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Gino Bruni

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RC AUTO: con un’auto vecchia si spende il 20% in più sull’assicurazione

Tra 2011 e 2021 il numero di auto oltre i 15 anni è più che raddoppiato, passando da 7,2 a 14,7 milioni. In alcune regioni oltre la metà dei veicoli supera i 15 anni, in particolare la Calabria con il 53%, seguita da Sicilia (52,1%) e Campania (51,6%).

Un parco auto obsoleto si traduce, oltre che in maggior inquinamento e minore sicurezza sulle strade, anche in un maggior costo assicurativo. In media un’auto oltre i 15 anni costa circa 70€ in più di una nuova in termini di RC Auto.

Negli ultimi anni in Italia, complice anche un andamento negativo delle immatricolazioni, si è assistito ad un incremento dell’anzianità del parco auto, che ha raggiunto un’età media di 12 anni e 2 mesi, secondo i dati dell’ACI. Confrontando l’evoluzione del parco auto e della sua composizione tra 2011 e 2021 (Tabella 1), si nota che:

Le auto in totale sono passate da 37,1 milioni a 39,8, in crescita del 7,2%;

La fascia che ha trainato questo aumento è stata quella dei veicoli oltre i 15 anni, più che raddoppiati in 10 anni, passando da 7,2 milioni a 14,7 (+105,1%);

Al contrario, le fasce relative ad auto più “giovani” mostrano forti cali, nello specifico del -15% quelle inferiori ai 5 anni e del -33,7% quelle tra i 5 ed i 10 anni.

Le auto oltre i 15 anni, oltre ad essere meno sicure e più inquinanti di quelle nuove, rappresentano anche un costo per i proprietari, sia in termini di manutenzione e riparazioni che, al contrario di quanto si pensi, di RC Auto. Segugio.it – società leader nel confronto delle assicurazioni, nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di utilities – ha dunque svolto un’analisi per stimare quanto si risparmi annualmente sull’RC Auto passando da un’auto vecchia ad una nuova (Tabella 2). Nello specifico, per un’auto immatricolata tra il 2003 ed il 2007 si paga mediamente un premio RC Auto di 416,2€ e sostituendola con un’auto immatricolata tra 2018 e 2022 il premio medio scenderebbe a 348,5€, andando così a risparmiare quasi il 20%.

Se si prende a riferimento l’incidenza per regione delle auto oltre i 15 anni, si nota come l’obsolescenza del parco auto sia diffusa su tutto il territorio, anche se in modo disomogeneo . A fare eccezione, con percentuali molto basse, sono 2 regioni, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, che a fronte di una media italiana del 36,9% di auto oltre i 15 anni sul totale, registrano rispettivamente una percentuale del 12,1% e del 14,9%. Un’incidenza relativamente bassa si registra poi anche in Toscana (27,9%), Lombardia (28,3%) ed Emilia-Romagna (29,9%). La presenza di autovetture vecchie è invece molto più elevata al Sud e nelle Isole, dove in alcuni casi oltre la metà delle autovetture ha più di 15 anni, come in Calabria (53%), Sicilia (52,1%) e Campania (51,6%).

RC Auto: dopo anni di calo, nel 2022 aumenti oltre il 10%

Lo scorso dicembre il premio RC Auto è stato di 369,7€, +10,6% rispetto all’anno precedente.

Diverse le cause: aumento dell’inflazione, maggiore circolazione delle auto e aggiornamento delle tabelle di Milano e degli importi per il risarcimento del danno biologico di lieve entità

Gli aumenti hanno caratterizzato tutte le Regioni, in particolare Valle d’Aosta (+23,2%), Trentino-Alto Adige (+18,8%) e Umbria (+16,1%) e quasi tutte le Province con picchi a Imperia (+32,5%), Benevento (+26,2%) e Siena (+24,4%)

L’Osservatorio assicurativo auto di Segugio.it – società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities – evidenzia come dopo 3 anni di continuo calo dei prezzi RC Auto, il 2022 sia stato caratterizzato da un netto cambio di rotta sebbene ancora lontano dai valori del 2018 (454,8€), a dicembre 2022 il prezzo medio per l’RC Auto è stato di 369,7€, in aumento del 10,6% rispetto all’anno precedente quando si era attestato a  334,3€.

Gli aumenti sono stati graduali e continui nel corso dell’anno e trovano spiegazione in una serie di fenomeni che hanno avuto impatto sul mercato assicurativo quali:

La forte crescita dell’inflazione, che secondo i dati provvisori dell’Istat relativi al NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività), ha registrato una crescita media nel 2022 dell’8,1%, segnando il dato maggiore dal 1985, con evidenti ripercussioni sul costo dei sinistri e delle riparazioni;

L’aumento della circolazione, in seguito alla riduzione delle restrizioni legate al Covid, ha accresciuto la frequenza degli incidenti del 9% secondo i dati Ania (frequenza passata dal 4,46% del Q3 2021 al 4,85% del Q3 2022);

L’aggiornamento delle tabelle di Milano, ossia lo strumento che regola su scala nazionale gli importi per i risarcimenti dei danni non patrimoniali e l’aggiornamento, da parte del Mise, degli importi per il risarcimento del danno biologico per lesioni di lieve entità, con conseguenti aumenti intorno al 7%.

Secondo l’analisi svolta da Segugio.it gli aumenti anche se con portata diversa hanno colpito tutte le Regioni, (Tabella 1).

In sole 5 Regioni si registra una crescita dei premi inferiore al 10% e sono: Molise (+5%), Liguria (+6,8%), Marche (+7,4%), Campania (+7,5%) ed Emilia-Romagna (+7,6%). Le 5 Regioni più colpite dagli aumenti, con rincari oltre il 15% sono state invece: Valle d’Aosta (+23,2%), Trentino-Alto Adige (+18,8%), Umbria (+16,1%), Basilicata (+15,7%) e Puglia (+15,3%).

Approfondendo il campione a livello provinciale la situazione si fa più variegata: (vedi Tabella 2)

Due Province mostrano un premio mediamente in calo (Crotone con un -7,1% e Fermo con un -5%) e altre tre hanno registrato un premio invariato con aumenti inferiori all’1% (Asti +0,1%, Rimini +0,4% e Piacenza +0,5%).

La quasi totalità delle Province registra aumenti superiori al 5% e i rincari maggiori si registrano a Imperia (+32,5%), Benevento (+26,2%), Siena (+24,4%), Aosta (+23,2%) e Mantova (+22,9%).

Tra le Province più popolose Roma (+11,8%), Milano (+9,5%), Torino (+10,2%) hanno registrato valori molto vicini alla media, mentre Napoli (+7,5%) e Palermo (+15,2%) hanno registrato un valore rispettivamente più basso e più alto di quello medio italiano, pari al +10,6%.

Rc auto: 2023 in Liguria aumenti per gli automobilisti che hanno dichiarato un sinistro nel 2022

Secondo un’analisi svolta dal comparatore, il 3,3% degli automobilisti ha dichiarato un sinistro con colpa nel 2022 e vedrà la propria classe di merito peggiorare nel nuovo anno con conseguenti incrementi rilevanti di prezzo sull’RC Auto

 Dato l’attuale contesto di premi RC crescenti (+10% nell’ultimo anno), aumenti di entità più lieve sono previsti anche per chi non ha commesso sinistri

Secondo un’analisi svolta da Segugio.it – società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities – nel 2023 oltre un milione di automobilisti pagherà di più per la propria RC Auto, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nell’anno precedente. In particolare, la frequenza dei sinistri dichiarati nel 2022 da automobilisti già assicurati con bonus-malus si è attestata al 3,3%, in aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente a causa della graduale ripresa del traffico stradale post pandemia.

Approfondendo l’andamento della frequenza sinistri sul territorio, si nota come questa vada da un minimo del 2,1% ad un massimo del 3,9% (Tabella 1). Nello specifico gli automobilisti che subiranno mediamente più aumenti sono quelli di Liguria, Toscana e Trentino-Alto Adige, Regioni caratterizzate da una frequenza sinistri rispettivamente del 3,9%, 3,8% e 3,8%. Dall’altro lato le Regioni in cui sono stati dichiarati meno sinistri sono Campania (2,1%), Basilicata (2,4%) e Calabria (2,5%).

Inoltre, analizzando le diverse categorie di automobilista si nota che gli uomini commettono mediamente meno sinistri delle donne (rispettivamente 3,1% e 3,5%);

La fascia under 25 è la più sinistrosa, con una frequenza del 5%, mentre la fascia 35-44 anni è la più prudente (2,9%);

In base alla professione sono le Forze Armate a dichiarare meno sinistri (2,7%) e gli operatori sanitari a dichiararne di più (4,4%).

Più in generale, l’Osservatorio assicurativo auto di dicembre evidenzia come il mercato assicurativo RCA stia attraversando un periodo di generale rialzo dei premi, legato sia all’aumento del numero di sinistri che al costo dei sinistri stessi, principalmente per effetto dell’inflazione. Il premio RC Auto di novembre si attesta a infatti 368,9€, in crescita dell’1,8% rispetto al mese precedente e del 10% rispetto a novembre 2021.

Segugio.it: boom di auto ibride ed elettriche spinto anche dai minori costi assicurativi

A fronte di un mercato dell’auto in crisi che nei primi 10 mesi del 2022 ha subito un calo del 32,2% delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2019, il segmento delle ibride ed elettriche esplode con tassi di crescita del 360%.

Per le auto ibride ed elettriche, il costo dell’RC Auto è più basso rispettivamente del 18,1% e del 24%.

Il biennio 2021/2022 è stato caratterizzato da un forte rallentamento delle immatricolazioni auto ad eccezione del settore delle ibride/elettriche che mostra forti segnali di crescita. Dalla Tabella 1 si nota che:

  1. Nei primi 10 mesi del 2022 si registra il 32,2% di immatricolazioni in meno (corrispondenti a oltre mezzo milione di autovetture) rispetto allo stesso periodo del 2019;
  2. Le alimentazioni tradizionali, diesel e benzina, sono quelle che hanno trainato il forte calo, perdendo rispettivamente il 66,5% ed il 57,1% di immatricolazioni;
  3. Le autovetture a Gpl e metano hanno seguito l’andamento di mercato, con un calo del 29,5%, leggermente meno peggio della media;
  4. Le auto elettriche ed ibride mostrano una crescita intorno al 360%. Inoltre, il segmento delle ibride è diventato il principale nel mercato, contando nei primi 10 mesi del 2022 il 39,1% delle immatricolazioni.

 Questa svolta green è favorita, oltre che da incentivi e da un maggior interesse al tema ambientale, dai minori costi relativi all’RC Auto per le vetture ibride ed elettriche (Tabella 2). Segugio.itsocietà leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities – ha svolto un’indagine per quantificare il premio medio RC Auto per alimentazione di modelli di auto nuove che presentano sia la versione tradizionale (benzina e/o diesel) sia la versione elettrificata (ibrida e/o elettrica), basandosi sui preventivi salvati dagli utenti nel periodo Luglio-Ottobre 2022.

Partendo dal confronto tra tradizionali ed ibride, si nota come quest’ultime permettano di risparmiare in media il 18,1%, con un premio medio di 353,4€, contro i 431,7€ delle tradizionali. Il risparmio varia poi a seconda del modello, con il massimo che viene raggiunto in questo caso dalla Ford Puma (-24,8%) e dalla Hyundai Kona (-24,5%). Solo per un modello, la Toyota Yaris 4a Serie, il risparmio risulta al di sotto del 10%.

Passando al confronto tra tradizionali ed elettriche, si nota come queste siano ancora più economiche, in particolare confrontando i due modelli che presentano anche la versione ibrida (Fiat 500 e Hyundai Kona). Dal campione considerato, il risparmio sull’RC Auto per le elettriche è in media del 24%, per un premio di 336,6€ contro i 442,8€ del tradizionale. Per alcuni modelli il risparmio raggiunge poi valori ben più alti, come per la Volkswagen up! che registra un risparmio del 41,1% e la Renault Twingo (-37,7%).

Crolla il numero di auto intestate agli under 25

Giovani meno interessati all’auto e con meno disponibilità economiche

Dal 2011 al 2021 il numero di auto intestate ai giovani con meno di 25 anni è calato del 43%, passando da oltre 1 milione a 590mila.

I principali motivi di questo calo sono: la perdita di status dell’auto e l’aumento dell’età in cui i giovani raggiungono l’indipendenza economica.

Il numero di auto intestate ai giovani è calato drasticamente negli ultimi anni. Nello specifico, si è passati da oltre un milione di autovetture intestate ad under 25 nel 2011 a circa 590mila nel 2021, registrando un calo del 43%, a fronte di una fascia di popolazione che nello stesso periodo è rimasta sostanzialmente stabile (-3%) (Tabella 1).

Una delle ragioni del calo è che guidare un’auto non è più simbolo di emancipazione come lo è stato per le generazioni precedenti, testimoniato anche dal fatto che i giovani prendono la patente sempre più tardi.

Secondo i dati dei profili che hanno salvato un preventivo su Segugio.it, società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities, nel mese di agosto 2022 – tra gli under 25 solo il 53% ha preso la patente a 18 anni, mentre tra gli over 50 è stato l’80% a farlo appena maggiorenne (Tabella 2).

Da un lato, la perdita di status dell’auto si lega alla crescente sensibilità ambientale e alle relative limitazioni alla circolazione di mezzi vecchi e inquinanti, che in passato costituivano spesso le prime vetture possedute dai giovani. Dall’altro, nei grandi centri urbani si sono moltiplicate le opportunità di mobilità alternativa, quali ad esempio i veicoli in sharing (bici, monopattini per citarne alcuni).

Un altro motivo sta nell’emancipazione economica, che i giovani raggiungono sempre più tardi. I dati mostrano come dal 1981 al 2021 il numero di occupati under 25 si è ridotto del 68%, passando da oltre 3 milioni a 1 milione, mentre il numero di occupati totali nello stesso periodo è cresciuto dell’11% (Tabella 3). A ciò si aggiunge un calo dei redditi medi percepiti dai giovani intorno al 30% tra il 1975 e il 2019, secondo stime effettuate dall’Inps. Non sorprende quindi che l’Italia sia uno dei Paesi in Europa con la più alta percentuale di giovani under 30 che vive ancora con i genitori, l’85,4%, contro il 67,1% della media europea (Eurostat). (Tabella 3).

È evidente quindi il motivo per cui i giovani facciano fatica a sostenere i costi di gestione di un’auto, tra i quali ha un peso importante l’RC Auto, che sta tornando a salire e che è mediamente più cara per gli under 25. Secondo i dati dell’Osservatorio di Segugio.it del mese di agosto, gli under 25 pagano in media un premio RC auto di 759,2€, oltre il doppio della media nazionale di 369,2€ (Tabella 4).

Rc Auto: rischio aumenti del premio per chi possiede la scatola nera

Secondo un’analisi Ivass, il possesso della scatola nera consente un risparmio iniziale ma determina un calo del 60% del tasso di cambio compagnia, esponendo gli assicurati alla possibilità di aumenti dei prezzi praticati dalla propria assicurazione

In una fase in cui i premi RC stanno aumentando (+10,3% da gennaio a luglio), l’indicazione è di essere attivi al momento del rinnovo nella ricerca di un’offerta migliore attraverso la comparazione che permette di risparmiare fra il 25% e il 50% cambiando compagnia o rinegoziando con la propria polizza

In Italia circa 7 milioni di autovetture sono assicurate con una polizza che prevede l’installazione della cosiddetta scatola nera o black box, un dispositivo che consente all’assicuratore di monitorare e registrare i parametri tecnici del mezzo e del comportamento del conducente. A fronte di tale possibilità di controllo, l’assicuratore tipicamente concede uno sconto, la principale ragione del grande successo di questa offerta.

Segugio, società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities, prendendo in considerazione i preventivi del primo trimestre 2022 in cui l’offerta con scatola nera presentava il miglior prezzo e confrontandola con la miglior offerta senza scatola nera  ha svolto un’analisi per misurare l’entità media di tale sconto e quanto sia rilevante nella diffusione di questa formula.

Dalla ricerca emerge che:

le offerte con scatola nera sono più convenienti al Sud Italia, in particolare in Campania e Calabria, dove il risparmio ottenibile rispetto ad offerte che ne sono prive è di rispettivamente 269€ e 118€.

la penetrazione della scatola nera risulta più elevata tanto più elevato è il risparmio conseguibile, con punte massime di penetrazione in Campania, dove quasi un automobilista su due ha una polizza RC che ne prevede l’installazione. Vedi tabella 1

Se in fase di stipula della polizza la formula scatola nera risulta essere spesso conveniente, soprattutto al Sud, talvolta non lo è in fase di rinnovo: secondo uno studio Ivass, pubblicato sulla Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nell’anno 2021, la scatola nera determina una riduzione del tasso di cambio compagnia del 60%, perché i dati raccolti da questi dispositivi non sono ad oggi trasferibili tra compagnie. Di conseguenza, espone il cliente al fenomeno del price walking, ovvero l’aumento del premio rispetto a quello praticato ai nuovi assicurati, che beneficiano mediamente di uno sconto compreso tra il 12 e il 19% rispetto a quanto offerto ad un utente al momento del rinnovo a parità di condizioni.

Inoltre, il price walking rischia di divenire progressivamente più aggressivo in una fase di mercato caratterizzato dalla crescita dei prezzi quale quella che stiamo vivendo. Da gennaio a luglio 2022 i prezzi RC auto sono infatti cresciuti del 10,3%.

Il suggerimento è quello di confrontare attivamente diverse offerte assicurative e, in presenza di una proposta più conveniente, cambiare compagnia o rinegoziare con il proprio assicuratore. Segugio.it, infatti, fotografa un risparmio potenziale compreso fra il 25% e il 50% per il 61% dei consumatori. Più concretamente, il portale ha estratto esempi reali di differenze fra premio di rinnovo (cioè non cambiando compagnia) e premio nel caso di cambio compagnia, come mostrato in Tabella 2.

In una fase di rialzo dei prezzi assicurativi, l’invito agli italiani, in particolare a chi assicurato con scatola nera, è dunque quello di fare comparazione ed essere attivi nella ricerca della compagnia giusta o nella rinegoziazione con la propria.

Rc auto, in Italia i premi rimangono più alti che nel resto d’Europa

Nel 2020 la pandemia ha ridotto il numero e il costo degli incidenti/sinistri e le imprese italiane hanno abbassato i premi del 9,5%, riducendo da un lato il differenziale di prezzo con l’Europa ma comunque migliorando significativamente i margini rispetto al 2019.

Avrebbero potuto o dovuto fare di più? L’ulteriore riduzione dei prezzi dell’11,7% registrata nel corso del 2021, in un contesto di progressiva ripresa della circolazione/sinistri, ha pareggiato i conti per i consumatori italiani.

Storicamente in Italia l’RC Auto è stata più cara rispetto agli altri principali Paesi europei, ma il differenziale è calato negli anni. In particolare, nel 2019 si è registrato un gap di prezzo di 91€ con gli altri Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), in calo del 55,8% rispetto al 2011, quando il differenziale era pari a 206€. La differenza di prezzo Italia-Europa è sostanzialmente legata al maggior costo dei sinistri (nel 2019, 262€ di costo medio per polizza per l’Italia contro i 174€ medi per gli altri Paesi) e a spese di acquisizione e gestione dei contratti più elevate.

Nel 2020 il Covid e le relative restrizioni hanno determinato una riduzione della circolazione con un conseguente calo degli incidenti/sinistri. Le imprese assicurative operanti in Italia hanno reagito abbassando i prezzi mediamente del 9,5% rispetto all’anno precedente secondo i dati di Segugio.it, società leader nella distribuzione online di prodotti di credito e nella comparazione di prodotti assicurativi e utilities. Resta tuttavia aperta una domanda: la riduzione dei prezzi praticata dalle imprese operanti in Italia è stata adeguata in relazione alla riduzione della circolazione/sinistri? Ci sono segnali contrastanti in questo senso:

Da un lato il gap con l’Europa si è ridotto ulteriormente nel 2020 scendendo da 91€ a 84€, segno del fatto che l’intervento sui prezzi è stato più incisivo in Italia, in parte anche per la diversa durata ed intensità delle restrizioni rispetto agli altri Paesi, in particolare il Regno Unito;

Dall’altro il margine tecnico per polizza in Italia è stato di 36,2€, ben più alto della media degli altri Paesi di 6,7€ ed in netto aumento rispetto al 2019 quando invece era negativo a -13€.

Le conclusioni:

Prima dell’arrivo del Covid, le imprese assicurative operanti in Italia erano in affanno, con margini negativi a seguito della prolungata fase di riduzione dei prezzi, mentre nel resto d’Europa la situazione era più equilibrata, con margini mediamente positivi;

Nel 2020, con l’arrivo del Covid, in Italia i prezzi si sono ridotti più che nel resto d’Europa, ma non in misura coerente con la riduzione dei costi/sinistri, da cui il netto aumento dei margini. Va però detto che il miglioramento dei margini è rilevabile solo ex-post, in quanto le imprese assicurative non potevano prevedere nel corso del 2020 gli sviluppi della pandemia;

A fronte dei maggiori margini conseguiti nel 2020, le imprese nel corso del 2021, in un contesto di crescente circolazione stradale, hanno abbassato ulteriormente i prezzi dell’11,7% in misura maggiore quindi rispetto a quanto fatto l’anno precedente.

L’auto si acquista sempre più a rate

L’auto continua ad essere un bene importante per le famiglie italiane e l’acquisto a rate è spesso la soluzione più conveniente per affrontare una spesa importante.

A dicembre del 2018 le richieste di prestiti finalizzati a sostenere l’acquisto di autoveicoli sono cresciute del 6,2% rispetto all’anno precedente, mentre nel solo mese di dicembre la crescita è stata ancora più importante, +9,6% rispetto al dicembre 2017.

Per quanto riguarda le regioni di  provenienza delle richieste in testa c’è  il Trentino Alto Adige con un incremento della domanda del 17,8%, seguito dalla Liguria con il 9,8%. Fanalino di coda la Sardegna, che vede perdere l’11,3% della domanda e la Calabria, che fa rilevare un -0,2%.

Cresce il dato dell’importo medio richiesto, che si è attestato sui 14.392 euro, +2,9% rispetto al 2017 e stabilmente sopra i 14.000 euro durante tutto l’anno. Sono le regioni del Trentino Alto Adige e del Veneto quelle dove si sono registrati gli importi più alti, rispettivamente con 15.643 euro e 15.174 euro. Basilicata, Liguria e Sardegna le regioni con gli importi più bassi: rispettivamente 13.426, 13.603 e 13.719 euro.

A quale età in media si ricorre a un prestito per acquistare un’auto? Secondo i dati del CRIF (che gestisce il principale Sistema di Informazioni Creditizie in Italia), sarebbe la fascia dei 45-54enni la più ricettiva, con il 26,4% sul totale del campione rilevato. Segue l’intervallo dei 35-44 anni con il 20,5% e i 55-64enni che occupano il 19,1% del campione. I consumatori più giovani, di età compresa tra i 25 e 34 anni, sono il 15,7% del totale dei richiedenti.

(dal sito internet  Segugio.it)

Assicurazioni: crescono i prezzi dell’Rc Auto

Dopo anni di decrescita – che hanno favorito i consumatori e portato i prezzi dell’RC Auto Italiana sempre più in linea con quelli medi europei – il primo semestre del 2018 segna un’inversione di rotta, in particolare nei mesi di Maggio e Giugno.

Secondo l’Osservatorio Assicurativo di Segugio.it, che fotografa ogni mese i dati relativi a centinaia di migliaia di preventivi assicurativi effettuati dai clienti sul portale, l’RC Auto è passato da 579 € di fine 2012 ai 436 € di fine 2017, segnando un calo del 25% circa.

Nel primo semestre del 2018 l’importo è salito a 440 €, in aumento dell’1% rispetto a fine 2017.

L’entità dell’aumento potrebbe sembrare marginale, tuttavia si tratta di un dato medio relativo all’intero semestre. Analizzando i dati mensili, si nota una crescita in accelerazione dal mese di Aprile, che porta il dato a 455 € a Giugno.

Questi dati sembrano indicare l’inizio di una fase di graduale crescita dei prezzi, cui non si assisteva in Italia dal 2009-2010.

Quest’inversione di tendenza era attesa da tempo, e potrebbe configurare uno scenario sfavorevole per i consumatori italiani, che si troveranno molto probabilmente ad affrontare costi assicurativi in crescita, peraltro in una congiuntura economica fragile e caratterizzata dal concreto rischio di aumenti di spesa in altri ambiti.

“Se nei prossimi mesi si confermerà l’inizio di un ciclo di revisione al rialzo dei prezzi RC Auto – commenta Emanuele Anzaghi, Vice Presidente di Segugio.it – sarà importante che i consumatori assumano un ruolo attivo, confrontando i prezzi e rinegoziando con la propria Compagnia di assicurazione o cambiandola se necessario.

Negli anni recenti, anche per effetto del progressivo calo dei prezzi, gli italiani hanno ridotto il già basso tasso di cambio dell’assicurazione rispetto ad altri paesi europei. Oggi, grazie alla maggior concorrenza fra Compagnie di assicurazione e alla presenza dei comparatori di prezzi è possibile spuntare migliori condizioni anche in una fase di aumento generalizzato delle tariffe”.

 

Da Segugio.it

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