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Mercato auto, la quota rosa supera il 40%.

Le ibride ad un passo dalla prima posizione

UNRAE presenta le scelte femminili al Pink Motor Day

Due auto su cinque vendute negli ultimi tre anni sono state acquistate da una donna. Nel 2022 le autovetture acquistate dalla componente femminile sono state il 41,6% del totale, sostanzialmente stabile rispetto al 43% del 2021. “Anche se il trend di progressivo incremento delle acquirenti di auto nuove si è fermato, il legame fra le donne e l’automobile si conferma solido anche nel 2022, soprattutto se si considera che la quota potrebbe essere anche più alta se si potessero includere anche le donne che utilizzano vetture intestate agli uomini”, ha commentato Cristiana Petrucci, Responsabile del Centro Studi e Statistiche di UNRAE, presentando i dati aggiornati al Pink Motor Day, l’evento annuale dedicato alla mobilità al femminile.

Nella scelta delle motorizzazioni fra le automobiliste la leadership, diversamente dal mercato maschile dove è passata alle ibride, spetta ancora alle auto a benzina con una quota più o meno stabile al 36,8%, 20 punti in meno rispetto al 57% del 2019. Prosegue invece la corsa delle ibride che salgono al 35,4%, mentre continua la discesa delle diesel sotto il 10%, superate al terzo posto dalle auto a Gpl (13,2%). “E’ prevedibile nel prossimo anno il posizionamento delle ibride al primo posto anche fra le donne come già accaduto nel mercato maschile, dove però il sorpasso è avvenuto a spese del diesel, sceso più velocemente per le stringenti normative ambientali”, afferma Cristiana Petrucci.

Quanto all’età delle acquirenti, la fascia 46-55 anni resta la più rappresentativa a quota 27,1%, seguita dalla fascia 30-45 anni al 26,4% e al terzo posto si confermano le 56-65enni col 22,4%. Le over 65 pur in calo al 15,2% sono salde al quarto posto, mentre le più giovani 18-29enni risalgono al 9% dopo aver perso oltre un punto nel 2021. Sul fronte maschile, le tre classi intermedie di età presentano una quota molto allineata fra loro (intorno al 23%), mentre rispetto alle donne risultano molto più rappresentativi gli over 65 con il 22,1%.

Si vanno uniformando con quelli maschili i gusti in fatto di tinta della carrozzeria. E allora il grigio, che sale al 35,4%, è ormai il colore preferito e il bianco, che in passato deteneva la leadership, ora è al secondo posto ma in calo al 22,8%. Sul terzo gradino del podio c’è il nero che sale a quota 13,6%, seguito nell’ordine dall’azzurro/blu in discesa all’11,9% e dal vivace rosso stabile all’11,1%.

In rialzo il prezzo medio delle auto nuove, sia quelle acquistate dalle donne che dagli uomini. Le prime, come tradizione, hanno però speso di meno, in linea con la differenza dimensionale dei modelli scelti (l’84% acquista auto dei segmenti A e B contro il 63% nel mondo maschile) e in media 22.400 euro per un’auto nuova acquistata nel 2022, contro circa 28.500 euro spesi dagli uomini.

In conclusione, sul totale del parco auto circolante a privati in Italia a fine 2022, il 40% è posseduto da donne (che in relazione alla popolazione totale over 18 anni sono il 52%), e inoltre, più della metà delle auto guidate da donne sono a benzina (52,1%) e circa il 35% sono diesel, mentre al contrario la metà degli uomini guida una diesel e il 39% un’auto a benzina.

Per completare le curiosità, nel 2021 le donne che hanno preso la patente, secondo i dati più aggiornati del Ministero dei Trasporti, sono state oltre 454.800 (il 37% del totale neopatentati).

Rispetto agli altri grandi paesi europei gli italiani – e le loro vetture – fanno meno km.

È ben noto che l’Italia, tra i cinque Major Markets europei, gode di due primati poco invidiabili: il tasso di motorizzazione più elevato, con 642 auto per 1.000 abitanti contro una media di 553 degli altri quattro Paesi, e il parco più vetusto a eccezione della Spagna, con un’età media di 12,2 anni. Gli italiani, con più di un’auto in famiglia, usano più vetture rispetto agli automobilisti dei maggiori paesi europei, tenendole per più tempo.

Meno noto è il fatto che gli italiani vantino una più bassa percorrenza media, sia per persona sia per vettura: 6.680 km l’anno pro-capite verso una media di 7.052 km per gli altri quattro Paesi, e 10.712 km l’anno per vettura contro 12.743 km di media fra gli altri quattro paesi. I tedeschi invece battono tutti, con 7.811 km l’anno pro capite e 13.602 per vettura.

Sono alcuni dei dati, anche inaspettati, contenuti nello studio UNRAE “L’automobile: italiani a confronto”, realizzato per Quattroruote e disponibile da oggi in forma sintetica sul numero di ottobre della rivista, e – in forma integrale – su Quattroruote.it e sul sito di UNRAE.

Spesso considerati “schiavi dell’auto” perché usano più auto degli altri, in realtà gli italiani “usano meno l’auto”, ossia percorrono meno chilometri con ciascuna auto, vuoi per minori necessità vuoi per risparmiare carburante: di conseguenza la tengono più a lungo, esponendola a un’obsolescenza tecnologica più pronunciata. Un uso meno efficiente sotto il profilo economico, data la maggiore incidenza dei costi fissi per km, con pesanti conseguenze ambientali e sociali dovute all’invecchiamento del parco. Secondo i dati UNRAE, al momento della rottamazione le autovetture in media raggiungono la veneranda età di diciotto anni.

Ma quanti italiani, grandi appassionati di motori, possiedono una patente di guida? Da noi è munito di patente il 72% degli adulti, un valore intermedio fra quelli – più bassi – di Germania (61%) e Spagna (65%) e quelli – più alti – di Regno Unito (82%) e Francia (90%). Considerando invece il numero di patenti per vettura, l’Italia con un indice di 0,95 – sempre dovuto all’elevato tasso di motorizzazione – si posiziona al di sotto di Regno Unito e Francia (1,20) e della Spagna (0,99), ma al di sopra della Germania (0,87).

È noto poi il divario con gli altri paesi in tema di auto con la spina: nel parco circolante l’Italia ha una quota di vetture elettriche (BEV) dello 0,3%, la più bassa insieme alla Spagna, lontana dall’1,4% di Germania e Francia e dall’1,1% del Regno Unito. Stessa quota dello 0,3% le ibride plug-in (PHEV), superata dagli altri quattro paesi con quote variabili dallo 0,4% della Spagna all’1,3% della Germania.

Le diverse intensità e modalità di utilizzo dell’auto, nel confronto con gli altri Paesi considerati, possono trovare le loro cause in molteplici e concomitanti fattori, della natura più varia: da quelli di natura socio-economica, in particolare reddituale, a quelli geomorfologici e urbanistici.  Al di là delle possibili spiegazioni, che richiederebbero un’analisi molto più approfondita, i dati dello studio UNRAE confermano ancora una volta la situazione emergenziale di un parco circolante vetusto, inquinante e insicuro. Una situazione peraltro in progressivo degrado, con l’età media delle auto italiane che nell’ultimo decennio è salita addirittura del 44%.

Commenta Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote: “Come purtroppo previsto, si va creando un fenomeno che potremmo chiamare di mobility divide: mentre l’industria investe nella direzione di una sofisticazione tecnologica sempre più marcata, un numero enorme di persone è spinta ai margini del mercato. Per questo, abbiamo voluto dedicare – nel fascicolo di Quattroruote in edicola – un ampio reportage su quanto sta accadendo a Milano, dove a moltissimi proprietari di auto relativamente anziane dal primo ottobre sarà impedito l’ingresso in città. Ferma restando la priorità da dare ai temi ambientali, negare il diritto alla mobilità privata a chi non ha i soldi per cambiare la macchina è profondamente iniquo”.

Un quadro ancor più drammatico in prospettiva, con un ciclo di sostituzione – a volumi di mercato attuali – di durata pari a 27 anni: quasi 5 in più della media degli altri quattro maggiori Paesi europei. Un periodo esageratamente lungo, data la velocità di trasformazione richiesta dalla decarbonizzazione dei trasporti: nel 2050, 15 anni dopo il previsto stop alla vendita di auto endotermiche, circolerebbero ancora vetture presenti già oggi sulle nostre strade.

In Italia, inoltre, si registrano fortissime disparità territoriali per tutti gli indicatori: rispetto al Trentino-Alto Adige – la regione più virtuosa (anche al netto del noleggio) – l’età media del parco risulta del 50% più alta in Campania, e la quota di vetture con oltre 15 anni di età risulta quasi doppia in Calabria. E sempre in Calabria, la quota di BEV è poco più di 1/10 di quella in Trentino-Alto Adige, mentre la quota di vetture ante Euro 4 è 2,3 volte più alta.

Tutto ciò – nota Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – dimostra la necessità e l’urgenza di robuste politiche di sostegno a un cambiamento radicale del parco auto: dallo stimolo alla domanda di privati e aziende sino alla capillare infrastrutturazione per la ricarica elettrica, pubblica e privata, e per il rifornimento di idrogeno, passando per una revisione strutturale della fiscalità sia privata che aziendale, senza dimenticare le esigenze di equità sociale e coesione territoriale”.

Unrae: l’anno grigio dell’auto fra pandemia e crisi microchip.

Se il 2020 è stato uno dei più neri degli ultimi trenta anni per l’auto, il 2021 è proseguito nella stessa scia sommando ai danni postumi della pandemia la crisi dei microchip. Il risultato finale vede1.458.000 autovetture immatricolate con una perdita di ulteriori 460.000 unità (-24%) rispetto al periodo pre-pandemia, che si aggiungono alle 535.000 del 2020.  Per il comparto, questo si è tradotto in un deficit di fatturato di altri 6,3 miliardi rispetto al 2019, e per l’Erario in oltre un miliardo di mancato gettito IVA.  Il quadro – ancora fosco – relativo al 2021, è contenuto nella Sintesi Statistica del mercato dell’auto negli ultimi dieci anni, pubblicata dall’UNRAE e giunta quest’anno alla venticinquesima edizione. Meno pesante è stato il risultato 2021 per i veicoli commerciali, che hanno limitato a un -2% la flessione sul 2019, mentre ha ritrovato il segno positivo, il comparto dei veicoli industriali (+6,8%) e dei rimorchi e semirimorchi (+3,8%). Male invece per gli autobus (-27%) che hanno continuato a soffrire la crisi del turismo e dei trasporti locali.

Da rilevare il continuo arretramento delle auto alimentate a benzina e gasolio, che in tre anni hanno più che dimezzato le immatricolazioni (fermandosi a 436 mila le auto a benzina e a 323 mila i diesel), ma rappresentano ancora il 90% del parco circolante con oltre 34,5 milioni di unità. Di converso cresce il numero delle auto elettriche “con la spina” (ECV), salite a quasi 137mila nel 2021, raggiungendo quota 9,4% del totale: molto lontana dal 26% della Germania, dal 18,6% del Regno Unito e dal18,3% della Francia.

Nel 2021 è continuato a crescere anche il canale delle auto aziendali, che raggiunge quota 37% nonostante il trattamento fiscale penalizzante rispetto agli altri quattro maggiori mercati europei, dove, infatti, la quota è maggioritaria rispetto alle vendite ai privati: la Germania è in testa con il 65,4%. In crescita anche il noleggio a lungo termine, salito al 17,4% di quota nel 2021 e sempre più gradito come scelta all’acquisto anche da parte degli utenti privati. Il 2021 è l’anno del sorpasso dei SUV (crossover + fuoristrada) che toccano quota 48,2% e superano le berline (44,6%) come modello di carrozzeria preferita. Il colore più gradito dagli automobilisti resta il grigio (36,2%) seguito dal bianco (23,4%) e dal nero (15,8%).  Torna a crescere il mercato delle auto usate, che conta oltre 2,9 milioni di trasferimenti netti di proprietà (ma è ancora sotto del 4,5% rispetto al 2019) ed evidenzia una contrazione delle vendite da operatore a privati e molto forte da km 0 a privati. L’età media delle 38.808.000 vetture che circolano sulle strade italiane è salita a 12,2 anni, quella dei veicoli industriali con ptt oltre 3,5 t è di quattordici anni, quella dei veicoli commerciali supera i dodici anni ed è pari a dodici anni l’età dei bus.

 “Di fronte a questo quadro – commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – per rispettare gli obiettivi di abbattimento delle emissioni del programma FitFor55 entro il 2035, come deciso dall’Europarlamento, sarà necessario uno sforzo epocale per tutti gli attori coinvolti, non solo per le Case auto, che hanno investito centinaia di miliardi per produrre 170 nuovi modelli elettrici e ibridi plug-in, ma per tutta la filiera a monte e a valle”. Insomma, conclude Cardinali, “di strada da fare ce n’è ancora molta, i successi ottenuti da UNRAE in quest’ultimo anno nel confronto con le Istituzioni ci spingono a continuare a lavorare per dare il nostro contributo di stimolo”.

UNRAE: Esteso il termine per immatricolare i veicoli soggetti a eco bonus.

Con l’articolo 40 del cd “DL Semplificazioni fiscali” (Decreto-Legge 21 giugno 2022,
n. 73 – da oggi in vigore), il Governo ha dato seguito a una richiesta fortemente
voluta dall’UNRAE e sostenuta dall’intera filiera automotive.
“Il termine di 180 giorni era assolutamente insostenibile con l’attuale e perdurante
crisi delle catene di fornitura globali, che stanno rallentando pesantemente i tempi di
produzione dei veicoli. I 270 giorni, benché inferiori ai 300 richiesti, sono senz’altro un
termine più adeguato alla reale situazione, che fa uscire operatori e consumatori da una
estrema incertezza riguardo all’effettiva possibilità di fruire degli incentivi.

L’UNRAE dichiara:  Desideriamo ringraziare il Ministro Giorgetti, il MiSE e il Governo tutto, per aver accolto questo appello con una misura che va nella giusta direzione per il buon funzionamento dell’ecobonus”. “L’auspicio – prosegue il comunicato –  è che adesso si proceda anche verso l’allargamento della platea dei beneficiari alle persone giuridiche, escluse unicamente per motivi di budget, includendo le vetture aziendali e i noleggi, in particolare il noleggio a lungo termine a privati, traino indiscusso della transizione ecologica nel mercato auto”.

Auto a dicembre: -27,5% . Altro tonfo del mercato

Vetture nel 2021 perse 460 mila unità rispetto al pre – pandemia

Il mercato dell’auto chiude il 2021 con un tracollo delle immatricolazioni. Con il dato di
dicembre, che si chiude con 86.679 immatricolazioni (-27,5% rispetto a dicembre 2020), il
numero di auto nuove vendute nell’intero anno si ferma a 1.457.952 unità, con un lieve
incremento di 76.000 auto rispetto al 2020 (+5,5%) ma con ben 460.000 auto perse rispetto al
2019 (-24%).
Il dato del 2021, inferiore anche alle previsioni formulate durante l’anno, è stato influenzato
da una politica di sostegni frammentari e, in ultimo, dalle aspettative disattese dei consumatori
per l’assenza di incentivi nella manovra economica del Governo approvata in Parlamento.
“L’UNRAE – afferma il Presidente Michele Crisci – ribadisce il forte sconcerto per la
decisione delle Istituzioni di non assegnare nella Legge di Bilancio le risorse economiche
necessarie per incentivare il mercato dell’auto con un piano triennale. Finora, le pur scarse
risorse destinate con interventi “stop and go” hanno avuto un impatto positivo nel promuovere
la mobilità elettrica: le immatricolazioni di veicoli full-electric, plug-in hybrid e hybrid sono,
infatti, aumentati del 274% nell’ultimo anno e mezzo, con indubbio impatto positivo sul
rinnovo del parco e sulla riduzione emissioni”.
“L’assenza di una strategia almeno di medio periodo, con un piano di interventi organico –
aggiunge Crisci – farà ricadere i costi economici della transizione sui consumatori, e i costi
sociali sui lavoratori di un comparto che genera un fatturato commisurabile al 20% del Pil”.
In un contesto europeo, dove si distinguono i piani di incentivazione varati in Francia,
Germania, Spagna, Regno Unito, l’Italia spicca tra i maggiori mercati come l’unico a non aver
previsto alcuna risorsa per l’automotive. Per il solo 2022 fra PNRR e Leggi di Bilancio la
Germania ha stanziato 2.100 milioni di euro, la Francia 1.245 e la Spagna 619 milioni di euro.
“Di fronte al segnale scoraggiante di una Legge di Bilancio priva di attenzione verso un
settore fondamentale della transizione ecologica – conclude Michele Crisci – l’UNRAE sostiene
la necessità urgente di istituire un tavolo di lavoro che definisca una strategia volta a incentivare
la diffusione di vetture di ultima generazione, accelerare il rinnovo del parco circolante,
promuovere le infrastrutture di ricarica e varare la riforma fiscale del settore”.
L’analisi della struttura del mercato di dicembre, confrontata con lo stesso mese 2020, e del
totale anno evidenzia fra gli utilizzatori un crollo dei privati nel mese di circa il 30%, con una
quota che scende al 59,1%, mentre chiudono l’anno 2021 al 62,5% di share, poco sotto le
923.000 unità. Le auto immatricolazioni cedono 1/3 dei volumi, al 12,8% di quota, mentre nel
totale anno sfiorano il 10% con 145.600 auto

Il noleggio a lungo termine recupera rappresentatività nel mese, grazie alla performance
delle principali società Top, archiviando a fine 2021 il 17,5% di quota, con 258.870
immatricolazioni. Con una fortissima crescita in dicembre il noleggio a breve termine chiude
l’anno in contrazione al 4,4% di share (64.400 unità); le società anche grazie a una quota in
crescita nel mese, nel totale 2021 salgono a rappresentare il 5,7% del mercato con 83.700
immatricolazioni.

Le aree geografiche, tutte in fortissimo calo nel mese, mostrano a fine anno quote in
contrazione per il Nord Est al 31% (ma al 22,8% nell’analisi al netto del noleggio) e Nord Ovest
al 29,7%; il Centro Italia chiude al 22,1% di quota, l’area meridionale sale all’11,5% e le isole al
5,7%.

Il mercato dell’usato nel mese di dicembre registra una nuova leggera flessione sul 2020 dello
0,6% con 274.998 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture. Nei 12 mesi dell’anno 2021 i
3.452.755 trasferimenti segnano un incremento del 14,4% sul 2020, ma una flessione del 17,5%
sullo stesso periodo 2019.

Auto: incentivi esauriti e crisi microchip affossano il mercato a settembre (-32,7% sul 2020)

Continua senza sosta la caduta del mercato dell’auto, condizionato negativamente dalla crisi dei componenti elettronici e dall’esaurimento degli incentivi. Nel mese di settembre le nuove immatricolazioni sono ammontate a 105.175 unità, cioè 51.200 vetture in meno e un calo del 32,7% rispetto alle 156.357 auto immatricolate a settembre 2020, mentre rispetto alle 142.525 immatricolazioni dello stesso mese del 2019 la flessione è del 26,2%.

Il dato complessivo dei nove mesi indica una perdita di oltre 300.000 veicoli con una flessione del 20,6% (a 1.165.491 unità) rispetto allo stesso periodo 2019. Il forte calo di settembre è determinato dal sovrapporsi di due pesanti crisi congiunturali: da un lato la prosecuzione della carenza delle forniture legate alla cronica crisi dei microchip, che causa forti ritardi nella consegna di moltissimi veicoli e rallenta le vendite in tutti segmenti di  mercato; dall’altro l’esaurimento delle risorse destinate all’Ecobonus, che in due giorni ha visto dissolversi anche i fondi che nelle scorse settimane erano stati trasferiti dall’Extrabonus per supplire a un primo esaurimento dell’Ecobonus già in piena estate.

 “Il continuo stop and go degli incentivi – afferma il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – non aiuta certo il mercato dell’auto ad agganciare l’attuale fase di ripresa dell’economia nazionale e a ridurre l’handicap dovuto alla crisi dei semiconduttori. Ribadiamo perciò il nostro appello al Governo affinché faccia rientrare il finanziamento dell’Ecobonus all’interno di una strategia di lungo periodo per l’intero settore dell’automotive, il cui rilancio farebbe anche aumentare ulteriormente il Pil oltre il livello previsto nella Nota di aggiornamento del Def, viceversa dal settore automotive arriverà un pesante contraccolpo”.

Secondo Crisci, “l’occasione per consolidare le buone intenzioni che il Governo Draghi ha finora mostrato è la prossima Legge di Bilancio. In quella sede – aggiunge il Presidente dell’UNRAE – è opportuno introdurre programmi e interventi risolutivi, avviando una corretta strategia di lungo periodo in linea con il percorso di decarbonizzazione, in cui rientra anche lo svecchiamento del parco circolante”. “Auspichiamo venga quanto prima dato seguito al Tavolo Automotive, dove siamo pronti a portare le nostre proposte, come sempre, in modo costruttivo. È opportuno – sottolinea Michele  Crisci – indirizzare risorse verso un programma di sostituzione delle auto più inquinanti con
vetture di nuova generazione, realizzare un piano concreto di sviluppo e attuazione urgente delle infrastrutture di ricarica ad alta potenza su tutto il territorio italiano con specifico riferimento alle nostre autostrade e rivedere con sollecitudine la fiscalità sull’auto in generale e sulle auto aziendali in particolare.

Dall’analisi della struttura del mercato di settembre, a confronto con lo stesso mese 2020, emerge un calo sostenuto per tutti gli utilizzatori. I privati si posizionano al 66,6% di quota (2 punti in meno di un anno fa), ma in crescita rispetto al 62,4% dei primi nove mesi, grazie agli incentivi. Le auto immatricolazioni, con un progressivo pesante calo dei volumi, si fermano al 9% (9,8% in gennaio-settembre); il noleggio a lungo termine scende al 16,8% rispetto al 17,3% dei primi nove mesi. Con una flessione di oltre la metà delle immatricolazioni, il noleggio a breve termine retrocede su una quota di minimo dell’1,6%, rispetto al 5,1% del cumulato gennaio-settembre. Le società, con il calo inferiore fra gli utilizzatori, salgono al 6% di quota di mercato (5,4% nei 9 mesi). Fra le alimentazioni, nel mese flettono solo benzina e diesel che scendono rispettivamente al 25% e al 19,1% del totale (30,5% e 20,5% nel cumulato). Il Gpl arriva a rappresentare il 9,4% delle preferenze, rispetto al 7% dei primi 9 mesi, mentre il metano rimane abbastanza stabile, con una quota al 2% del totale (2,2% nei 9 mesi). Gli incentivi continuano a sostenere la forte avanzata delle elettrificate: le ibride arrivano al 31,3% di quota (28,2% in gennaio-settembre), con le “full” hybrid al 7,5% e le “mild” al 23,8%. Le plug-in (PHEV) raggiungono il 5,2% (4,5% nei 9 mesi), mentre le elettriche pure (BEV) balzano all’8% di quota, doppiando quella del  cumulato (4%).

Le aree geografiche in settembre evidenziano un recupero del Nord Ovest al 30,5% di share, scende il Nord Est al 28,5% (sostenuto dal noleggio senza il quale perderebbe oltre 5 punti), in crescita anche l’area centrale e meridionale (rispettivamente al 23% e al 12,2%), stabili al 5,7% le Isole.

Mercato auto, a luglio crollo del 28,1% sul 2019 e del 19,4% sul 2020

Crollo del mercato dell’auto a luglio. Con 110.282 immatricolazioni si registra il livello più basso dell’anno, in calo per la prima volta non solo nei confronti dello stesso mese del 2019 ma anche di luglio 2020, l’anno della pandemia. La diminuzione rispetto alle 136.768 immatricolazioni di luglio 2020, che ancora non beneficiava nemmeno degli incentivi della Legge Rilancio, è del 19,4%, mentre verso le 153.331 unità di luglio 2019 il calo è del 28,1%. 

La cattiva notizia dell’ulteriore crollo del mercato è accompagnata dall’approvazione in Parlamento del rifinanziamento degli incentivi per la rottamazione. L’UNRAE, che ha promosso e sollecitato la proroga degli incentivi, anche alla luce dei dati di luglio sottolinea però la scarsezza delle risorse assegnate, assolutamente insufficienti per gestire in modo adeguato la transizione verso la decarbonizzazione.  

“Il rinnovo degli incentivi – afferma il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – era un provvedimento atteso, ma l’entità delle risorse risulta chiaramente inadeguata per sostenere, almeno fino a fine anno, la sostituzione del maggior numero possibile di auto inquinanti con vetture Euro 6. E’ quello che ripetutamente abbiamo chiesto come UNRAE e che è stato recepito da molti parlamentari di tutti gli schieramenti. Il provvedimento approvato, per come è formulato, fa invece prevedere un rapido esaurimento dei fondi e, dunque, il rischio concreto che già a settembre ci sarà un nuovo stop del mercato”.

“Da tempo – aggiunge Crisci – l’UNRAE lavora per sensibilizzare le Istituzioni su questi temi, indicando nel parco circolante vecchio e inquinante il malato a cui staccare la spina, per avviare una transizione sostenibile senza distruggere occupazione e mercato”.

“Siamo contenti – conclude il Presidente dell’UNRAE – che lo stesso Ministro dell’Ambiente abbia riconosciuto l’urgenza di sostituire i veicoli altamente inquinanti, ancora in circolazione, con vetture Euro 6 o ibridi di nuova generazione a costi accessibili, una ragione in più perché tutto il Governo decida di rifinanziare la rottamazione delle vecchie auto prolungando gli incentivi anche nei prossimi mesi”. 

Nei primi sette mesi dell’anno la perdita rispetto al 2019 sale a circa 250.000 unità (-19,5% con 1.236.481 immatricolazioni), facendo prevedere una chiusura dell’interno anno con oltre 300.000 auto perse, che si sommano alle 500.000 vetture in meno immatricolate nel 2020 e portano la perdita complessiva rispetto al periodo pre-covid a una voragine di oltre 800.000 unità.

La struttura del mercato sotto il profilo degli utilizzatori mostra in luglio un forte calo dei privati in linea con il mercato complessivo (sia nel confronto con i risultati 2019 sia 2020) e una quota di poco superiore al 2019, al 61,8% del totale (-1,4 punti sul 2020), allineata a quella dei primi 7 mesi dell’anno. Le autoimmatricolazioni cedono oltre la metà dei volumi, fermandosi al 10,4% di quota nel mese e al 10% nel cumulato. Il noleggio a lungo termine perde “appena” il 12% sul 2019 (-10% sul 2020) e sale al 17% di quota di mercato, per la forte flessione delle principali società Top, a cui si contrappone la crescita delle Captive (nel cumulato gennaio-luglio la rappresentatività è del 17,2%). L’unico canale in crescita è il noleggio a breve termine che raddoppia i volumi immatricolati rispetto al 2019, chiudendo il mese al 4,8% di quota, comunque in rallentamento verso il 5,9% di gennaio-luglio. Le società, seppur in forte calo a doppia cifra sia verso il 2019 sia verso il 2020, salgono su una share del 6% (5,4% nei 7 mesi).

Fra le alimentazioni forti flessioni interessano benzina, diesel e metano che si portano nel mese rispettivamente al 27,4% di quota (31,5% nel cumulato), al 22,7% (24% nei 7 mesi) grazie anche al noleggio, e al 2% (2,4% in gennaio-luglio). Il Gpl sale all’8,4% di rappresentatività (6,6% nel cumulato). In rapida e progressiva ascesa le vetture elettrificate: le ibride salgono al 29,4% di quota (in crescita rispetto al 27,6% del cumulato), le plug-in arrivano al 5,6% di share (4,4% nei 7 mesi), grazie anche al supporto del noleggio (senza il quale si fermerebbero al 4%), e le elettriche raggiungono il 4,6% (3,5% nei 7 mesi).

Forti riduzioni interessano in luglio tutti i segmenti del mercato, con un leggero recupero di quota per le utilitarie (seppur in riduzione rispetto al cumulato) e una crescita fra mese e cumulato per la share del segmento C, seppur ridimensionata rispetto ai due anni passati.

A Maggio senza incentivi si aggrava la crisi dell’auto: -27,9% sul 2019

I dati del mercato di maggio in Italia evidenziano le forti difficoltà dell’auto a risollevarsi dalla crisi e annullano, inoltre, il pur timido tentativo di ripresa dei mesi scorsi sostenuto dagli incentivi. Con 142.730 immatricolazioni registrate nel mese, la perdita numerica è di 55 mila vetture rispetto a maggio 2019, pari a un calo del 27,9%, il più pesante degli ultimi mesi. Il dato di maggio è infatti in forte peggioramento rispetto ai precedenti mesi di marzo e aprile (rispettivamente -12,7% e -17,1% nei confronti degli stessi mesi 2019). Anche rispetto alle circa 100 mila vetture vendute a maggio 2020, il recupero (+43%) è lontano dall’ipotizzare un allontanamento della crisi. Nel cumulato gennaio-maggio il mercato perde circa 1 vettura su 5, con 735.125 unità (-19,3% vs 2019).
Anfia, Federauto e Unrae sottolineano come il dato di maggio sia la prova numerica della brevissima durata degli incentivi per la fascia 61-135 g/Km di CO2, esauriti troppo presto per innescare un effetto volano sul nostro mercato. Come ribadito anche oggi dalle stesse Associazioni nel corso di un’audizione presso la Commissione Bilancio della Camera, l’auspicio è che nell’iter di conversione del c.d. DL Sostegni-bis trovino spazio adeguate misure volte a sostenere il settore, favorendo il rinnovo di un
parco circolante molto anziano. Secondo i più recenti dati ACI, infatti, nel 2020 è ulteriormente invecchiato portando l’età media a 11 anni e 10 mesi, tra i più vetusti d’Europa.

A questo scopo è necessario rifinanziare per l’anno corrente, con una dotazione adeguata e non effimera, gli incentivi per la fascia 61-135 g/Km a fronte di rottamazione, i quali hanno dimostrato di incontrare il forte gradimento dei consumatori e di ottenere effetti molto incisivi sull’ambiente. Di fondamentale importanza è anche il rinnovo degli incentivi destinati all’acquisto di veicoli commerciali di ultima generazione.
I suddetti incentivi rappresentano inoltre un investimento per l’Erario, più che un sostegno, grazie all’incremento di gettito IVA e IPT derivante dalla vendita delle nuove vetture.

Un ulteriore problema che contribuisce ad aggravare le condizioni del settore riguarda la crisi della fornitura dei semiconduttori, che sta generando un ritardo nella consegna delle vetture nuove. A tal riguardo, pertanto, le Associazioni del settore automotive richiedono che il limite attualmente previsto entro il quale concludere una prenotazione con Ecobonus passi da 180 a 300 giorni, così da non vanificare l’efficacia della misura.
Nell’ambito delle riforme necessarie, infine, le tre Associazioni rinnovano anche la richiesta di modificare con urgenza la normativa sulle vetture aziendali in fringe benefit, adeguandola ai valori della nuova procedura di omologazione in WLTP.


Immatricolazioni Auto ad aprile ancora in profondo rosso.

Nel mese di aprile continua il trend discendente del mercato dell’auto in Italia, sui cui numeri hanno ancora scarsissimo peso le vendite dei veicoli elettrici nonostante il loro costante aumento. Nel mese appena trascorso sono state registrate 145.033 nuove immatricolazioni, pari a una riduzione del -17,1% rispetto alle quasi 175.000 unità dello stesso mese del 2019 – mentre non è attendibile il confronto con le 4.295 immatricolazioni di aprile 2020 che equivarrebbe a un aumento a quattro cifre. Nel 1° quadrimestre sono andate perse oltre 120.000 vetture, con 592.181 unità immatricolate, in calo del 16,9% sul 2019.
L’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, stima che in assenza di
rifinanziamento degli incentivi, nel prosieguo dell’anno, potrebbero essere a rischio ben oltre
300.000 immatricolazioni.
In circa tre mesi e mezzo, i fondi stanziati hanno consentito la rottamazione di 185.000
vecchie auto, per il 95% sostituite con nuove vetture della fascia 61-135 g/km più sicure e pulite, risparmiando all’ambiente circa 115 mila tonnellate di CO2 l’anno e consentendo
un’aggiuntività d’introiti IVA e IPT per l’erario di circa 160 milioni di euro.
“Il PNRR del Governo – ha commentato il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – sembra
aver trascurato il settore dell’auto, uno dei principali mercati d’Europa per volumi che
rappresenta pure una componente importante della transizione ecologica del Paese. E’
importante, perciò, che siano presto trovati altri strumenti normativi per rendere strutturali gli Ecobonus per le vetture ‘green’ con emissioni fino a 60 g/km CO2”.
“Nel breve periodo, invece – ha aggiunto Crisci – è urgente il rifinanziamento degli
incentivi per le vetture della fascia 61-135 g/km di CO2 che finora, sempre nell’ottica della sostenibilità, hanno dato il contributo più rilevante”.
Il Presidente dell’UNRAE ribadisce infine “l’urgenza di rimediare all’ulteriore forte
penalizzazione di cui sono oggetto in Italia le auto aziendali in fringe benefit perché, a causa del mancato adeguamento della tassazione ai nuovi valori di emissione WLTP, sia i dipendenti sia le aziende che concedono il benefit pagano, un’imposta maggiore in quanto ancora calcolata su valori di emissione non aggiornati (NEDC correlato) ”.
L’analisi della struttura del mercato del mese di aprile, anche in questo caso confrontata con
il 2019 per la comparazione non attendibile con l’analogo mese 2020, sotto il profilo degli
utilizzatori mostra un rallentamento dei privati che perdono l’8,1% delle immatricolazioni, per
l’affievolirsi del contributo degli incentivi, con una quota che nel mese copre il 59,6% del totale
rispetto al 63,3% del 1° quadrimestre (entrambi comunque in netta crescita rispetto al 2019).
In aprile, con 13.000 unità, le autoimmatricolazioni vedono scendere ulteriormente la loro penetrazione, all’8,9% del totale (10% nel 1° quadrimestre).
Sotto il profilo delle alimentazioni prosegue la drastica riduzione di diesel e benzina che si
fermano rispettivamente al 31,9% e 22,8% di share (32,8% e 24,8% in gennaio-aprile). Il Gpl
nel mese copre il 6,5% delle preferenze e il 6% nel quadrimestre, mentre il metano conferma
il 2,2% nel mese e 2,3% nel quadrimestre. In fortissima ascesa, le vetture ibride salgono al 28,7%
di quota, a poco più di tre punti di distacco dal motore a benzina, e chiudono il quadrimestre al
27,3% del totale. Forte espansione anche per le plug-in e le elettriche: le PHEV raggiungono
nel mese il 4,3% del totale (3,9% di share nel quadrimestre), le BEV il 3,3% (3,0% in gennaio aprile), grazie anche al supporto degli acquisti del noleggio.
In calo tutte le aree geografiche rispetto al 2019, con il Nord Est che sale al 34,1% di quota
(tre punti in più della rappresentatività archiviata dal 1° quadrimestre) grazie alla spinta del
noleggio, senza il quale scenderebbe al 23,2%. In seconda posizione il Nord Ovest al 29,3% in
aprile e 29,8% in gennaio-aprile. L’area centrale conferma un 21,1% nel mese e 22,2% nel
cumulato, il Sud si ferma al 10,4% (11,3 nel quadrimestre) e le Isole rappresentano in aprile il
5,1% delle immatricolazioni (5,5% nel cumulato).

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