scarico” ha confermato il procuratore, Nadja Niesen, al quotidiano tedesco che si occupa di economia e finanza, Handelsblatt.

Revisioni auto e moto: Suv e scooter pagano stessa tariffa

La revisione auto, il famoso certificato cui sono obbligati i proprietari di auto e motocicli, finisce al vaglio dell’Antitrust. Il Codacons ha presentato infatti un esposto all’Autorità per la concorrenza e al Ministero dei Trasporti chiedendo di fare luce sui costi del certificato che la legge impone ai cittadini e di modificare le tariffe stabilite per legge.

Il certificato di revisione è un controllo obbligatorio previsto dal Codice della Strada su tutti i veicoli a motore, finalizzato a verificarne le condizioni sul fronte della sicurezza, del livello di emissioni inquinanti e della rumorosità – spiega l’associazione – Le tariffe per ottenere il rilascio del documento sono stabilite dal Ministero dei Trasporti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze ma il relativo decreto non fa alcuna distinzione tra tipologie di veicolo: ne consegue così che per sottoporre uno scooter a revisione si paga la stessa cifra prevista per un Suv o per un’auto potente e di elevata cilindrata.

Nello specifico per il corrente anno i costi relativi alle operazioni di revisione sono pari 45,00 euro se la revisione è effettuata presso la Motorizzazione e 66,80 euro (Iva inclusa) se la revisione è effettuata presso un’officina autorizzata.

Fermo restando la legittimità dell’obbligo di revisione dei veicoli, con riferimento all’aspetto meramente economico ne emerge, a parere della scrivente associazione, un’evidente disparità di trattamento fra gli utenti/automobilisti, in funzione del mezzo adoperato, ed in ragione della loro capacità contributiva ex art. 53 Cost. – scrive il Codacons nell’esposto – Si chiede pertanto di aggiornare ovvero parametrare le tariffe relative alle operazioni di revisione tenendo conto dei dati del veicolo (cilindrata, modello, data di immatricolazione, alimentazione, allestimento del veicolo, tipo di utilizzo e i km percorsi annualmente) nonché ai dati del proprietario (persona fisica, giuridica o società; residenza, data di nascita e anno di conseguimento della patente; classe di merito e attestato di rischio; numero di sinistri e tipologia; eventuali altre auto possedute in famiglia), previo annullamento in autotutela ai sensi della L. 241/90 del “Regolamento recante la fissazione delle tariffe applicabili alle operazioni di revisione dei veicoli” ex D. Min. Trasporti del 2 agosto 2007, n.161”.

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